impiegati in varie forme di lavoro pericoloso, come il lavoro in miniera, a contatto con sostanze chimiche e pesticidi agricoli o con macchinari pericolosi. E' il caso dei bambini impiegati nelle miniere in Cambogia, nelle piantagioni di tè nello Zimbabwe, o che fabbricano bracciali di vetro in India.
Un altro aspetto, ancora più disgustoso, è lo sfruttamento sessuale dell'infanzia, che vede il coinvolgimento di almeno un milione di bambini.Non tutto il lavoro infantile è, allo stesso modo, censurabile, o almeno, non tutti i casi di lavoro minorile sollevano lo sdegno di quelli elencati sopra. A volte si tratta di necessità impellenti, nelle aree di grande povertà, che però non intaccano l'istruzione. Ma quasi sempre, legato al lavoro minorile vi è, nel migliore dei casi sfruttamento, nel peggiore rischi gravi per la salute e degrado. La Festa del Lavoro è, probabilmente, anche il riconoscimento della dignità -parola così abusata che rischia di diventare insignificante ma che bene esprime il concetto- di chi lavora, preso tra la necessità di lavorare e l'esigenza di tutelare la sua unica vita. Quello che segue è un documentario del 1970 del regista Luigi Comencini sul lavoro minorile a Napoli negli anni '70 del secolo scorso, trasmesso da Rai Scuola. Tra commedia all'italiana troppo realistica e specchio di una realtà che non cambia questo filmato del Comencini padre (ma occorre ricordare anche l'impegno della figlia) analizza la realtà italiana, quella meno turistica, quella cioè del mondo del lavoro, il più delle volte così lontana dagli standard trasmessi dai buoni intenti della politica da sembrare una ricostruzione fantasiosa più che una riproduzione fedele della realtà.