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Vinyl: musica condita con coca e rabbia proto-punk

Creato il 04 marzo 2016 da Retrò Online Magazine @retr_online

Ha esordito a metà febbraio Vinyl, nuova serie HBO che racconta le vicende del mondo della discografia nella New York degli anni Settanta.

Nei mesi precedenti alla première, il nome della nuova serie HBO Vinyl non è mai stato nominato senza essere accompagnato da quelli dei suoi creatori, Rich Cohen, Terence Winter e soprattutto Martin Scorsese e Mick Jagger. Per questo, il timore era che la grande attesa suscitata dalla presenza di queste leggende viventi si dimostrasse in qualche modo eccessiva per quanto riguarda il prodotto in sè. Il pilot, andato in onda negli Stati Uniti il 14 febbraio 2016, ha disperso queste paure con una ventata di sporchi, americani anni Settanta, e con una colonna sonora intelligente che finalmente si allontana dai classici brani rock usati e riusati.
Vinyl racconta le vicende di Richie Finestra, produttore discografico in crisi che, tra una striscia di coca e un omicidio accidentale, si gioca il tutto per tutto opponendosi alla vendita della propria etichetta discografica e scritturando, su consiglio di una segretaria (intrepretata da Juno Temple) con l’orecchio giusto, un gruppo che di straordinario ha solo la rabbia e la voglia di fare a botte. Al terzo episodio trasmesso dalla HBO, la serie è stata già rinnovata per una nuova stagione, nonostante i critici non siano unanimi nell’osannarla.

La musica dal punto di vista dei soldi

La forza di Vinyl nasce dal suo osservare il mondo della musica da un punto di vista originale, quello della casa discografica. Se sia in televisione che al cinema l’obiettivo è spesso puntato sull’artista, la cinepresa di Vinyl si concentra su quella che viene spesso rappresentata come la sua nemesi e come la rovina dell’arte, l’industria musicale. Va da sè che, per quanto la musica sia al centro di tutto, i soldi (spesso sporchi) abbiano un ruolo cruciale. “Non è un racconto sul mondo del rock”, ha dichiarato Martin Scorsese alla Cinémathèque française “ma sul business di quel mondo, su quanto sia brutto e senza regole”.
Vinyl non ritrae gli anni Settanta patinati di Almost Famous: la New York rappresentata è sporca, spregiudicata, corrotta. Non un solo personaggio può essere classificato come positivo, tutti sono ambigui e spesso a dir poco insopportabili, anche e soprattutto lo stesso Finestra, interpretato da un magistrale Bobby Cannavale (Broadwalk Empire, Blue Jasmine). Se le pellicole sul rock spesso vagano per decine di minuti per poi giungere ad un qualche tipo di sdolcinato insegnamento etico-morale, la morale in Vinyl non ha nemmeno un cameo. Proprio per questo il risultato è più onesto, crudo e diretto di molti tentativi del passato: Vinyl cattura l’essenza della musica degli anni Settanta proprio perchè non cerca di trovarvi una spiegazione, una giustificazione di qualche tipo. Come i terribili Nasty Bits sono eccezionali per la loro rabbia (auto) distruttiva, lo scenario dipinto da Scorsese & co. trova giustificazione nel caos dentro e fuori la mente dei personaggi, e nelle strisce di coca che, pippate una dopo l’altra, sono così naturali che spesso risultano un contorno piuttosto che un punto focale.

Olivia Wilde

Photo credit: Gage Skidmore via Foter.com / CC BY-SA

Il cast e la seconda stagione

Oltre ai già citati Cannavale e Temple, sono parte dell’ottimo cast Olivia Wilde, Max Casella, P.J. Byrne, J.C. MacKenzie, Ray Romano e James Jagger (figlio di Mick). Anche i personaggi minori sono resi al meglio, non insipidi come a volte accade ma ben costruiti, completi e convincenti. È il caso di Robert Plant, interpretato da Zebedee Row, e Andy Warhol, interpretato da John Cameron Mitchell. Se la recitazione al limite della macchietta di Row all’inizio può sembrare esagerata, irritante e lontana anni luce dal Robert Plant in carne ed ossa, ad una seconda visione ci si rende conto di come il personaggio sia reso in modo originale, consistente e accattivante. La presenza di personaggi reali, quali i già citati Plant e Warhol, ai quali si aggiungono tra gli altri i New York Dolls e il nominato Lester Bangs, era un punto molto importante per Winter. “Avevo l’impressione che se volevamo che Vinyl risultasse come una credibile rappresentazione dell’industria discografica del 1973, era necessario mostrare e fare riferimenti a persone reali. Non farlo avrebbe significato rendere Vinyl un falso universo parallelo”, ha spiegato a Deadline. E questo punto sembra essere importante anche per la seconda stagione, come anticipato da Winter: “Probabilmente proseguiremo raccontando il 1974. La prima stagione va dal luglio 1973 alla fine dell’anno. Il 1974 è stato l’anno dell’apertura del CBGB, l’hanno in cui in un certo senso i Ramones si sono formati”. Se già i primi episodi della prima stagione si sono dimostrati rabbiosi, insomma, la seconda promette di esserlo ancora di più.

Tags:hbo,martin scorsese,mick jagger,musica,rich cohen,serie tv,terence winter,tv show,vinyl Next post

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