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1 marzo giornata mondiale autolesionismo

Da Quipsicologia @Quipsicologia

Il primo marzo è stata la giornata mondiale sull’autolesionismo, giornata non molto nota, a differenza ad esempio della giornata mondiale della salute mentale, e su cui voglio brevemente soffermarmi.

Autolesionismo è qualsiasi comportamento intenzionale che danneggi il proprio corpo, senza l’obiettivo di uccidersi. I modi per farsi male sono diversi: tagliandosi, procurandosi delle bruciature, scorticandosi la pelle, mordendosi, colpendosi con oggetti vari ecc.

Qualche riga sui motivi dell’autolesionismo

giornata autolesionismo
Perché una persona dovrebbe fare qualcosa di dannoso al proprio corpo? Ho già cercato di rispondere a questa domanda in altri post e qui mi limito a dire che i motivi che spesso spingono all’autolesionismo possono essere raggruppati in due grosse categorie: da un lato l’autolesionismo dà l’illusione di una via d’uscita da emozioni che la mente non riesce a tollerare, ad esempio la tristezza o la rabbia, dall’altro lato, l’autolesionismo permette ad alcune persone di recuperare un contatto con la realtà, di risvegliarsi da torpore e vuoto, di avere la sensazione di essere vive.

Qualunque sia il motivo, l’autolesionismo dà una sensazione di sollievo dai propri affanni, sebbene chi lo pratica sa che questo sollievo dura poco e che non è questa la strada per risolvere i problemi.

E qualche riga su chi ricorre all’autolesionismo

Disegnare un ritratto di chi ricorre all’autolesionismo non è semplice, perché si tratta di un comportamento trasversale al genere sessuale, alla razza, al grado d’istruzione, alla religione, al livello economico. Ciò nonostante possiamo dire che:

  • l’autolesionismo è diffuso soprattutto tra le ragazze;
  • spesso chi ricorre all’autolesionismo ha difficoltà a riconoscere le proprie emozioni;
  • chi ricorre all’autolesionismo ha una storia di abuso fisico, sessuale o psicologico rispetto al quale l’autolesionismo potrebbe essere il tentativo di esercitare un controllo;
  • chi ricorre all’autolesionismo ha spesso problemi di depressione, abuso di sostanze, sintomi ossessivi.

In casi del genere, il consiglio è sempre lo stesso: rivolgersi a uno psicologo o ad analogo professionista.

Per approfondire

Tagliarsi e sentirsi meglio: cutting e autolesionismo

Autolesionismo: tagli e bruciature che danno sollievo

Farsi male e stare meglio

Depressione in adolescenza: un velo nero copre ogni cosa

Perché è così difficile chiedere aiuto a uno psicologo?

Photo credit: Kiran Foster

Rosalia Giammetta, psicologa e psicoterapeuta, si occupa di adulti e adolescenti, a Roma. In particolare, è specialista in disturbi d’ansia e depressione e nella prevenzione dei comportamenti a rischio. Ha condotto numerose attività di formazione e ha pubblicato il volume L’adolescenza come risorsa. Per saperne di più, visita la sua pagina personale e leggi gli altri articoli.

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