- “…buttano soldi su di lui? Lei si ricorda le arance rosse, dottoressa?”
- “Cosa?”
- “Sì, le arance rosse. Be’, io sono più vecchio di lei e ricordo questo. Una volta esistevano solo le arance arancioni. Poi da qualche parte spuntano le arance rosse. Improvvisamente tutti le volevano, tutti riuscivano ad apprezzare un’arancia solo se era più rossa dell’inchiostro rosso, e se lasciava in bocca il sapore fragolino delle arance rosse. Tutti erano disposti a pagarle care, e alla fine quasi tutti gli agricoltori convertirono le coltivazioni, spendendo fior di quattrini: con le arance arancioni, al massimo, potevano farsi succhi e spremute. Poi, dopo qualche anno, improvvisamente, nessuno volle più saperne delle arance rosse. E allora via: di nuovo a convertire le coltivazioni. Ora con le arance rosse si fanno solo i succhi d’arancia, e anche quelli non hanno un gran mercato.”
- “Aspetto la morale della favola.”
- “Le morali sono due. La prima: la gente è strana. La seconda: devo sempre ricordarmi, ma sempre, ogni giorno della mia vita, di non essere diverso dai mercanti di arance.
Cannevale A., Carloni M., Sottani S. – “Backstage”