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Creato il 10 novembre 2014 da Malvino
Sulle voci di dimissioni che Giorgio Napolitano sarebbe intenzionato a dare entro la fine di quest’anno, Marzio Breda, che in più di un’occasione si è prestato a farsi portavoce di ciò che il Quirinale intendeva comunicare in modo ufficioso, ci informa che «non vuole sciogliere lui le Camere nel caso di voto anticipato» (Corriere della Sera, 9.11.2014), ipotesi che evidentemente considera assai probabile, e con molti solidi motivi data la buona vista che si gode da quel Colle. In pratica, rifiuta di ammettere il fallimento del mandato suppletivo che si è dato dalla metà del primo settennato, rinnovandolo e ampliandolo nell’accettare la rielezione: nessun Presidente della Repubblica è mai stato tanto attivo quanto lui alla sceneggiatura, al casting e alla regia di quanto andava in scena e, ora che la commedia rivela tutta l’inconsistenza della trama e l’inadeguatezza degli attori, pare voglia svignarsela dall’uscita di servizio, per non beccarsi i fischi, con ciò onorando la definizione che ne diede chi di lui disse che «il suo stemma araldico dovrebbe essere un coniglio bianco in campo bianco». Niente della grandezza d’un altro commediografo napoletano, l’Eduardo De Filippo di cui proprio in questi giorni ricorre il trentennale della morte, che una sera s’alzò dal posto che occupava in platea, interruppe la commedia di cui era l’autore e il regista, e disse: «Signori spettatori, l’attore qui ha recitato la battuta in modo diverso da come l’avevo scritta e da come gli avevo spiegato andasse recitata: vogliate scusarmi, adesso la ripeterà come si deve».

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