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Creato il 10 dicembre 2012 da Malvino
Scorro i nomi degli autori che riempiono tre scaffali alle mie spalle, quelli dedicati all’apologetica cristiana: Giustino, Cipriano, Tertulliano, Origene, Lattanzio, Agostino… Poi torno alla lettura di Francesco Agnoli e concludo che la difesa argomentata del cristianesimo – arte per alcuni, per altri vera e propria scienza – è andata a finire proprio nella merda. Contro gli ebrei, contro i pagani, contro i musulmani, contro i luterani e poi contro il razionalismo, l’illuminismo, l’agnosticismo, l’ateismo, intelligenze tese fino allo spasimo nella costruzione di sofismi nei quali le tautologie erano avvolte così bene da sembrare verità indiscutibili, e qui invece che c’è? C’è uno che s’arrampica sugli specchi nel tentativo di convincerci che, «se è vero che la chiesa ha alfabetizzato l’Europa, allora è giusto che non paghi l’Imu» (Il Foglio, 6.12.2012).Miserabile il fine, risibile l’argomento: «Con il crollo dell’impero romano – scrive Agnoli – l’istruzione viene a mancare. Solo i monaci, indefessi lavoratori vivificati dalla virtù teologale della speranza, dopo aver arato e coltivato i campi, leggono, studiano e copiano nei loro scriptoria le opere antiche e moderne. […] I monaci non solo copiavano i testi, ma civilizzavano le popolazioni barbariche, scrivendo per loro poesie, preghiere, grammatiche e dotando quei popoli di un senso della storia. […] Durante i secoli dell’Alto medioevo l’istruzione è impartita dalle scuole monastiche e dalle scuole cattedrali, nelle quali si insegna il principio della fides quaerens intellectum, e che costituiscono l’antefatto delle università. […] Se ci spostiamo più avanti nel tempo, è con il Concilio di Trento che nascono numerosi ordini religiosi dediti all’istruzione dei poveri, altrimenti destinati all’analfabetismo…».Bene, tante falsità meriterebbero soltanto un fitto lancio di fumanti palle di letame. Basterebbe rammentare che la chiesa è sempre stata contraria all’istruzione di massa, fino a non più di un secolo e mezzo fa, e a chi sapeva leggere ha sempre fatto divieto di leggere unenorme quantità di opere e, almeno fino al 1820, perfino di possedere una Bibbia. D’altronde il rogo di libri è usanza di cui non si ha notizia prima dell’avvento del cristianesimo (At 19, 19-20). Di quale «istruzione» va blaterando, allora, il nostro apologeta da quattro soldi? Di quella di cui la chiesa si fece monopolista per secoli, allo scopo di conquistare e mantenere una posizione egemone, per esercitare un’azione di controllo sulle élites e sul potere politico. La scuola cattolica cui Agnoli vorrebbe fosse esente dall’Imu non è che la forma residuale dello strapotere dei chierici lungo un arco di tempo che copre più di un millennio e che è stato lo strumento per foggiare l’Europa a misura dei loro interessi. Che oggi trovano difesa nello sgangherato bignamino di uno stronzetto.  

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