18/07/2005
Avendo in questi giorni riletto con maggiore attenzione "100$ per un amore",mi vengono in mente alcune considerazioni.
La prima considerazione che essere ingenui puo' far parte della natura umana,essere pirla un po' meno......
Mi riferisco al protagonista.
Vero anche che ho assistito personalmente a scene in cui ho dovuto trattenermi dal non portare via il connazionale di peso mentre subiva meccaniche evidenti persino a un bimbo.
Ma esiste un limite a tutto.
Intanto mi chiedo e vi chiedo; ma vi sembra normale che un viaggio a Cuba metta in crisi tutto il proprio modo di essere,scombussoli la propria scala di valori,faccia risultare inutili tutte le cose che fanno parte della nostra quotidianita'?
Ma a voi e' successo cosi'?
No perche' posso capire il fatto di sentire una struggente nostalgia per quello che si lascia la,capita a me ogni volta,ma santoiddio qua' esiste una vita da mandare avanti.
Una vita che se ci consente piu' volte all'anno di prendere un aereo per Cuba o altrove proprio da buttare via non deve essere.
E poi c'e' il discorso dei soldi.
Personalmente,ripeto personalmente sono convinto che per portare qua' una cubana a differenza del protagonista del libro occorre non dico nuotare nell'oro ma avere una situazione economica diciamo moderatamente agiata.
Adesso lasciamo perdere la protagonista del libro,con me durava dai 3 ai 5 minuti,ma credo che legittimamente una cubana invitata qua' abbia una serie di aspettative dalla vita che la aspetta,aspettative che spesso rimangono disilluse e allora si avra' un mesto ritorno a casa oppure la ricerca di sostentamenti"alternativi".
D'altronde mi metto nei panni di una ragazza habanera oppure di Santiago che riusciva comunque a sbarcare il lunario in qualche modo,si divertiva e con poco dava un senso alle sua giornate.
Ora si ritrova in un paesino di montagna di 600 abitanti,con inverni a -20,i vicini che o non la cagano o che nel migliore dei casi la guardano male e in piu' si tira la cinghia.......quindi duro scontro con la realta' quotidiana.
Potrebbe scattare il meccanismo che la porterebbe a pensare "tirare la cinghia per tirare la cinghia tanto vale farlo a Cuba dove per lo meno ho famiglia e mi diverto".
Ho citato,ovviamente un caso estremo.
Non so ,personalmente facessi il passo vedrei di garantirle una buona base di partenza cercando di farle capire che tutto quello che arriva non scende dal cielo ma che anche lei col tempo deve dare il suo contributo.
Contributo che le permetterebbe di togliersi una parte degli sfizzi senza chiedermi l'obolo.
Quindi una buona base economica iniziale e stimoli a darsi da fare.