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Zemàn (o Zemanne?) sotto ar cuppolone…

Creato il 24 ottobre 2010 da Radicalelibero

Zemàn (o Zemanne?) sotto ar cuppolone…

Zemàn o Zemanne? È uguale. Che si pronunci alla foggiana o alla romanesca maniera, Mister Simpatia resta sempre la personificazione di un tripudio emozionale.

Eccettuato questo inizio di stagione inatteso ma entusiasmante, l’Atletico Roma non ha mai avuto dalla sua un’orda di fan. Non facile, sia chiaro, in un contesto sportivo monopolizzato non da una, ma da due società calcistiche. C’è ‘a Roma e c’è ‘a Lazio. Eppure il Flaminio, in questo pazzo pazzo sabato di fine ottobre, sembrava, in confronto al solito grigiore, il Maracanà. Per una settimana intera i quotidiani sportivi nazionali non hanno avuto occhi, Lega Pro parlando, che per la rimpatriata di Zdenek sotto ‘ar cuppolone. Una temperie di ricordi scatenata a bella posta per scomodare la vigilia di quella che, a tutto merito, è forse la sfida più entusiasmante del girone B ma che, senza il suo simbolo dell’Est, non sarebbe altro che una noiosa partita di scarso interesse.

È finita 3 a 3. Ed è sempre più chiaro che non c’è nulla da sbigottirsi o da strabuzzare gli occhi. Né di fronte ad una difesa altissima ma colabrodo. Né tantomeno ammirando – direbbe Lotito – le res gestae delle punte rossonere. Una domenica il folletto Sau; un’altra lo scugnizzo Insigne; un’altra ancora l’altalenante Laribi. Stavolta, nella scorpacciata del sabato, è stata la volta di quella scheggia impronunciabile di nome Agodirin.

È finita 3 a 3 e forse non c’è di che meravigliarsi se gli arbitri godono a strombettare allegramente contro i Satanelli, quasi come il Foggia fosse un bersaglio e falli e cartellini le freccette. Sua Granitudine Casino Casillo fa sapere che, dovesse andare avanti così, ritirerà la squadra. Boutade capitoline. Dicesse sul serio, scoppierebbe la Rivoluzione (d’ottobre, in questo caso) dauna.

È finita 3 a 3 e, sull’affollamento dei tabellini, mancavano soltanto i nomi degli spettatori. Che erano tutti per Zemanne, a buttare qualche sguardo agli spalti. Dei circa 3500 presenti, 2500 montavano in petto cuore rossonero, altre svariate centinaia erano curiosi e vip a sostegno dell’ex coach della Maggica. Ma Zdenek fa il modesto e, ai microfoni di La7, li ridimensiona con una fase sbruffona come un motteggiare di Rocky Balboa: “Nostalgici di me? No, solo amanti del bel calcio. Ovvero, del suo. Gigi Di Biagio e Fabio Fratena, giocatori. Bobo Craxi, parlamentare. L’identikit dello zemaniano è vasto e vario come il mondo.

Ma, più di tutti, non poteva mancare Antonello Venditti. Che, al boemo – almeno così si racconta –, ne ha cantata una delle sue: “Mister, non ti riconosco più, mi hai tolto una punta a dieci minuti dalla fine (Laribi) per difenderti?”. Un sorriso, un abbraccio e via, muto ed impassibile a scrutare il prossimo impegno di campionato.



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