Che la creatività sia una dote innata riservata a pochi eletti o che un’idea creativa giunga all’improvviso bell’e finita sono alcuni dei miti che circondano creatività e pensiero creativo. A questo argomento David Burkus ha dedicato un libro dal titolo The Myths of Creativity, libro molto piacevole che ho appena finito di leggere.
Quali sono i miti sulla creatività, secondo Burkus?
1. Mito dell’Eureka: le idee nuove vengono dal nulla.
In realtà, il processo creativo richiede un tempo di incubazione, durante il quale idee e informazioni rilevanti indugiano al di fuori della consapevolezza. Il più delle volte la creazione è un processo, non una lampadina che si accende all’improvviso: è il risultato di un percorso che richiede disciplina, ragionamento e fantasia.
2. Mito della genetica: la creatività è una dote inscritta nel DNA.
Gli studi non hanno individuato nessun gene della creatività.
3. Mito dell’originalità: le idee creative sono concetti interamente originali.
La creatività consiste nella combinazione di idee precedenti o nella individuazione di nuove applicazioni per ciò che esiste già.
4. Mito dell’esperto: solo una persona con una formazione specialistica può produrre soluzioni innovative.
Molte idee creative derivano da persone che conoscono un dato ambito ma che riescono a non rimanere bloccate dalle informazioni che possiedono.
5. Mito degli incentivi: gli incentivi, monetari o di altro tipo, promuovono la creatività.
La creatività è legata a una motivazione intrinseca, interna alla persona, al piacere e alla gioia nel fare qualcosa.
6. Mito del creatore solitario: le idee creative nascono nell’isolamento e dallo sforzo di una persona singola.
La maggior parte delle idee innovative e creative proviene da un gruppo di lavoro formato da persone con competenze di vario tipo, proviene dalla collaborazione. La Cappella Sistina è un capolavoro, ma non l’ha di certo dipinta Michelangelo da solo.
7. Mito del brainstorming: la creatività richiede il flusso disorganizzato di idee che viene fuori dal brainstorming.
Il brainstorming in un gruppo di lavoro è un valido strumento solo se calato in una strategia che preveda una sintesi delle idee emerse in modo libero.
8. Mito della coesione: un gruppo di lavoro creativo è un gruppo coeso.
Un gruppo che funziona bene non solo tollera il dissenso ma lo utilizza per arricchirsi e percorrere strade nuove.
9. Mito del vincolo: i vincoli diminuiscono la creatività ed è meglio disporre di risorse illimitate.
I vincoli sono necessari al pensiero creativo.
10. Mito della “trappola per topi”: se è buona, l’idea sarà subito accettata.
Le idee nuove sono spesso rifiutate e vanno pubblicizzate e spiegate.
Questo significa che la creatività è potenzialmente alla portata di chiunque, ma richiede fatica. Richiede anche un lavoro fatto da soli e la condivisione in gruppo, un nuovo sguardo su cose già esistenti, la capacità di formulare e tollerare critiche.
Per approfondire
David Burkus (2014). The Myths of Creativity. Jossey-Bass.
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Photo credit: bplanet
Rosalia Giammetta, psicologa e psicoterapeuta, si occupa di adulti e adolescenti, a Roma. In particolare, è specialista in disturbi d’ansia e depressione e nella prevenzione dei comportamenti a rischio. Ha condotto numerose attività di formazione e ha pubblicato il volume L’adolescenza come risorsa. Per saperne di più, visita la sua pagina personale e leggi gli altri articoli.
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