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Una stucchevole manfrina

Creato il 13 marzo 2013 da Alextog @sandratognarini

A ogni Conclave si ripete una stucchevole manfrina, quella che riguarda i cardinali che non mancano di definire “sciagura”, “peso troppo grande” e così via una loro eventuale elezione al Pontificato. Probabilmente (l’avverbio viene usato in quanto si tratta di morte ancora controversa) l’inadeguatezza fisica (non certo intellettuale) al Soglio ha potuto riguardare solo un pontefice dei nostri tempi, Giovanni Paolo I. Se fosse vera una generale lettura del Papato da parte dei Cardinali come fastidio, impiccio, condanna allora perché non tirare a sorte l’Ufficio, dando così più plasticamente la responsabilità della “scelta a Chi viene già evocato come Unico Fattore, cioè lo Spirito Santo?

La realtà, come è ovvio, è un’altra. Bisogna negoziare, sempre (come dice il Satana di Al Pacino in “L’avvocato del Diavolo”). L’understatement aiuta a realizzare le proprie ambizioni perché, come si dice ancora nel film, “così non ti vedono arrivare”. E più le proprie aspirazioni rimangono sottotraccia e meglio è. Magari l’arcivescovo di Milano cardinale Scola, entrato in Conclave già sostanzialmente Papa, vedrà le previsioni dei vaticanisti nei suoi confronti confermate. O forse no. Una cosa è certa, ma è un segreto di Pulcinella. Le stucchevoli e barocche manfrine che fanno da contorno al Conclave sono molto simili a quelle che precedono l’elezione del presidente della nostra disastrata Repubblica. E ciò spiega molte delle difficoltà del nostro Paese. Non c’è niente di male a essere ambiziosi, ad autopromuoversi, a meno che non si consideri l’ambizione un “peccato” perché connesso alla presunzione.

Gli italiani, anche i più laici come gli atei, non sopportano gli ambiziosi. E in questo sono tutti, fin nel midollo, profondamente cattolici.


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