10 motivi per cui non mi sposerò mai

Da Annamariacataratta @AMcataratta
Quale donna, dico, quale donna non ha desiderato anche solo per un momento di indossare un lungo abito con lo strascico e procedere sorridente e commossa in mezzo a file di sguardi curiosi e accecanti flash?
No, signore, qui non si parla di red carpet, qui si affronta l’argomento scottante e ostico dei matrimoni. E sì, perché a maggio anche la più arida donna non può che sfoggiar il suo occhio più languido di fronte alla tracotanza dell'amica vestita da meringona.

Se questa è la vostra amica meringona,
mi dispiace molto per voi


Complice un pullulare abnorme di fotografie del gran giorno su Pinterest, nei riguardi del matrimonio provo forti e contrastanti sentimenti, che smorzo sempre con lo stesso metodo: sguaino la mia penna, cospargo il pavimento di cellulosa e stilo liste su liste. Alla fine del processo arriva la catarsi: getto tutto nella pattumiera e mi dedico ad attività più concrete (soprattutto se nel mentre Rocco il gatto decide di irrorare di sacro piscio tutto il compilato). L’unica lista superstite è quella che vi sottopongo qui di seguito, ovvero tutti i motivi per cui non mi sposerei mai.
Addio al nubilato: per quanto io cerchi di circondarmi di persone mediamente savie e anche di buon gusto, potrebbe anche capitare che qualche outsider decida di organizzare una cosa "divertente" con veletta posticcia e gadget a forma di pene. Il sol pensiero mi inorridisce così tanto che, nel dubbio, preferirei rimanere zitella.  Per non parlare di quella robaccia con spogliarellisti vestiti da pompieri, uhsignur, sto già arrossendo. E no, non parlo di fantascienza, io certe cose le ho viste con i miei occhi nelle vostre cartelle di facebook, maledetti.

Mentre voi ridete, là fuori c'è gente che trova divertente una torta
 con un pisello che spunta dal boxer leopardato


Invitati: perché diciamolo a metà della popolazione civile mentalmente stabile un invito a un matrimonio fa più o meno lo stesso effetto della cartella esattoriale di equitalia. L’idea di essere nominata tra un improperio e un altro da qualche mio amico proprio non mi alletta (non faccio mistero della mia scaramanzia patologica). Per questo motivo la mia lista degli invitati comprende solo una 30 di intimi, già avvezzi alle mie stramberie. Ma immaginate solo per un istante la faccia di mia madre o di mia suocera quando mi chiederà di invitare l’amicodelfratellodelcognatodellazia e io risponderò con un sonoro no. La reazione degli astanti sarebbe paragonabile solo al processo di fissione di un atomo.
Regalo di nozze: nella mia top ten, il cadeaux è la cosa che mi disturba più di ogni altra. La lista nozze mi deprime, le buste mi fanno torcere le budella, l’idea di ritrovarmi in casa con un fenicottero di argento di dimensioni naturali mi atterrisce. Come la mettiamo? La mettiamo che io vorrei che ciascuno dei miei invitati contribuisse in maniera pratica all’organizzazione del grande evento. Tutti i partecipanti, nelle settimane precedenti, saranno costretti intorno a un tavolo a stagliuzzare decorazioni. Verranno risparmiati solo quelli con attitudine artistiche musicali, che invece si dovranno esibire durante la cerimonia (amici musicisti, tremate). L'unico regalo che accetterei sarebbe l'impegno - il che, mi rendo conto, è inverosimile.

Ma forse forse il fenicottero...


Abito bianco: è l’unico vero motivo per cui sarei disposta a concedere la mia mano allo Squinzio (che per la verità, manco me l’ha chiesta). Sono sulla questione alquanto combattuta. Il sogno sarebbe Vera Wang o meglio ancora Cortana (la cui boutique è solo a Madrid e Barcellona, ma che importanza ha). Però la tentazione di metterlo in culo al consumismo e comprare un abito di pizzo da HeM è veramente grande. È certa una cosa: dopo il matrimonio il mio abito penderà al centro della mia prima stanza in tutta la sua decadenza barocca, con una luce che lo illumina dall’interno.

Cortana

H&M


Trucco-Parrucco: credo proprio che non accetterei di cedere lo scettro di makeupartist a nessuno, quindi penso che mi truccherò da sola, davanti allo specchio con le sorelle veleno vestite a festa che mi zompettano intorno, facendomi sbagliare la riga di eyeliner. Per i capelli, voglio una bella coroncina di fiori, probabilmente chiederò al mio coiffeur del cuore (i mariti si cambiano, i parrucchieri no).

Fotografie: aborro quelle pose plastificate nella camera da letto con la sposa si sfila dal cosciotto una giarrettiera comoda quanto un cilicio. Per non parlare di quegli album che il sol guardarli fa scendere un’ernia. Preferisco un hashtag e una sfilza di persone munite dei loro migliori mezzi elettronici pronti ad immortalarmi in ogni istante (per fortuna ho alcuni amici molto bravi).

In fondo io voglio scatti spontanei tipo questo


Buffet: lo so che la vita è troppo breve per essere timidi di fronte a un buffet, ma a me le sgomitate davanti a del buon cibo mi danno davvero molto fastidio. Per non parlare dei maschioni che tra una portata e un’altra si allentano la cinta del pantalone. Voglio solo roba che si può afferrare con pollice ed indice, deliziosa, in dosi moderate, e pure un po' bbio.

Table mariage: secondo una utilissima ricerca di non so quale università sperduta di un paesello del centro America il primo motivo di separazione delle coppie entro un anno dal matrimonio è proprio l’organizzazione dei tavoli.  Ho risolto l'annosa questione, progettando un unico tavolo lungo, in modo da minimizzare le combinazioni possibili. In alternativa ci sarebbe anche l'idea di sistemare tutti su un grande prato verde, con delle graziose tovaglie da picnic, ma la lombosciatalgia come bomboniera non sarà cosa gradita, quindi meglio desistere.

Musica: Indovinate un po'? Chi desidero più di ogni altro per curare la colonna sonora del mio matrimonio? Ma naturalmente i Nobraino. E questa cosa pone il veto definitivo sulla mia decisione di impegnarmi tutta la vita o meno. Io senza i Nobraino non mi sposerò mai. Certo, il mio Squinzio potrebbe anche iniziare una campagna virale sui social network per convincere Kruger a fare una buona azione (compiendo così il più grande gesto romantico dai tempi de Il laureato).
Potrebbe.
 Dovrebbe.
E comunque mal che vada potrebbe ingaggiarli in versione ridotta per la serenata (e che il trash sia con noi). E chissà che Kruger non riesca a risolvere anche il problema dell'addio al nubilato (ma questo semmai non lo pubblicizziamo troppo)A proposito di Kruger, con questa canzone, particolarmente azzeccata vi lascio
Chi me lo ha fatto fare - Nobraino
(E se proprio non vi va di sorbirvi tre minuti dei miei beniamini o non volete cogliere il messaggio incredibilmente smielato che volevo lanciare, qui di seguito troverete l'unico vero motivo per cui potrei decidere di fare questa pazzia e convolare a giuste nozze)


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