1 dicembre 2014: sconfiggere l’Aids entro il 2030

Creato il 01 dicembre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Dal 1987, il 1 dicembre è stato scelto su scala mondiale come giorno dedicato alla sensibilizzazione sulla diffusione – e sulla prevenzione – dell’ Aids.

Quest’anno l’Unaids, programma delle Nazioni Unite di lotta contro l’infezione da Hiv, lancia un progetto tanto importante quanto ambizioso: debellare l’epidemia entro il 2030. Lo scorso luglio, nell’ambito della XX conferenza internazionale sull’ Aids svoltasi a Melbourne, è stata messa a punto la prima tappa di questo progetto. Si tratta dell’obiettivo 90x90x90, che mira ad accorciare la distanza entro il 2020: diagnosi del 90% delle infezioni da Hiv, accesso alle terapie antiretrovirali per il 90% dei malati, soppressione della carica virale nel 90% dei pazienti sottoposti a terapie antiretrovirali.

Tornando al presente, però, da Unaids giungono dati allarmanti circa la situazione italiana. Il nostro Paese, infatti, risulta al primo posto in Europa Occidentale per numero di affetti da Hiv: circa 1000 i decessi ogni anno e 140mila i sieropositivi – di questi ultimi, inoltre, si stima che una fascia compresa tra il 15 e il 25% non sia a conoscenza della propria condizione.

Su scala mondiale, invece, le notizie sono più confortanti e Unaids segnala un margine di miglioramento: i dati indicano una riduzione dei contagi da Hiv del 38% dal 2001 ad oggi. Anche i decessi sono diminuiti, dai 2 milioni e mezzo del 2005 si è scesi al milione e mezzo del 2013.

Si stima che, da più di 30 anni a questa parte, nel mondo siano state contagiate circa 78milioni di persone. Ad oggi sarebbero morte circa 39milioni di persone per infezioni opportunistiche derivate dall’Hiv, per lo più di tubercolosi.

Il periodo forse più tragico e buio di questa epidemia globale e pluridecennale risale all’inizio degli anni ‘80, quando l’ Aids iniziò a diffondersi epidemicamente. Tra il 1981 e il 1985 l’ Aids era ritenuta una malattia circoscritta a determinate “comunità”, innanzitutto quelle degli omosessuali e dei consumatori di eroina, ma anche quelle degli haitiani e degli emofiliaci. Per indicare la malattia, la stampa coniò il termine GRID (Gay-related immune deficiency), che è indicativo di come potessero essere discriminati i contagiati in quegli anni. Nel 1982 si comprese finalmente che la malattia non colpiva solo determinati gruppi di individui: nel luglio di quell’anno si iniziò a parlare di Aids. Tuttavia, solo nel 1985 l’allora presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, dichiarò che il problema dell’ Aids era una priorità per il governo. Quindi si stanziarono dei fondi per la ricerca e per debellare la malattia, ma gli sforzi non furono sufficienti e, nel 1986, le morti accertate erano già 24.559. Nel 2014 è uscito The Normal Heart, film per la televisione con Mark Ruffalo e Julia Roberts, che affronta con dovizia di particolari i primi 4 anni di diffusione dell’ Aids negli Stati Uniti.

Tags:AIDS,hiv,Unaids

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