E' sempre meglio una bugia grande che una piccola
La piccola bugia può essere creduta vera: ci si casca, si
abbocca all'amo. Una piccola bugia inganna assai più di una grande. Una grande
bugia, ma proprio grande, non inganna quasi nessuno. E' talmente irreale che si
vede da lontano che il contenuto di realtà è minimo.
Le foto che cercano di rappresentare la realtà “così
com'è” sono come le piccole bugie: si tende a credergli perché sono verosimili.
Perciò sono pericolose. La foto mente, mente sempre! Può farlo in modo subdolo,
oppure con chiarezza. I grandi autori, soprattutto di reportage, mentono con
stile, e le loro piccole bugie divengono una rappresentazione, mediata dalla
loro sensibilità, del mondo che ci circonda. Una metafora, ma utile.
Le foto che sono grandi bugiarde sono le foto artistiche.
Talmente false, deformate e personali, che nessuno può credere davvero che
quella sia la realtà (anche se a volte lo è!). Sono innocue perché non cercano
di nascondere il fatto che sono semplicemente bugiarde, ed alla grande.
Rivelano direttamente, e in modo chiaro, il trucco. Ma attraverso questo
specchio deformante, rivelano di avere la stessa essenza delle foto-piccole bugie: l'essere la
rappresentazione del sentire, dell'emotività e reattività del fotografo, e
dunque del suo sguardo. Una foto è sempre un'interpretazione della realtà, mai
la realtà. Ma le foto-grandi bugie non giocano sull'inganno: si limitano a
raccontare una storia vera sotto forma di favola. E le favole, si dice, sotto
sotto dicono spesso la verità.






