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007 Skyfall: e alla fine, il cielo crollò (su una Heineken)

Creato il 31 ottobre 2012 da Scribacchina

Come ogni fanciulla, soliti lettori, pure io mi son chiesta se sulla faccia di questa piccola terra esiste un uomo tutto d’un pezzo, coraggioso, intelligente, belloccio, possibilmente alto più d’un metro e ottanta, munito d’un sorriso affascinante, fine intenditor di vini e intriso di musica sotto forma d’apocalittiche colonne sonore.

Ebbene, signori, v’annuncio che quest’uomo esiste e si trova al cinematografo.
Si chiama Bond.
James Bond
.
Ha pure un soprannome, il nostro: 007 (trattasi in realtà d’una sigla – un po’ come il nome/numero del blog che state leggendo, a ben guardare).

007 Skyfall - Daniel Craig - James Bond

Già dipinsi a più riprese la mia incondizionata idolatria pel noto agente segreto di Walther PPK 7.65 mm armato.
Torno a parlarne giacché quest’oggi (mercoledì 31 ottobre) è il gran giorno della première italiana di Skyfall, ultimo capitolo cinematografico della saga bondiana, protagonista l’algido ma sempre intrigante Daniel Craig – eh, i bei tempi di Sean Connery, dannazione…

Vi confesso che volutamente non ho visto trailer o letto bugiardini colla trama del lungometraggio: stasera voglio arrivar in sala candida e innocente come una scolaretta, totalmente ignara di ciò che m’attende. L’unica cosa che mi son concessa (meglio, che mio malgrado m’è stata propinata dal diabolico piccolo schermo) è la réclame in puro stile 007 dell’Heineken.
Ho come il sentore (sagace, la Scribacchina…) che quest’ultima aziendina sia tra gli sponsor di
Skyfall.

Per una volta potrei pure evitare d’esser schizzinosa (o choosy, come direbbero madame Fornero e i di lei lessicaldiscepoli che proprio in questi giorni si stan lavando la bocca coll’odioso aggettivo) e ingurgitar la bionda bevanda - non tra le mie birre preferite, l’ammetto - brindando al fascinoso agente segreto.

Potrei, soliti lettori, ma non lo farò.
Per due motivi:
a – la Heineken vien prodotta a distanza irrisoria da casa mia; v’invito, se passate da quelle parti, a stazionare all’incrocio situato affianco alla fabbrichetta pel tempo d’un feu rouge, coi finestrini ben abbassati. Avanti: respirate a fondo, senza paura; dopo aver fatto il suffumigio colla birra in fermento, soliti lettori, vi passerà la voglia di degustare una Heineken (o una Moretti, o una Dreher, o una Ichnusa, o una delle mille birre ivi prodotte);
b – pare che stanotte si celebrerà Halloween, inutile festività d’importazione americana* che aborrisco in sommo grado; m’è giunta voce che un microbirrificio locale voglia presentare una birra alla zucca proprio stasera… ebbene, in barba alla Heineken (ma anche al sempreverde
«Martini agitato, non mescolato» e – ahimé – alla bottiglietta di Chateau Angelus 1982 protagonista di Casino Royale), potrei fare uno strappo alla regola e brindare colla birra&zucca. Alla salute di James Bond, di Halloween e degli spettri che popolano la mia piccola esistenza.

***

* «Scribacchina! Che stai dicendo? Lo sanno anche i muri che le radici della festa di Halloween sono europee…»
Diamine, solito lettore. Certo che lo so. Mica parlavo delle radici antiche, io. Parlavo della festa di Halloween intesa come masnade di marmocchi di tonaca nera vestiti che ti citofonano in cerca di caramelle, cioccolatini, pasticcini e biscottini vari.
Questo è Halloween, giovine.
Ed è il suo americanissimo aspetto commerciale quel che più mi fa ribrezzo.


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