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5)Una vita sana
Adottare uno stile di vita salutare – alimentazione e attività fisica – permette di limitare e controllare l’aumento di peso determinato dai farmaci per il disturbo bipolare II. Inoltre diminuisce le probabilità di cadere in depressione.
“Uno stile di vita sano funziona per tutti. Ma, se soffrite di disturbo bipolare II, assume un ulteriore significato. Prendervi cura di voi stessi, mantenervi in salute e imparare tecniche rilassanti non solo tiene il vostro corpo e la vostra mente in equilibrio, ma può anche allontanare molti dei sintomi più drammatici del disturbo bipolare II: l’ansia debilitante, l’irritabilità, gli eccessi inappropriati e la rabbia. [...] “Poichè molte medicine per il disturbo bipolare rallentano il metabolismo (tenendo così a bada l’ansia ipomaniacale), l’attività fisica vi aiuterà almeno a prevenire che il metabolismo lento si impigrisca, permettendovi di tenere sotto controllo il peso”.
6) Porgere la mano
Le persone con disturbo bipolare possono avere problemi relazionali ed essere portate dalla malattia, nella fase depressiva, all’isolamento. Occorre sforzarsi di mantenere le relazioni sociali e incontrare persone nonostante il desiderio di isolamento.
“Quando siete depressi, tenete il mondo lontano da voi e non volete vedere nessuno. Ma l’isolamento peggiora solo le cose, quindi sforzatevi di chiamare gli amici, fissate un appuntamento (e mettetelo nel vostro programma). Lo stesso vale per la mania. Se qualcuno che amate si è trovato in imbarazzo o si è arrabbiato quando eravate ansiosi in modo maniacale, non nascondetevi. Potrà amarvi nonostante gli alti e bassi o, in questo caso, nonostante la depressione e la mania”.
7) Confidarsi
Parlare del disturbo bipolare II con le persone che si amano, famigliari e amici più stretti: sono un valido aiuto nella gestione quotidiana della malattia. “Il disturbo bipolare può mettere a dura prova tutte le vostre relazioni interpersonali, specialmente quelle più intime. Ma avete bisogno del supporto della persona amata, e parlare alle persone che vi sono vicine vi aiuterà. […] Assicuratevi l’aiuto dei vostri cari. Probabilmente si accorgeranno dell’avvicinarsi di una crisi ancora prima di voi. Vi potranno aiutare a rispettare la vostra routine e ricordarvi di prendere i farmaci e, in caso di necessità, potranno chiamare il vostro psichiatra o psicoterapeuta in aiuto”.
L’88% delle persone con depressione e disturbo bipolare afferma che tale condizione ha nuociuto alla propria carriera: se la malattia condiziona il proprio rendimento può essere d’aiuto parlarne con il capo e con i colleghi. “La salute è un problema soltanto vostro, ma se il disturbo bipolare II condiziona il vostro rendimento sul lavoro, allora è il caso di confidarvi con il capo e i colleghi. In questo modo potranno capire meglio i cambiamenti del vostro comportamento e, si spera, saranno più comprensivi”.
9) Prepararsi alla crisi
Una persona con disturbo bipolare II, quando intuisce l’avvicinarsi di una fase ipomaniacale, può seguire alcuni accorgimenti che permettono di gestire la crisi.
“Come chi ha bevuto troppo, anche una persona che sta cominciando a provare sentimenti euforici, impulsivi, onnipotenti, ha bisogno di una guida. Ecco qualche suggerimento per quando sentite di toccare il cielo con un dito: date le chiavi della macchina e le carte di credito a un amico fidato; rispettate le vostre abitudini decidendo in anticipo quanto tardi farete la sera; evitate l’alcol e sostanze simili; riducete al minimo il contatto con persone aggressive; prendete le medicine con scrupolosa regolarità; chiamate lo psichiatra per vedere se può regolare la vostra terapia”.
10) Le medicine
Ogni persona con disturbo bipolare II deve rivolgersi a un medico specializzato (psichiatra) e individuare così il regime terapeutico adeguato.
“Qual è il criterio per scegliere un farmaco piuttosto che un altro? Talvolta gli effetti collaterali di certi medicinali sono intollerabili, mentre alcune alternative possono risultare poco efficaci; anche il dosaggio varia molto in base al prodotto utilizzato. In poche parole, dato che ogni persona è unica, allo stesso modo lo sarà anche il suo regime terapeutico”.
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