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Virus Ebola e 10 grandi epidemie della nostra storia

Creato il 19 ottobre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Ha varcato le soglie del mondo occidentale, prima negli States e ora in Europa. Con l’esordio del virus Ebola nel “vecchio continente” fra le varie opinioni pubbliche, politiche, d’informazione e sanitarie è scattata una campagna di presa di coscienza del problema via via più profonda. Un po’ per prevenzione, un po’ per evitare allarmismi devastanti, un po’ perché il virus, è una cosa seria.
A spaventare sono l’alta percentuale di mortalità in caso di contagio: 90%; la velocità di espansione del ceppo, i morti in costante crescendo in Liberia, Sierra Leone e Guinea e la connettività mondiale dovuta alla globalizzazione che potrebbe incidere su l’espansione dell’ebola.
Russia e Usa fanno a gara in questi giorni nell’annunciare prossimi vaccini.
L’epidemia, scoppiata nel 2014 ha finora provocato secondo l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità)  4500 morti, su 9 mila casi di contagio.
Nel 1992 fu scoperto un ceppo del virus anche in Italia, in una scimmia importata dalle filippine. Il caso non comportò contagi fra umani e fu una delle innumerevoli manifestazioni del virus ebola in 40 anni. La sua “nascita” infatti risale al 1976 nello Zaire, adesso Repubblica democratica del Congo.

Con ansiosa attesa e buoni auspici riguardo il virus Ebola, abbiamo scelto 10 diverse epidemie che hanno scandito gli anni della storia dell’Europa e non solo. L’ ordine è cronologico, accostando nel caso libri o autori per i lettori più curiosi.

  • Il primo caso di epidemia così come lo intendiamo risale al 430 a.c., durò tre anni e coinvolse il cuore della civiltà classica: Atene. Si tratta della “febbre tifoide” che ridusse di un terzo la popolazione della città.
    La scoperta del virus che uccise persino il grande Pericle, risale a circa dieci anni fa. Esaminando scheletri riesumati si riuscì a capire che la causa fu il genere “Salmonella, causa appunto della “febbre tifoide”. Tramite trasmissione orale-fecale l’epidemia partì dall’Etiopia, attraversò l’Egitto e la Libia per poi devastare la Grecia classica.
    Lo storico e militare Tucidide, che all’epoca dell’epidemia aveva intorno ai 30 anni,sopravvisse alla malattia e ne descrisse effetti e sintomi, ovviamente senza una chiara lettura scientifica.
  • Passano gli anni, e nel Grande Impero Romano, fra il 165 e il 180 d.c. la “Peste antonina” uccise 2 imperatori, Lucio Vero e Marco Aurelio Antonino e oltre 5 milioni di persone.
    Non è ancora certa la vera natura della peste. Si parla di vaiolo, di morbillo, di tifo, probabilmente “trasportata” dai soldati di ritorno da campagne militari.
    La peste è nota anche come “Peste di Galeo“, come colui che chiarì effetti della malattia ed impatto sociale nel impero.
    Il libro “L’impatto della Peste antonina” a cura di Elio lo Cascio approfondisce appieno gli anni dell’epidemia, accogliendo commenti di studiosi da tutto il mondo.
  • Il “Morbo di Giustiniano” colpì Bisanzio nel 541 dc. Durò un anno, e si dice mieté 5 mila morti al giorno.
    L’impero bizantino e la sua capitale Costantinopoli, oggi Istanbul, fu martoriata dal virus che prende il nome dall’Imperatore Giustiniano. L’estate del 541, è un momento delicato per l’Impero Romano d’Oriente. Giustiniano ha intenzione di spazzare via i Goti dall’Italia e la campagna d’Africa si è appena conclusa con l’annientamento dei Vandali. Ma non si fanno i conti coi topi che infettano marinai e soldati portando il virus nel porto egizio di Pelusium, e da lì in tutte le coste mediterranee. Fino a Costantinopoli.
    Fra i più grandi testimoni ci fu lo storico bizantino Pricopio di Cesarea, che all’inizio addirittura parlò di 10 mila vittime quotidiane.
  • Si giunge alla catastrofe che investì l’Europa tra il 1347 e il 1353, che decimò gli abitanti dell’intero continente: La “Peste nera” e i suoi 75 milioni di morti (alcune stime arrivano anche 100).
    La propagazione nella parte più orientale dell’Europa, giunse nei principali porti sardi, siciliani e francesi fino a toccare tutti gli angoli del continente. Epidemie scoppiarono nei stessi mesi in Asia e in medi-oriente, facendo presupporre che la “peste nera” sia stata ramo di un “albero” dalle dimensioni incredibili.
    Mondadori ha pubblicato un libro di John Hatcher–professore di storia all’Università di Cambridge–dicono molto interessante: “La morte nera. Storia dell’epidemia che devastò l’Europa nel Trecento
  • il 1492 sancisce l’inizio della modernità con la scoperta delle Americhe. Noti sono gli effetti drammatici delle malattie portate dagli Europei, sconosciute alle civiltà autoctone prive totalmente di anticorpi.
    Vaiolo, morbillo, influenza, varicella non poterono essere contrastati e l’85%-90% degli indigeni centroamericani morì. All’epoca la popolazione mondiale si stimava intorno ai 500 milioni. Un decimo fu sterminata da tali malattie.
  • La peste tornò nel 1630, e invase le principali capitali e città d’Italia. Milano fu uno dei centri più colpiti. Si stima che su una popolazione di 130 mila unità, più di 60 mila perirono di peste in 3 anni. A Venezia le vittime furono quasi 100 mila, a Firenze la popolazione prima dell’epidemia si aggirava intorno alle 70 mila persone. Ne sopravvissero poco più di 6 mila.
    Alessandro Manzoni, descrive magistralmente la Milano sconvolta dalla malattia nei suoi “Promessi Sposi“.
  • Trentacinque anni dopo, fu di nuovo la peste a seminare terrore. Questa volta a Londra sotto il regno di Carlo II.
    Londra perse più di un quinto della sua popolazione, con morti che potrebbero variare dalle 75 alle 100 mila unità.
    Le cause di propagazione sembrano essere riconducibili di nuovo ai ratti, stipati nelle navi proveniente da Amsterdam. Secondo gli storici nei Paesi Bassi si registrano già casi simili alla Peste nel 1654.
    La prima morte per peste ufficialmente registrata nella capitali fu Margaret Porteous, il 12 aprile 1665. Quasi sicuramente furono ignorate le morti che già mesi prima coinvolgevano contadini e abitanti di zone rurali e molto povere attorno a Londra.
    Daniel Defoe, nato nel 1660–considerato il padre del romanzo moderno inglese– scrisse una sorta di diario, una raccolte di memorie e interviste proprio sulla “Grande peste di Londra”. Defoe avendo 5 anni durante gli eventi e affida la narrazione a uno sconosciuto londinese. Il libro dal titolo “Diario dell’anno della peste” è edito da Elliot.
  • Nonostante si consideri la peste bubbonica, figlia e defunta di ere passate, tale virus sconvolse dal 1855 in poi le zone rurali di Cina e India. Inizialmente scoppiata nella regione cinese dello Yunnan, in cento anni la peste uccise più di 12 milioni di persone.
    In quegli anni cominciò a diffondersi massicciamente l’uso della fotografia che documentò, come mai in passato, i mali dell’epidemia, che fu debellata solo nel 1959.
    Nel 2009 sono state diagnosticati alcuni casi di peste in Cina e in Libia.
  • Dopo la fine del primo conflitto mondiale, nel 1918, un’altra piaga squarcio il mondo. La “influenza spagnola” uccise decine di milioni di persone in due anni di diffusione.
    Questa letale epidemia, fece più vittime della “peste nera” oltre che della grande guerra appena conclusasi.
    Con l’assenza di antibiotici– solo nel 1928 Fleming scoprirà la penicillina–il tasso di contagio fu enorme. Non si hanno stime esatte del numero di morti, ma si pensa che si aggiri intorno ai 50 milioni in Europa.
    Recentemente il virus dell’influenza spagnola è stato “resuscitato” in laboratorio, per capirne le cause e la letalità che lo caratterizzò.
    L’esperta e storica Eugenia Tognotti ha scritto un trattato su tale tema: “La spagnola in Italia. Storia dell’influenza che fece temere la fine del mondo (1918-1919)”.
  • L’ultima vera epidemia dell’era post-moderna è senz’altro quello dovuta al virus dell’immunodeficienza umana (Hiv), che si sviluppò in Africa, ma che raggiunse i media occidentali solo alla fine degli anni ’80. Al 2012 le stime parlavano di circa 1,2 milioni di vittime in tutto il mondo. In totale si parla di più di 20 milioni di morti.
    L’Aids(sindrome da immunodeficienza acquisita) è solo una malattia provocata dall’HIV, un virus che aggredisce il sistema immunitario umano. Nelle persone affette da AIDS il sistema immunitario non è più in grado di difendere l’organismo dalle malattie, e il processo degenerativo prosegue fino alla morte del paziente a causa delle infezioni cosiddette “opportunistiche”. Non esiste una cura o un vaccino per eliminare definitivamente l’HIV dal corpo, ma negli anni si sono attuare cure che ne permettono la convivenza. Le probabilità di contagio tramite il rapporto sessuale moltiplicano la loro probabilità di 5-10 volte tanto. Si stima che circa 40 milioni di persone vivano contagiate col virus Hiv e/o Aids.

 


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