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Una risposta precisa non la so dare, ma so con certezza che se non scrivessi perderei pezzi di me che talvolta nemmeno una memoria perfettamente allenata riuscirebbe a conservare; certe sfumature passano, certe immaggini svaniscono, e non tornerebbero più se di tanto in tanto non le andassi a ripescare, sia sulle agende che sui blog.
Ed è una cosa che bisognerebbe fare, per chi come me, adora farlo, sulla carta, sempre con la stessa penna, la pilot blu dalla punta sottile, il tratto leggero e scorrevole che mi accompagna sin dai tempi delle scuole superiori.
Quando iniziai di preciso non lo so, ma so con precisione che il mio primo piccolo e arzigogolato "romanzo" è ancora lì, in un cassetto, sui fogli gialli a quadretti, di quelli che si mettono e tolgono dai raccoglitori, un pò usurato dal tempo ma sempre lì a ricordarmi chi ero, cosa leggevo per prendere ispirazione, cosa sognavo e chi ricordavo.
Quest'anno, poi, più degli altri anni, è un ricordare continuo un "dieci anni": le Torri Gemelle, il G8, Yamamay, il nuovo disco degli Aerosmith, l'omicidio di Erika de Nardo, i dieci anni da "Iowa" dei miei adorati Slipknot. Sembra che questo sia l'anno del celebrare qualcosa, di una campana che rintocca veemente una mezz'ora, per ricordarmi che è lì, presente, accanto a me. Tangibile.
Non ho mai sopportato cose come: "i miei primi dieci anni". Non ho festeggiato i dieci anni dalla fine delle scuole, i dieci anni che mi hanno portato dove sono adesso, dove un tre ormai campeggia davanti agli altri numeri, laddove prime erano quei numeri che sancivano la mia ancora giovanissima età.
Non vorrei fare un elenco, ridurmi a ricordare meramente, a produrre un tangibile archivio dei ricordi.
Sono semplicemente stupita dalla molttitudine di cose che mi hanno accompagnata, talune che se ne sono andate per sempre, altre che sono ancora qui, nonostante i problemi e i diversi percorsi. Alcune cose sono troppo personali, altre fanno troppo male per essere ricordate, ma so che ci sono perché in quelle pagine c'è tutta la mia vita. Adesso come tra mille anni.
Quando nessun libro de: "i miei primi 40 anni" sancirà in maniera così netta il passaggio della vita.
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