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1 e 2 ottobre 2010: LUDWIG van BEETHOVEN, MAX BRUCK e PËTR IL’IČ ČAJKOVSKIJ al Verdi

Creato il 30 settembre 2010 da Sarettacecia

Nei primi due giorni di ottobre al Teatro Verdi di Trieste continua la stagione sinfonica con:

1 e 2 ottobre 2010: LUDWIG van BEETHOVEN, MAX BRUCK e PËTR IL’IČ ČAJKOVSKIJ al Verdi

Kovatchev

Orchestra della Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste

Direttore Julian Kovatchev

VIOLINO Federico Agostini

Programma:

LUDWIG van BEETHOVEN (1770-1827)

“Egmont” ouverture op. 84

MAX BRUCK (1838-1920)

1 e 2 ottobre 2010: LUDWIG van BEETHOVEN, MAX BRUCK e PËTR IL’IČ ČAJKOVSKIJ al Verdi

Agostini

Concerto in sol min. op. 26 per violino e orchestra

PËTR IL’IČ ČAJKOVSKIJ (1840-1893)

Quarta sinfonia in fa min. op 36

  • Nel brano di apertura, l’ Egmont si manifesta  appieno il fatalismo eroico del “secondo stile” beethoveniano, quello che sviluppa al massimo le possibilità drammatiche del sonatismo che  esplode  già nell’Adagio introduttivo.”L’Allegro con i violini in cui si incarna il tema principale dell’Ouverture, dà il via ad ampi, passionali anzi terribili sviluppi dove una potente energia passa di volta in volta ai diversi strumenti o settori dell’orchestra (accordi ribattuti, fanfare selvagge dei corni, gemiti e slanci). Infine, sulla calma sacrale di alcuni accordi, dal conflittuale fa minore si passa al sereno fa maggiore per una “Marcia trionfale” che è un canto di giubilo. E’ un finale epico e grandioso nell’esaltare l’idea di libertà che ritroveremo, a conclusione della tragedia, in coda alle ultime parole di Egmont”(A.Cantù).
  • IlConcerto per violino e orchestra n. 1 in sol minore op.26 di Max Bruch che segue,appartiene al ristretto novero dei Concerto romantici per violino, strumento che il compositore tedesco prediligeva in conseguenza anche della stima ed amicizia che aveva per Joseph Joachim, uno dei più famosi violinisti del suo tempo. Ma non solo, anche per la cantabilità melodica che questo  strumento può esprimere. La genesi del concerto fu alquanto laboriosa e lunga: quattro anni in cui Bruch rivede più volte la partitura fino alla versione definitiva che vide il contributo prezioso dei consigli di Joachim. Protagonista del branoè il violino Federico Agostini,triestino, formatosi con i maestri Gulli e Zanettovich e componente dei  Virtuosi di Roma e dell’ensemble “I Musici”. Assiduo frequentatore del repertorio da camera, Federico Agostini è regolarmente ospite di importanti festival e suona con illustri musicisti fra i quali Bruno Giuranna, Jaime Laredo, Joseph Silverstein e Janos Starker. Nel 2004 ha fondato il “D’Amici String Quartet” e dal 2002 risiede negli Stati Uniti dove è Professore di violino all’Indiana University Jacobs School of Music di Bloomington.
  • Il programma si chiude con la Quarta sinfonia in fa minore op.36 di Piötr I. Caikovskij che così ci guida all’ascolto: «L’introduzione – scrive infatti il compositore – è il nocciolo di tutta la sinfonia: l’idea principale è il fato, nefasta potenza che si oppone alla conquista della nostra felicità e che malignamente si adopera perché il benessere e la pace non siano mai completi, mai privi di nubi». Eseguita per la prima volta a Mosca il 10 febbraio 1878, la Quarta segna un’evoluzione nel percorso compositivo sinfonico  di Caikovskij e si caratterizza sia per l’omogeneità stilistica dei suoi quattro movimenti, sia per il carattere tragico e appassionato di impronta  autobiografica del lavoro. L’esordio del lavoro, in Andante sostenuto, è un attacco di carattere teatrale,  un “gesto sonoro” spettacolare piuttosto che un Tema o  un Leitmotiv da sviluppare. L’ ”idea fissa”, infatti,  riapparirà senza modifiche significative sia nello Sviluppo, con effetto paralizzante sugli elementi tematici, sia in coda al movimento, a ribadire l’invincibilità del fato. La troviamo infine a gettare ombre sulla “Festa russa” del Finale.

LINK UTILI:

  • Per maggiori informazioni sul concerto e sui biglietti Teatro Verdi (fonte delle info e foto qui sopra)
  • informazioni su Julian Kovatchev
  • informazioni su Federico Agostini
  • Lo stesso spettacolo il 30 settembre al Teatro Verdi di Pordenone


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