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100 consigli pratici per fotografare meglio/5

Da Marcoscataglini

5.Avete fatto 100 fotografie o avete fatto una sola fotografia 100 volte? 100 consigli pratici per fotografare meglio/5
E’ “normale” (cioè umano) che quando un fotografo sperimenta una nuova tecnica (o scopre modi nuovi di utilizzare tecniche note), ed ha successo grazie a questa sua scoperta, tenda a ripetere all’infinito ciò che gli ha permesso di vincere un premio, l’apprezzamento degli amici o addirittura di avviare una fiorente carriera fotografica. Però questo è spesso la morte della creatività (sebbene possa essere l’inizio di un notevole arricchimento economico!). Se non si è in grado di cambiare prospettiva, utilizzare tecniche diverse, passare disinvoltamente dal bianco e nero al colore, dal digitale alla pellicola, c’è il serio rischio di restare ingabbiati in uno “stile” che abbiamo creato, ma che oramai ci possiede e non ci molla più. Tra l’altro, è  quasi impossibile, creare davvero qualcosa di nuovo, al giorno d’oggi. Oramai è stato sperimentato davvero di tutto, e la tecnologia digitale offre strumenti talmente potenti che è difficile immaginarne un uso totalmente originale. Milioni di fotografi in tutto il mondo fanno foto flou alla Avedon, paesaggi grandiosi alla Ansel Adams, foto erotiche alla Helmut Newton, foto architettoniche alla Olivo Barbieri, e così via. Naturalmente, partendo da queste basi, è possibile arrangiare in modo totalmente nuovo i singoli elementi, e così differenziarsi dalla massa. E’ comunque una cosa davvero difficile; talmente difficile che quando ci si riesce è dannatamente complicato abbandonare questa “nuova tecnica” per esplorarne di nuove. In pratica, riesce ad essere assai più originale e innovativo un fotografo in grado di passare agevolmente da una tecnica e da uno stile all’altro con disinvoltura, piuttosto che il fotografo riconoscibile e dallo stile definito che appunto, ha realizzato anni fa alcune belle foto, e da allora le replica, con pochi tocchi nuovi (e soggetti diversi, ma simili). Purtroppo il mondo delle gallerie d’arte (e una larga fetta del pubblico) ama i fotografi dallo stile ben definito! Cercare strade nuove non è qualcosa di ben visto, ed anzi è attivamente scoraggiato. Comprensibile, visti gli investimenti economici in gioco. La storia dell’arte è piena di pittori, scultori, architetti, fotografi costretti per tutta la vita a ripetere stancamente e con un velo di noia, gli stessi schemi, le stesse formule, gli stessi elementi stilistici. Se Salgado realizzasse un reportage a colori ci sarebbero Art Directors che facilmente cadrebbero preda di crisi isteriche! E se Chico Leydmann abbandonasse i colori acidi e tiratissimi con cui riprende le sue modelle dai tacchi altissimi per dedicarsi a paesaggi realizzati in un sontuoso, morbido e soffuso bianco e nero, probabilmente le gallerie rifiuterebbero le sue stampe, anche se non è improbabile che più di qualcuno apprezzerebbe! Comunque, le regole del mercato valgono solo per chi si mette in vendita a tutti i costi e, soprattutto, ha successo. Se non appartenete a questa ristrettissima cerchia, certamente riceverete molte meno pressioni. Approfittatene! Stupite amici, parenti e ammiratori con idee nuove e sempre diverse, sperimentate, apritevi verso territori inesplorati! Non avrete il vostro gallerista che vi alita sul collo mentre ingoia dosi massicce di Lexotan: voi avete la libertà di scegliere! Non scattate una foto una volta per replicarla cento, mille volte: scattate mille foto diverse! Ma attenzione: questo non significa affatto che non si  debba possedere uno stile: tutt’altro. Chi ama il bianco e nero darà il meglio di sé in questo campo, chi preferisce scattare ritratti è con le persone che si troverà a proprio agio, laddove il paesaggista preferirà attendere l’alba su qualche sperduto cocuzzolo di montagna per avere la luce migliore. Semplicemente, occorre concedersi il lusso di guardare “dietro lo specchio”, fare in modo che lo stile venga definito, più che altro, dalla media delle foto realizzate, da quel sottile filo rosso che le lega una all’altra. Quando vi diranno “si vede che questa foto l’hai scattata tu” senza intendere che è uguale alle altre 100 con cui avete partecipato a ogni concorso bandito sul pianeta Terra, allora saprete di essere arrivati.

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