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Verso il Quirinale: Casini in ‘pole’, Cancellieri outsider. Storia dei Presidenti: Enrico De Nicola

Creato il 16 agosto 2012 da Candidonews @Candidonews

Verso il Quirinale: Casini in ‘pole’, Cancellieri outsider. Storia dei Presidenti: Enrico De Nicola

Dal primo numero della rubrica sono passati piu di due mesi. Settanta giorni sono molti nel mondo della politica ed infatti il passare del tempo ha già prodotto alcuni effetti. Il CentroSinistra di ‘Vasto’ è, per ora, definitivamente archiviato. Antonio Di Pietro, da mesi scatenato contro il Quirinale ed il governo Monti, strizza sempre piu l’occhio a Beppe Grillo, l’alleanza con il Partito Democratico è oramai un ricordo sbiadito. Bersani ha presentato la carta d’intenti del PD ed ha avviato un immediato dialogo con Nichi Vendola. L’asse Pd-Sel, nelle intenzioni del segretario democratico, dovrebbe costituire la colonna portante di una coalizione che includa anche l’Udc di Pierferdinando Casini. Non è dato sapere come possa ‘stare in piedi’ un alleanza Pd-Udc-Sel ma, al momento, sembra piu probabile del ‘modello Vasto’.

Tramonta l’ipotesi Prodi

Il cambiamento ‘genetico’ a Sinistra, che dovrebbe trasformarsi in Centro-CentroSinistra, produrrà i suoi effetti anche per la corsa al Quirinale. Appare in netto ribasso la candidatura di Romano Prodi. L’ex Presidente del Consiglio è il ‘simbolo’ del ‘vecchio’ CentroSinistra e quindi non sembra essere la figura giusta per poter ‘sugellare’ il nuovo accordo con i Centristi.

In calo anche Mario Monti

Altra candidatura in calo sembra essere quella del Premier Mario Monti. Forte di un sostegno internazionale notevole e di una fiducia dei ‘poteri forti’ di casa nostra, seppur ‘appannato’ nella popolarità, il Professore potrebbe rimanere a Palazzo Chigi anche dopo le prossime elezioni politiche.

Scongiurato al momento uno sciogliemento anticipato delle Camere, l’appuntamento elettorale è fissato per la primavera 2013. Il rimescolamento delle alleanze e la legge elettorale, il Porcellum o quella che verrà, molto probabilmente non garantiranno una solida maggioranza parlamentare nella prossima legislatura. Probabile quindi la nascita di un esecutivo appoggiato da ampi settori del Parlamento. Scontata la riconferma dell’attuale Premier, in un governo ‘politico’ e non piu tecnico.

Aumentano le chance di Casini

Se Monti sarà a Palazzo Chigi anche per i prossimi anni, la casella del Quirinale potrebbe essere occupata da chi, in questi mesi, si è sempre speso in apprezzamenti ‘senza se e senza ma’ per il Governo. Di chi sto parlando? Di Pierferdinando Casini naturalmente.  Le quotazioni del leader Udc sono in netto rialzo anche se non sono chiari i ‘numeri’ che potrebbero garantirgli l’elezione al Colle.

Una alleanza Pd-Udc-Sel, semmai si farà, sarebbe un mero cartello elettorale di difficile sopravvivenza nel post elezioni. Casini lo sà bene ed infatti sta tessendo la sua tela cercando di costruire un Polo di centro piu ampio dell’attuale, imbarcando personalità di Governo (Passera) e delle forze sociali (Bonanni, Marcegaglia, Montezemolo) oltre che all’alleato Gianfranco Fini ed a qualche democristiano in uscita dal Pdl (Pisanu ed altri).

Se il Polo moderato, ‘pompato’ da personalità di spicco e di fiducia, riuscirà ad ottenere un buon risultato elettorale, per Casini si aprirerebbero le porte del Quirinale, grazie ad una maggioranza parlamentare completata dal Partito Democratico e da qualche altro partito centrista minore.

La legge elettorale ‘ostacolo’ alle ambizioni del leader Udc

L’unico grande ostacolo al progetto Presidenziale dell’ex Presidente della Camera è rappresentato dalla legge elettorale. Se una nuova legge con premio al partito maggiore e sbarramento al 5% potrebbe garantire il giusto numero di parlamentari per l’elezione, il Porcellum invece , con una Camera vincolata ai 340 deputati di maggioranza renderebbe il tutto molto piu difficile. Una alleanza Pd-Udc-Sel avrebbe Vendola come alleato determinante per la corsa al Quirinale. Difficile poi un sostegno leghista, pdellino, grillino o dipietrista. In quel caso l’ipotesi Casini tramonterebbe.

Il nome nuovo, Anna Maria Cancellieri

Ed ecco l’outsider, un ‘tecnico’ di indubbia fama, un nome su cui convergerebbero facilmente molti settori del Parlamento, una donna. L’attuale Ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri.

Già prefetto, poi commissario straordinario a Bologna e Parma, gode della stima del CentroSinistra, dei centristi e di una parte del Centrodestra. Una dei pochi Ministri ‘applauditi’ durante la cerimonia commemorativa della Strage di Bologna.  Un ‘neo” sulla sua candidatura è però quello di non aver mai ricoperto una carica Istituzionale.

Tutti i Presidenti della Repubblica, prima dell’elezione, sono stati Capi di Governo (Leone, Segni, Cossiga, Ciampi) Presidenti di un ramo del Parlamento (De Nicola, Gronchi, Saragat, Pertini, Scalfaro, Napolitano, ) o hanno ricoperto importanti incarichi istituzionali (Einaudi, Governatore della Banca d’Italia). L’elezione di una donna al Quirinale, evento auspicato dallo stesso Napolitano, sarebbe però un evento di notevole cambiamento, di ‘rottura’ con il passato. Poco importerebbe quindi il ‘pedigree’ politico.

Nell’attesa di avere nuove informazioni sulle ‘quotazioni’ del possibile Presidente, facciamo un tuffo nel passato tornando alla elezione del Primo Capo dello Stato, era il 1946 ed il monarchico Enrico De Nicola veniva nominato ‘Presidente provvisorio’ della Repubblica.

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Enrico De Nicola

(1877-1959)

Verso il Quirinale: Casini in ‘pole’, Cancellieri outsider. Storia dei Presidenti: Enrico De Nicola

Napoletano, avvocato penalista e politico di area liberale giolittiana, venne eletto in Parlamento per la prima volta nel 1909. Divenne presidente della Camera nel 1920, carica che lasciò nel 1924, dopo il ‘putsch’ fascista. Tornò alla politica attiva nel 1943:

Nel 1943, dopo la caduta del regime, considerato figura autorevole della politica pre-fascista, fu chiamato a mediare fra gli Alleati e la Corona per consentire un più agevole passaggio di poteri. Si deve in particolare a De Nicola l’intelligente soluzione che evitò a Vittorio Emanuele III l’abdicazione: propose di istituire la figura del Luogotenente, da affidare all’erede al trono Umberto. La creazione di questa figura, pur limitando la sovranità monarchica, permise di ridurre l’impatto formale della sconfitta.

La sua elezione alla Presidenza, avvenuta tramite il voto dell’Assemblea Costituente il 28 giugno 1946 con 396 voti su 501, fu frutto di un compromesso tra le principali forze politiche di allora. Le candidature contrapposte di Vittorio Emanuele Orlando, per il centro e le destre e Benedetto Croce, per i liberali e le sinistre, lasciarono il posto ad un nome su cui poter convergere unitariamente:

..per eleggere un presidente capace di riscuotere il maggior gradimento possibile presso la popolazione affinché il trapasso al nuovo sistema fosse il meno traumatico possibile; si convenne perciò che dovesse scegliersi un meridionale, a compensazione della provenienza settentrionale della maggioranza dei leader politici, e che (stante il risicato – e da parte monarchica contestato – scarto dei risultati del referendum istituzionale) dovesse trattarsi di un monarchico.

Di carattere mite, al limite dell’indecisione, De Nicola fu anche un Presidente decisamente umile:

dopo l’elezione, arrivò a Montecitorio da Napoli con la sua auto e senza scorta. Non volle mai dallo Stato una sola lira di stipendio. Pagava di tasca propria persino le telefonate e i francobolli, anche se non era per niente ricco, anzi: è rimasto celebre il cappotto rivoltato col quale affrontò con superba dignità le incombenze ufficiali della carica.
Si stabilì a palazzo Giustiniani, spiegando che il palazzo dei re e dei papi non si addiceva ad un semplice capo provvisorio dello Stato. “Quando andavamo a trovarlo al Quirinale – ricorda Giulio Andreotti, allora giovanissimo sottosegretario – lui ci mostrava un’agenda di pelle nera: lì, spiegava, io sto scrivendo la prassi repubblicana, quello che deve o non deve fare un presidente. Appena arrivò Einaudi, dunque, andammo insieme alla ricerca di quell’agenda: rimanemmo allibiti, scoprendo che De Nicola non vi aveva scritto neppure una riga”.

Dimessosi nel giugno 1947 per motivi di salute, fu subito rieletto. Con il varo della Costituzione, il Primo gennaio del 1948 divenne Presidente della Repubblica a tutti gli effetti. Carica che mantenne sino al 12 maggio dello stesso anno.

Verso il Quirinale: Casini in ‘pole’, Cancellieri outsider. Storia dei Presidenti: Enrico De Nicola

De Nicola appone la sua firma sulla Costituzione Italiana, che entrerà in vigore poco dopo

Terminato il mandato presidenziale, De Nicola tornò ad assumere incarichi importanti. Fu Presidente del Senato dal 1951 al 1952, si dimise durante l’iter per l’approvazione della legge elettorale ‘truffa’. Presidente della Corte Costituzionale dal 1956 al 1957, lasciò in forte polemica con il governo italiano che accusò di intralcio nell’opera di democratizzazione e di pulizia dalle norme fasciste del nostro ordinamento.

Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_De_Nicola
http://cronologia.leonardo.it/storia/biografie/denicola.htm
http://www.angiolettionline.it/old/costituzione/presidente/usi%20e%20costumi.htm


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