La signora Lina lavora a Roma nella zona di S. Pietro, che raggiunge ogni giorno con treno e bus. Trova faticoso il pendolarismo, ama i bambini e se ne prenderebbe volentieri cura in cambio dell’alloggio. Non dispongo di altre notizie.
Le lettrici interessate mi scrivano (noinonne@mail.com) per avere la sua mail.
Mi chiedo, piuttosto frustrata dall’impossibilità di saperlo, se a impostare la ricerca è stata la “solita” nuora ( caso classico) o il figlio (più infrequente, ma potrebbe malsopportare la madre), oppure altri familiari ( la consuocera, per consigliare l’afflitta figliola?). A prescindere dalla sgradevolezza del termine ( educare o avvezzare quanto meno non evocano animali, pur non migliorando il concetto) si tratta di persone che vivono con disagio la convivenza. Che infatti è sconsigliata dagli esperti della famiglia, ma può essere inevitabile per ragioni varie, spesso economiche.
Se infatti abbondano le vittime di suocere invadenti e prevaricatrici, prime responsabili (statistiche alla mano) di separazioni e divorzi, non mancano gli adulti “bamboccioni” e pretenziosi che vorrebbero addestrare (in tal caso la scelta lessicale è appropriata!) la povera donna a servirli e riverirli. Malissimo in entrambi i casi, manco a dirlo. E allora, qualora si debba di necessità convivere, è possibile farlo con equilibrio e tranquillità? Provo anch’io a interpellare google e scrivo: “Come vivere bene con la suocera”. Missione impossibile, sto cadendo in depressione, ogni famiglia a casa propria… Così intitolano i primi siti. Non mi arrendo, continuerò la ricerca!
Archiviato in:Attualità, Riflessioni