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“Urla del silenzio”

Creato il 17 giugno 2010 da Cinemaleo

1984: The Killing Fields di Roland Joffé

“Urla del silenzio”
“Urla del silenzio”
“Urla del silenzio”

Si sostiene da molti che gli anni Settanta-Ottanta siano stati un periodo d’oro per il cinema impegnato ad Hollywood quando la mecca del cinema avrebbe avuto il coraggio di denunciare e di affrontare tematiche scomode senza paura e senza compromessi.

Non è del tutto esatto. Il cinema americano si è spesso contraddistinto per coraggio e impegno, lo ha fatto nel passato ma continua a farlo ancora oggi. Da questo punto di vista non è Hollywood che è cambiata, semmai è cambiato -purtroppo- il pubblico: la differenza è che film come Soldato blu, Platoon, Urla del silenzio (per non parlare di quell’autentico capolavoro che è Apocalypse Now) sono stati un trionfo al botteghino americano, mentre i recenti (notevolissimi) Nella valle di Elah, Leoni per agnelli, Redacted, Oltre le regole… hanno avuto uno scarso riscontro al box-office. Il mutamento non è tanto nel cinema quanto nei tempi: triste e preoccupante che certi «messaggi» siano oggi poco graditi.

Urla del silenzio è stato il primo grande successo dell’inglese Roland Joffé (che bisserà il trionfo col successivo Mission) ed evidenzia l’abilità del regista nel saper coniugare (cosa tutt’altro che facile), “senso dello spettacolo e attivismo sociale” (Roberto Donati).  Anche chi non ama particolarmente il «cinema impegnato» non potrà non apprezzare la bellezza visiva di questo film, il suo ritmo incalzante, la drammaticità di molte sequenze, l’ottima performance dell’intero cast, l’efficace colonna sonora del grande Mike Oldfield. Naturalmente Urla del silenzio (che si ispira a personaggi e accadimenti veri)  è importante soprattutto per il suo contenuto. Un formidabile affresco della politica «sbagliata» del governo statunitense negli anni 70, dei suoi errori/orrori commessi nel Sud-Est asiatico e che qui non si ha remore nel presentare e denunciare: un film, scrive il Morandini,coraggioso, anticonformista e crudele”. Ma il lavoro di Joffé è anche un inno (secco e asciutto, senza patetismi o retorica) all’amicizia e alla solidarietà, a valori essenziali che andrebbero sempre salvaguardati anche nelle circostanze più tragiche.

Due ore e mezza senza un attimo di pausa o di inutili digressioni, ogni sequenza è funzionale al racconto. Racconto che colpisce ed emoziona lo spettatore come raramente accade, lo coinvolge inducendo, altresì, a salutari interrogativi su certa «follia» umana, di ieri… di oggi.

scheda

premi e riconoscimenti

“Urla del silenzio”


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