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Università, a Bari termina la protesta ma continua la mobilitazione

Creato il 14 dicembre 2010 da Lalternativa

Si e’ conclusa nelle prime ore del pomeriggio la protesta dei circa 1.000 studenti dell’Universita’ di Bari (polo umanistico e polo scientifico) che da questa mattina stanno manifestando contro la riforma Gelmini, contro il governo e contro tutta la politica. Il corteo degli studenti, ai quali si sono aggiunti gli alunni dei licei e alcuni rappresentanti dei dottori di ricerca baresi, dopo aver percorso le strade principali del centro cittadino si e’ fermato davanti all’ingresso del Castello Svevo. Qui, gli studenti avrebbero voluto affiggere uno striscione con la scritta ‘Castelli di rabbia. Adesso assediateci’, ma le forze dell’ordine glielo hanno impedito.

Non si sono registrati scontri, ”solo un paio di spintoni – riferiscono alcuni studenti – tra noi e i poliziotti della Digos”. Quando le forze dell’ordine hanno bloccato l’ingresso del Castello, circa un centinaio di studenti ha alzato le mani in segno di resa, intonando ‘Imagine’ di John Lennon, le cui note provenivano dal furgone usato per guidare la testa del corteo a ritmo di musica. Non ci sono state lunghe occupazioni di luoghi pubblici. Per poco meno di un’ora un centinaio di manifestanti ha occupato i binari ad un passaggio a livello a 300-400 metri dalla stazione ferroviaria. Cinque di loro sono stati fermati e trattenuti per una mezz’oretta dalla polizia che li ha poi rilasciati.

‘Se ci bloccate il futuro, noi blocchiamo la citta” e’ stato lo slogan scelto dai manifestanti che hanno esposto anche uno striscione con la scritta ‘La
maggioranza sta come un’anestesia. Come un’abitudine’. Nei cori degli studenti, infatti, non sono mancati riferimenti alla mozione di sfiducia al governo votata oggi alle Camere: ”Siamo qui – urlavano i ragazzi – anche per contestare il governo della mafia e della corruzione, che ha precarizzato tutto smantellando la scuola e l’universita’: questa – ribadivano – e’ la sifducia degli studenti”.

”Noi vogliamo una riforma ma non questa della Gelmini – ha precisato Antonio Giampietro, responsabile della sezione barese dell’associazione dei dottorandi e dottori di ricerca italiani (Adi) – noi chiediamo in particolare la valorizzazione del titolo di dottore di ricerca per avere una corsia preferenziale nei concorsi all’universita’. In Italia – ha piegato – si fanno 10mila dottori di ricerca l’anno, ma quando entreremo effettivamente nell’universita’, a 60 anni? E poi si parla di giovani ricercatori”. ”C’e’ una precarizzazione continua – ha aggiunto – e si fanno contratti solo a tempo determinato come gli assegni di ricerca. Ma – ha concluso – sa quanti assegni di ricerca emettera’ l’universita’ di Bari l’anno prossimo, con i tagli del governo? Zero”.

”Domani – hanno detto gli studenti rientrando dalla protesta – riprenderemo le assemblee per decidere nuove iniziative, sempre pacifiche, ma terremo alto il clima della mobilitazione”.


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