1° Maggio: la Festa del (non) Lavoro

Il primo maggio si festeggia una ricorrenza importante, la Festa del Lavoro e dei Lavoratori, che riveste un’enorme importanza in molti Paesi ma in particolare per un popolo come il nostro che – all’articolo 1 della propria Costituzione – fonda proprio sul lavoro le radici della propria vita sociale e democratica, “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul Lavoro”.
La Festa del Lavoro istituita a fine '800, ci ricorda anche le lotte dei Lavoratori e dei Sindacati, per ottenere quei diritti, ottenuti con sacrificio ed oggi lentamente sottratti, aboliti nell’assordante silenzio generale.
Dal 1990 viene celebrata anche con il notissimo concertone che si svolge in piazza San Giovanni a Roma, grazie all’accordo e ai fondi messi a disposizione dal Comune, dalla Regione e dai Sindacati.
A differenza del passato, a mio avviso quest’anno non credo sia opportuno festeggiare, non c’è nulla da festeggiare, semmai c’è da cogliere l’opportunità per riflettere. …riflettiamo sul numero stratosferico di lavoratori licenziati, per delocalizzazione, da parte dell’impresa per la quale lavoravano… …riflettiamo sul numero stratosferico di lavoratori in cassa integrazione che hanno visto drasticamente crollare il proprio salario e non sanno se e quando avranno la possibilità di rientrare in azienda… …riflettiamo su quei lavoratori e su quelle famiglie che in conseguenza della perdita del lavoro e/o sulla parziale riduzione dei salari non sono più stati in grado di pagare il mutuo della propria casa, e hanno visto qualcuno portargliela via…  ...riflettiamo e riflettiamo ancora... In questi ultimi anni e mesi abbiamo visto, credo, la notte più fonda del nostro Paese nel dopoguerra, l’Italia è rimasto ormai un Paese per furbi, evasori e politici, il resto della popolazione sta soffrendo… Vale davvero la pena rimanerci ancora?
La ricorrenza del primo maggio assume quest’anno, a mio avviso, le sembianze di una commemorazione “alla memoria”, la Festa del Lavoro che non c’è più.
nanni