E venne il giorno! Questo l’emblematico, apocalittico titolo del centesimo numero di Rat-Man, il fumetto umoristico italiano per eccellenza, quella testata che da 17 anni Panini Comics porta in edicola e che ha dimostrato ai lettori le qualità autoriali di Leo Ortolani.
Il giorno è arrivato, un giorno importante per un traguardo importante, tanto da festeggiarlo sabato 11 gennaio con un evento a tema, la Rat-Con, un riuscito festival che per una giornata ha visto Rat-Man e il suo autore protagonisti assoluti della città di Parma.
Ma cosa significa arrivare a questa cifra, per la testata?
Arrivare al n. 100… e non fermarsi!
Il n. 100 avrebbe dovuto segnare la fine di Rat-Man. La storia è nota: agli inizi della serie, Ortolani ha sostenuto la tesi secondo cui un fumetto deve avere anche una fine, per dare senso alla propria storia, aggiungendo che avrebbe chiuso Rat-Man con il centesimo numero.
Un’affermazione che sarebbe rimasta impressa nella mente dei lettori, e che forse fu detta con troppa leggerezza da un Leo Ortolani che non sapeva nemmeno se la sua creatura avrebbe avuto davanti a sé anni o mesi di vita, e che quindi vedeva in questo numero un baluardo, un obiettivo lontanissimo e probabilmente irraggiungibile.
Col tempo, però, apparve chiaro che la serie sarebbe proseguita a oltranza, visto il successo sempre crescente e l’appoggio della Panini a qualunque scelta autoriale di Ortolani; scelte che riscontravano quasi sempre vasti consensi nel suo pubblico, raccogliendone di nuovo nel corso degli anni.
E quello che sembrava un traguardo impossibile è diventato una costrizione troppo stretta! E così, da una ventina di numeri a questa parte, il fumettista parmigiano ha dovuto rivedere la sua affermazione giovanile a colpi di retcon, avvisando che la serie non avrebbe chiuso col n. 100.
Ma chi era pronto ad accusare Ortolani di incoerenza ha dovuto ricredersi subito: questa scelta non invalida il discorso sulla necessità di una conclusione per un fumetto, ma sottolinea solo come questa deve essere naturale, arrivare quando è il momento.
Così sarà per Rat-Man.
Ma non è questo il giorno.
Leo Ortolani: autore, creatore, personaggio
Una cifra così importante, tuttavia, non poteva passare sotto silenzio. Il numero, pur non conclusivo, doveva essere speciale per festeggiare quello che nell’editoria a fumetti italiana è un evento decisamente raro: una testata bimestrale che raggiunge il centesimo numero.
L’autore, come era facilmente immaginabile, per la storia del prestigioso albo sceglie la strada della metanarrativa: una via che Ortolani ha già percorso in passato, più volte e in varie forme, per comunicare messaggi del tutto particolari ai suoi lettori. I casi più celebri sono la figura dell’Incappucciato nell’Esalogia delle Origini, dove Ortolani appare come oscuro personaggio ben radicato nella continuity di Rat-Man, e La storia finita, dove l’autore è protagonista della storia, nei panni di se stesso, intento a riflettere sul fumetto e sul lavoro del fumettista come procacciatore di narrazioni.
In un certo senso, anche stavolta viene in parte ripreso quell’impulso, quell’atmosfera, ma il tutto è rilanciato in maniera più marcata. L’occasione lo richiedeva.
E venne il giorno! non è dunque una storia di Rat-Man, è una storia di Leo Ortolani. Forse non si può più neanche parlare di metanarrativa, perché il racconto è gestito in modo così naturale che non ci si stupisce più di vedere quell’”omino con gli occhiali” come personaggio. Anzi, lo si accetta con la liceità che l’atto di “fumettizzazione” dell’autore ha ormai assunto agli occhi dei lettori, almeno nel caso di Ortolani.
Inoltre la carta che viene giocata è quella dell’onestà: si mettono in scena il tormento e le ansie dello scrittore, quei problemi e dubbi su cosa fare per il n. 100 che hanno probabilmente attanagliato davvero Ortolani negli scorsi mesi. Niente di nuovo in senso assoluto, e recentemente nemmeno per il fumetto italiano, ma il tutto viene gestito in maniera così sentita e genuina che è impossibile non rimanere coinvolti da quanto raccontato: i timori, le incertezze, la fuga dalla misteriosa bestia che insegue Ortolani nei suoi incubi, la soluzione semplice che Ortolani vorrebbe utilizzare per chiudere velocemente la serie.
Il lettore arriva alla fine dell’albo e capisce una cosa: quella non è più metanarrativa. È un’autobiografia. L’autobiografia di un uomo che cammina tutti i giorni insieme ai personaggi che ha creato, così modellati e amati da essere per lui reali come persone. L’autobiografia di un uomo che si fida così tanto dei suoi fan da non aver remore nel mettersi a nudo, nello scherzare su di sé e nel palesare le proprie debolezze.
In quest’ottica E venne il giorno! non è solo una storia celebrativa, è un atto d’amore verso le proprie creature e verso coloro che hanno permesso, con il loro affetto, di farle vivere così a lungo.
100 storie nel n. 100
Come spesso accade nelle storie di Rat-Man, anche stavolta dalla trama principale si aprono finestre verso sottotrame divertenti o significative per varie ragioni. E così, vedere a tradimento sull’albo l’incipit di Lo Obbi, parodia di Lo Hobbit di J.R.R. Tolkien da tempo ipotizzata e suggerita, provoca risate e stupore: si ride perché come sempre Leo Ortolani dimostra di saper cogliere in qualunque opera quegli spazi “strani” dove potersi inserire con una gag geniale, ci si stupisce perché è una mossa del tutto inaspettata, ma assolutamente naturale nel “flusso di coscienza” che è cifra stilistica dell’albo.
Stesso discorso per La notte dei diversamente vivi, tre tavole di ironia demenziale che fanno intuire il potenziale comico di una parodia del genere e che l’autore “regala” all’interno di una storia più grande, come si è detto poco fa. Non è dato sapere se in futuro vedremo davvero queste parodie, o se compaiono qui proprio come omaggio ai lettori che le aspettavano ma che non le vedranno finite. Quello che rimane è solo il senso che qui assumono, nel disegno complessivo: una frammentarietà simbolo della grande fantasia dell’autore ma anche dell’ansia da prestazione legata al n. 100.
Fa la sua doverosa comparsata anche Mucca che dorme. Per quanto faccia meno “scalpore”, essendo un personaggio che si è già visto agire in altri lidi, rappresenta il nuovo, il futuro possibile del dopo Rat-Man.
E tutte insieme, queste istanze rappresentano una vena che sembra inesauribile e che, come si capisce verso la fine dell’avventura, diventa problematica se rapportata alla durata media della vita di una persona.
Manuale per (non) chiudere una serie
Se il fumetto in sé non può dirsi strettamente metanarrativo, lo è però il giochetto che Leo instaura con i lettori. Nella storia vediamo infatti l’Ortolani-personaggio alle prese con le difficoltà nello scrivere il centesimo e ultimo numero di Rat-Man, problema che invece l’Ortolani reale ha già superato, rimandando la conclusione della saga.
Ma poco importa: questa differenza tra realtà e finzione serve innanzitutto a ricordare che non sempre i due piani coincidono, e inoltre dà una spiegazione molto chiara su come funziona la creatività dell’autore, creatività che lo porta in modo del tutto naturale oltre i cento albi della sua testata.
Il filo rosso resta, appunto, il bisogno di concludere la serie, e viene personificato dalla cosiddetta bestia, un ammasso nero gigantesco che tormenta il sonno dell’autore, presumibilmente per spronarlo a chiudere la sua storia, come promesso e come giusto.
Ma la data di consegna del numero è ormai arrivata, e senza idee: è allora che Ortolani (l’autore) inserisce una finezza da intenditori, un soluzione significativa e al contempo funzionale: Vincent.
Quando il giovane Ortolani inviò al concorso Spot – organizzato dalla rivista L’Eternauta – la prima storia di Rat-Man, questa in realtà accompagnava un’altra storia, dai toni più seri e cupi, su cui l’autore puntava maggiormente. Si intitolava Ognuno ha i suoi problemi: un fumetto strano, buio, dove diverse vite si intersecano mentre un tipo misterioso, di nome Vincent, gioca a carte da solo, avendo come posta in palio il mondo intero… Vincent nell’ultima tavola perde la partita.
Quasi venticinque anni dopo, quella storia primigenia trova la sua assurda quanto perfetta collocazione all’interno del n. 100 di Rat-Man: se la serie deve finire, basterà rimettere in gioco Vincent e anche questo mondo deflagrerà.
Una provocazione e un omaggio al passato insieme. Se da una parte, infatti, è suggestiva l’idea di inserire in modo perfettamente consono all’occasione questa piccola perla misconosciuta, dall’altra è lampante come questa sia una fine ingloriosa e ingiusta per un mondo – quello di Rat-Man – costruito con tanto amore in così tanti anni. La voce della Cate, la moglie di Leo, fa infatti da coscienza, suggerendo al marito l’errore insito in questa decisione.
Ma più che la Cate, è proprio la bestia colei che mette l’autore di fronte alle proprie responsabilità. Si tratta di poche vignette, ma costituiscono l’apice del numero e uno dei punti più alti di tutta la produzione di Leo Ortolani: un confronto tra la musa ispiratrice e uno dei suoi pupilli, una commovente riflessione sul grande dono che possiede chi sa inventare storie per far sognare gli altri. L’ideale prosecuzione di quanto detto in La storia finita.
Con un costrutto del genere, il rischio di avere per le mani un prodotto autoreferenziale era alto, e invece Ortolani è assolutamente trasparente in quello che scrive e disegna: non nasconde sotto falsa modestia l’orgoglio di aver raggiunto questo traguardo e di averlo raggiunto in questo modo, mette in evidenza i propri limiti ed esprime quello che pensa con un’onestà spiazzante. Certo, parla di sé e della sua serie, ma anche dei lettori, della moglie, delle figlie, dei personaggi, delle persone che lo hanno accompagnato in vari modi.
Il n. 100 di Rat-Man pulsa come un cuore, vivo e caldo.
Gli articoli
Oltre alla storia, l’albo presenta anche alcuni articoli che festeggiano i 100 numeri di Rat-Man e il suo creatore ne scrive due. Il primo è dedicato ai lettori: con stima, riconoscenza e commozione, Ortolani parla di cosa è stato e cosa è Rat-Man. Il secondo annuncia per marzo Rat-Man Gigante, la nuova ristampa in albi spillati che ripubblicherà la serie in ordine cronologico, ricominciando dalle prime storie.
C’è poi spazio per Andrea Plazzi che, oltre al consueto editoriale a inizio storia, ha altre belle parole da spendere sulla serie e sul suo autore. Infine anche il Direttore della Panini Publishing, Marco Marcello Lupoi, ha modo di scrivere alcune righe per festeggiare questo evento.
Non manca la posta, da sempre finestra privilegiata per il dialogo tra lettori e autore, e anche questa volta Ortolani parla ai fan con quel suo registro informale e colloquiale, sempre pronto alla battuta, all’interno della quale spesso cela lievi anticipazioni.
Rat-Con a sorpresa!
Assieme alla versione da fumetteria del n. 100 viene allegato un albetto, inizialmente pensato per essere distribuito solo durante l’evento dell’11 gennaio a Parma. In esso è ristampato lo storyboard della prima storia di Rat-Man, realizzato in origine da Ortolani su un’agendina di banca. Nella distribuzione da edicola, invece, questo omaggio risulta assente.
Si tratta di un reperto emozionante da avere tra le mani, il classico esempio di materiale che preso di per sé ha poco significato, ma contestualizzato per quello che rappresenta e tenendo conto di ciò che verrà generato da quegli “scarabocchi”, il polso dell’affezionato non può che tremare.
Conclusione
Il giorno è arrivato.
Ed è pure passato, ormai.
Ha lasciato tanta emozione, tante risate, i coriandoli per terra.
La fine ci sarà, Ortolani lo ribadisce nel suo articolo. E ci sarà tempo per celebrare davvero, quando arriverà un vero punto fermo a chiudere la storia.
Questo invece è il momento per festeggiare, per ridere e… per ringraziare. Il bello di Rat-Man è che le cose sono reciproche, così mentre Leo ringrazia i lettori per aver reso possibile tutto questo, i lettori ringraziano Leo per tutto quello che ha fatto e che ancora farà. Lo fanno via mail, lo hanno fatto alla Rat-Con… e lo fa chi sta scrivendo, con grande affetto e riconoscenza.
Abbiamo parlato di:
Rat-Man #100 – E venne il giorno!
Leo Ortolani
Panini Comics – gennaio 2014
96 pagine, bianco e nero, brossurato – € 2,50
ISBN: 9 771828 890906
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