Magazine Horror
C’era una volta, once upon a time, il était une fois, oppure, érase una vez. Quattro lingue che si possono definire vecchie come il mondo, insieme a milioni di altre ancora per dare un magico inizio ad una storia che non ha precedenti, la mia storia. Tutto ebbe origine a Parigi, nel lontano 1493, tempo in cui ci fu la prima ondata della fatidica “caccia alle streghe”. Le streghe dell’epoca erano costantemente braccate, sia esse buone che malvagie. Tutta colpa dell’ignoranza del popolo e del loro sovrano Luigi XIV, che non conoscendo la magia del mondo che gli circondava, fecero di tutta l’erba un fascio. Senza domandandosi se le donne accusate di stregoneria fossero al servizio del bene o del male. Ma come mai all’improvviso tutto questo odio? Ci sono dei sospetti che aleggiano nell’aria. Ancora oggi si vocifera che fu una mossa astuta del male, quello di ammaliare i cuori dei francesi per istigarli contro le streghe buone del posto, perché era in Francia che vi risiedevano le famiglie di streghe più potenti e influenti del globo. Come le sorelle Alicia e Agata Navarro, arrivate a Parigi venti anni fa in tenera età, con la madre Elvira. Di chiare origini Spagnole, Elvira e le figlie intrapresero il viaggio su invito di una famiglia altolocata francese, i Jallet, anche loro praticavano la magia, ma con una particolarità, i figli di Monsieur Pierre e Madame Juliet erano maschi con poteri magici, quindi stregoni ed erano più tosto rari, forse gli unici. I figli dei signori Jallet erano gemelli, Gael e Lucas, esattamente identici, tranne che per i capelli. Gael era moro e con i capelli lisci, mentre Lucas era Biondo e riccio.
I quattro Bambini crebbero insieme, diventando inseparabili, nonostante Alicia e Agata fossero rispettivamente 2 e 3 anni più grandi dei fratelli Jallet. Poi un giorno, ormai adulti, Elvira fu uccisa da un cacciatore di streghe impazzito. Le due sorelle furono protette dall’influenza aristocratica dei Jallet, che a sua volta proteggeva la stessa famiglia dalle maldicenze dei parigini. Poi un giorno prese il caos in tutta la Francia, il popolo era diventato indisponente e aggressivo oltre ogni limite, violento fino al punto da forzare e invadere la tenuta dei Jallet e uccidere Pierre e Juliet nel rogo della loro casa. I quattro giovani, tornando da una felice passeggiata in campagna, videro la casa in fiamme e in preda alla sofferenza Gael e Agata si precipitarono nella dimora, ma rimasero travolti dalle macerie che ardevano ancora di un vivo fuoco e lì, perirono anch’essi nel vano tentativo di salvare i signori Jallet. Lucas e Alicia si trovavano ancora nella campagna, avvolti nelle lacrime, quando una diecina di uomini li attaccarono gridando “A morte le streghe e chi è con loro”. Lucas non si fece intimorire e preso dalla rabbia e dal dolore, usò la sua magia per ucciderli e squartarli, mentre Alicia restò li a guardare attonita, ma visibilmente traumatizzata. Lucas non si fermò, andò contro un centinaio di uomini, ancora eccitati dinanzi quel che restava della sua casa in fiamme. Gli attaccò, erano gli stessi che pochi istanti prima spensero le vite della sua famiglia ed egli fece lo stesso con loro, senza pietà, spezzando la loro anima, tormentandoli di dolore fino alla morte. I suoi poteri erano forti, ma il male si impossessò della sua anima usando l’odio e scavando nel dolore. Da allora Lucas non fu più lo stesso. Alice si fece forza e si incamminò verso le macerie della dimora, ma trovò Lucas che ghignava come un folle in un bagno di sangue, rideva accerchiato da quei corpi privi di vita. Alice si rivolse a lui sommersa nel pianto e con voce singhiozzante: ”Ma cosa hai fatto? I nostri genitori non ci hanno insegnato ad uccidere, ma a fare del bene!”, Lucas ancora preso dall’eccitazione per il sangue versato e con gli occhi fuori dalle orbite le rispose :”Senti? Lo senti? Questo è il sapore della vendetta, vivrò solo per questi momenti”. Alice si getto fra le sue braccia, scuotendogli la testa con le sue stesse mani, come se volesse farlo rinsavire. Lucas smise di ridere, prese per mano Alice e la portò via da quel posto tetro. Alice aveva assistito ad un lato malvagio del gemello ancora vivo, ma nonostante ciò si sentiva sicura fra le sue braccia, perché ne era pazzamente innamorata ormai da tempo, in verità erano innamorati l’uno dell’altra. Per quella notte si rifugiarono in un vecchio capanno nella campagna, fra i vigneti di famiglia. Vi era acqua pulita e un letto, perfino un po’ di cibo. Si diedero una pulita, ogni gesto era esaltato da un religioso silenzio di angoscia e dolore. Alice abbracciò il corpo nudo di Lucas mentre si accingeva a rivestirsi, i due si strinsero dolcemente, trovando un po’ di conforto l’uno nell’altra e fusi in teneri baci fecero l’amore. In quella tenebrosa notte, fu impiantando il seme del male nella strega dal cuore benevolo. Quella fu la notte in cui io fui concepito. In quella sera oscura e triste, da quell’unione nacqui io. Sono nato prematuro nel tempo, ma non nella forma. Io, ero un piccolo stregone e nacqui di soli cinque mesi, ma in ottima salute. Crebbi in fretta, con l’esempio malvagio di mio padre, che continuò a farsi vendetta per il proprio piacere malato, ma nonostante tutto, dall’altra parte ad equilibrare il sottile ago della bilancia, c’era Alice, mia madre, che mi insegnò il bene, la magia bianca usata per proteggere e guarire, la magia degli angeli, così come le insegnò mia nonna Elvira dal libro di famiglia, l’antico “Atlante Magico”.Il mio nome è Paul, porto in eredità l’amore che mia madre mi donò e l’odio che mio padre mi mostrò verso ogni essere umano. Così come porto i capelli biondi e ricci di mio padre, ho anche gli occhi verdi di mia madre e una macchia scura a forma di cuore sul petto, una voglia che possedeva ogni membro magico della famiglia Navarro, si possedeva, perché io sono l’ultimo dei Navarro.Sono uno stregone, un essere magico, il più potente della mia cerchia, ma interiormente spezzato in due fra bene e male. La storia della mia famiglia mi fa soffrire ogni giorno, i miei nonni e zii morti per mano del popolo che loro stessi hanno protetto per anni. Mia madre mi diceva sempre, che non si può fare del bene facendo del male, che non dovevo fare mai come mio padre, io dovevo credere nel cuore delle persone. Insegnamenti dolorosi, ma in un qualche modo mia madre superò il dolore e l’odio attraverso il suo grande cuore, ma questo, non fu accettato mai da mio padre, ormai aveva il cuore completamente oscuro e malvagio. Ma la mia storia continua e ha plasmato ciò che sono oggi, sia in bene che in male. Un giorno, tanto tempo fa, quando avevo circa quindici anni, mia madre mi insegnò come guarire i feriti, anche se moribondi. Andammo a Parigi, a soccorrere chi mio padre aveva quasi ucciso e feci pratica. Imparai a usare il bene nel modo giusto, ero felice di questo, vedere le persone di nuovo sane e riconoscenti per questo. Fino a che, in quello stesso giorno mio padre arrivò come un tornado, avvolto fra le fiamme volanti della sua magia, più furioso che mai. Accusò mia madre di avermi insegnato solo sciocchezze e la uccise lì a sangue freddo, lei non reagì con la magia, pur avendo il potere di farlo. Con uno scatto mi avvicinai al suo corpo sanguinolento e mentre stava morendo tra le mie braccia, mi donò un ultimo prezioso insegnamento :” Tu non sei come lui e non farti inquinare il cuore, basta che ricordi che io ti amo anche se sarò lontana dalla carne, ma sempre nel tuo cuore io vivrò!”. Il suo corpo divenne cenere fra le mie mani, il dolore era stridente in me, le lacrime mi graffiavano il viso, mentre mio padre rideva di gusto continuando ad insultare la donna che mi diede tutto. Preso dalla rabbia e dal dolore mi rivoltai contro di lui, usando la magia del fuoco. Con le mie mani incandescenti gli strinsi la gola, mi accorsi di essere molto più forte di lui, non poteva fare altro che dimenarsi e ridere, ridere dal dolore. ”Vedi che sei come me? Lasciati andare al male e uccidimi!”, disse mio padre con voce sottile, ma io mi fermai, sciolsi la morsa delle mie mani incandescenti dal suo collo e mi rivolsi a lui:” Io non sono come te, non ti ucciderò con questa rabbia addosso, ma se continuerai a fare del male, io ti verrò a cercare e ti ucciderò, senza remore!”. Da quel giorno mio padre per me divenne solo Lucas, un male da estirpare. Persi mia madre e mi resi conto che non ebbi mai un padre. Mi resi conto che il suo sacrificio fu necessario, perché da allora ad oggi sono consapevole di chi sono in realtà e quali sono le scelte da fare. Oggi ho ventiquattro anni, ho sconfitto demoni, ho salvato vite innocenti, ho coltivato il seme del bene, ma non dimentico che il male è parte di me, sempre lì in agguato nella mia anima, attento ad ogni crepa nel mio cuore per infiltrarsi e rendermi malvagio. Come faccio a tenerlo a bada? Ho un segreto che così segreto non è, perché è l’amore, il ricordo di mia madre che porto in me, questa è la forza che mi spinge a fare sempre la scelta giusta.E tu? Che sei lì, che leggi la mia storia, hai colto il messaggio? Sai leggere tra le righe del tuo cuore? Sei consapevole di cosa ti rende una persona migliore, oppure preferisci abbandonarti al male, senza curare chi ti ama e chi ti sta attorno. Forse sei uno di quelli che, pensano che la vita sia più divertente se presa senza farsi troppi problemi morali, ma la domanda che ti pongo io è questa: Preferisci una vita divertente, ma vuota, una pura illusione di felicità, oppure preferisci emulare l’amore che tua madre ti diede fin dai primi baci e carezze, dando un senso al sentimento che ti diede al mondo, onorando la vita in quanto tale?Sappi, che ognuno è artefice del proprio destino, sia esso d’amore o di vendetta. A te la scelta …
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