05.09.2012 dead man's bones

Non ho mai parlato granché di musica, qui sul blog, ma visto che le cose cambiano e bla bla bla, adesso vi do qualche dritta pure su questo. Giusto per fare un po' la pretenziosa/presuntuosa, attività che mi piace saltuariamente praticare.Allora, di band e progetti musicali veramente fighi non è che ce ne siano molti in giro adesso, ma questo non è un grosso scoop. Lo scoop vero è che la gente figa resta nell'ombra e gli incapaci che sfornano un paio di pezzi carini diventano dio. No, forse non è un grande scoop neanche questo, ma pazienza.
Dicevamo. Io ho un amore abbastanza imbarazzante per Ryan Gosling, iniziato con The Believer ed esploso con Drive. Talmente imbarazzante che mi guardo su YouTube i video delle sue interviste e che conosco la sua biografia a menadito. Lo so, l'adolescenza è evaporata da un pezzo, ma che ci vuoi fare, quando uno è Ryan Gosling, è Ryan Gosling. Il tizio in questione, non solo è un attore con i controcazzi, è anche un signor musicista con cervello e senso estetico, due robe che ai musicisti di solito non danno in dotazione di default. Qualche anno fa, precisamente nel 2008, il suddetto Gosling e Zach Shields, attore teatrale che proprio da buttare nel cesso non è, hanno messo in piedi un progetto musicale che, a parer mio, non ha neanche una virgola fuori posto. Si chiamano Dead Man's Bones (e già, il nome), si ispirano a un universo tetro fatto di fantasmi e noir (Ryan, su, non esagerare con le affinità tra noi due) e collaborano con il Silverlake Conservatory Children’s Choir, un coro di bambini incredibili fondato nientemeno che da Flea.Io non vi dico nient'altro, a parte che sono solita mettere l'album in loop e ascoltarlo per 24 ore filate. Vi lascio qualche perla, ma vi suggerisco di approfondire.Merita, merita, merita.