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1 novembre 1962: viene lanciato il primo numero di Diabolik

Creato il 01 novembre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Il lungo successo di Diabolik – diciamolo pure – è dovuto in gran parte alla più classica delle fascinazioni che colpiscono l’ immaginario specialmente nostrano : il crimine.
Per non scrivere quanto è stato detto e ripetuto alla nausea sulla figura di Diabolik tenterò una chiave di lettura differente dalle solite del fumetto e del fenomeno.
Il personaggio delle sorelle Giussani, specialmente nei loro tratti, scarnifica in un manto di tenebra i grandi temi stilistici che sarebbero andati ad accompagnare gli anni Sessanta : se non possiamo dire che in Diabolik esiste una profondità letteraria e filosofica di ampio respiro, che troviamo in protagonisti e comprimari di autori come Pratt e Crepax, è ragguardevole notare la capacità delle autrici di aver saputo riprodurre un mondo a sé stante, conferendo ai protagonisti di labirinti introspettivi tutt’ altro che banali, anche se spesso soltanto suggeriti.

Perché Diabolik è così anni sessanta? O meglio : perché non è “postmoderno” ?
Diabolik ed Eva sono eleganti, paradossalmente persino educati nello loro perversione, intimi nei loro rapporti non sempre ostentati con abbondanza. Vestono splendidamente e parlano poco. Sono bellissimi: non tutti sanno che il volto di Diabolik è un debito nei confronti di Robert Taylor, uno tra i divi più amati dal pubblico femminile nella storia dell’ Hollywood che fu.
Non amano la volgarità : anche nella loro violenza vi è un che di armonioso : non a caso Diabolik non usa armi da fuoco, ma romanticamente il coltello, silenzioso, discreto e notturno come lui, o come la Jaguar di cui si serve.
E’ profondamente pre-sessantotto, pur nella sua trasgressività, anche nel tormentato e un po’ morboso rapporto con il suo rivale ed alter-ego Ginko.
Ginko e Diabolik si rispettano perché sanno di essere speculari: non è forse questa coppia di eterni antagonisti tanto vicina ai grandi uomini d’ altri tempi che bazzicano, in forme diverse, le strade del nero americano o del noir francese?
Diabolik è , infine, un cultore dell’ energia individuale.
Nel 1968 Mario Bava trasse un buon film dal fumetto in cui la parte di Ginko era riservata al grande Michel Piccoli. Ma se davvero volete entrare nelle atmosfere che al cinema più si sono avvicinate all’ immaginario delle sorelle Giussani, almeno per stile e scenografie, forse di Mario Bava dovreste vedere Sei donne per l’ assassino (1964).


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