Magazine Atletica
Il primo giro passa, inizio il secondo gia' piu' affaticato, ma alla fine esco. Ho il collo in fiamme, la muta mi ha macerato la pelle ed ora sanguina pure. Poi la mazzata psicologica che si abbatte su di me come un TIR in corsa: il timing di un'ora e.25 minuti, neanche l'avessi fatto a dorso. Vabbe', ci sara' tempo per capire cosa e' successo (ma gia' i 4180m rilevati dal Garmin la dicono lunga...)
Memore della frattura all'alluce occorsa a Gianni l'anno scorso, proprio uscendo dal mare (cozzando contro un tallone altrui) mi tengo alla larga da tutto e tutti, ma non riesco a correre, e questo non e' un buon segno. Faccio perfino fatica a togliermi la muta... Ma la trans agonistica e' questa, ovvero la fortuna (o sfortuna) di non capire certi segnali. Quasi 9 minuti di cambio e sono in bici.
Fino al 20imo chilometro vado bene, so che fra poco mi aspetta uno strappetto duro, il Col de la Condamine (10-12% sur le 500m recita il "Garibaldi" del percorso bici). Sti cazzi! Alla faccia! 10-12% perche' all'inizio e' piatto! Alla fine il Garmin rileva un 17%, anche se solo per qualche metro! Non sarebbe (quasi) niente se fossimo al traguardo, ma da qui devo fare ancora 160 km! Respiro profondo, guardo in basso e non penso altro che a pedalare. "Una bella sferzata alla gamba che poi gira meglio", mi ripeto. Da qui in poi saranno "salite pedalabili", 5 per la precisione, ma lunghe. Beh, abbiamo lavorato su questo, no? Mi sono fatto tre Raticose, due Fute, un Giogo, un Manghen e un Grappa da marzo (per citare le piu' famose) su percorsi anche di 130 km con dislivelli da 2500m in su.... Diamine, mi spavento per 1800m di dislivello (dichiarato...) su 180 km?
La scalata al Col de l'Ecre, cui si toccano i 1120m e' il GPM di giornata, cominciano con la Cote Gattieres, 4,2 km al 4%. Una discesa che non ricordo e poi comincia il pezzo duro: 6 km al 3,5%, seguiti da 3 km al 7%, per finire 8 km al 6%. Siamo al 70imo chilometro. Ci arrivo dopo quasi 4 ore. Tutte assolate, in mezzo a colline brulle e spoglie con un'umidita' thailandese. Un delirio. Ho bevuto ad ogni ristoro, litri di acqua. Ma non vado. Altri 10-12 km "in quota" (senza discesa, cioe', fino al Col de la Sine) e comincio ad inventare le parolacce, perche' quelle conosciute le ho finite.
Finalmente un po' di discesa! Mi butto a capofitto, 50-55 ed anche 60 all'ora, evitando quelli con la crono che non ci sanno fare. Recupero un po' di posizioni, e all'attacco la Cote de Saint Pons (2 km al 3% piu' 5 al 4%) ho ripreso 3 km all'ora di media (da 18 a 21,5....) La Cote de Coursegoules e' infame. non lunghissima (meno di 2 km) ma tira (5-7%). Ora rimane solo il Col de Broc (altri 2 km al 7,2%) e poi via in discesa fino a Nizza. Quasi, perche' i 20 km dell'andata sono ora controvento e neanche troppo in discesa. Ma alla fine non rendendomene conto sono in fondo, pronto per la maratona.
Appena fatto il cambio (10 minuti abbondanti) ed uscito dalla zona cambio corricchio, ma appena vedo Carla (300m avanti) mi fermo. La situazione e' preoccupante. Nausea, fegato dolorante e qualcosa che non torna.... Ci penso un po' e poi mi rendo conto che ho fatto tutta la bici senza urinare (8 ore e mezza!) io che di solito mi devo fermare 2 se non 3 volte.... Capisco che ho un problema. Ok, andiamo a vanti fino a che ce la faccio poi quando arrivero' a non farcela piu', mi fermero'. Al primo ristoro bevo ancora e finalmente mi ritorna lo stimolo per urinare. Bevo acqua ma ho la nausea, ma ho anche male al fegato... Insomma non e' una bella situazione, e -oltretutto- il tempo passa. La maratona si sviluppa su 4 giri da 10,550 km, da giardini Alberto I all'aeroporto (oltre l'ingresso) e ritorno. Tutti al sole cocente. Tanti ristori, ma niente ombra.
Oramai mi restano 4 ore e mezza per 30 km.... Ma un lampo di lucidita' mi rimane. Camminero' fino a che la situazione, in un verso o in un altro si risolvera'. Dopo 22 km finalmente sembra che il fegato non faccia piu' male e bere acqua non mi da nausea. Solo che ora, per i rimanenti 20 km mi restano 2 ore e 45 minuti... Sara' cosi' fino alla fine, una lotta sul filo del minuto, quando all'ultimo giro di boa (36,5 km), ho 5,7 km da fare in 45 minuti. Corricchio gia' da un po', ma a 7-7.15 al km. Smoccolando e quasi alle lacrime perche' mi rendo conto che -quasi certamente- non ce la faro' ecco che spunta la riga arancione dei 40 km. Mancano 18 minuti alle 22.30 e 2200metri all'agognata Finish Line.
Una ragazza con vestitino a fiori e ciabatte (probabilmente carina, ma devo confessare che non l'ho guardata un attimo) da quel momento e' stato il mio angelo custode. Mi ha sostenuto, correndo con me (in ciabatte...) fino agli ultimi 300m quando altri volontari mi hanno spronato e sospinto (senza toccarmi) al traguardo. Gli ultimi 50m sono stati deliranti, la folla urla, io anche, credo neanche al vincitore abbiano tributato una festa cosi'. L'avevo promesso e ho ancora 3 nanogrammi di forza per fare un saltino: 15.58.19. A 101 secondi dal sudden time. Poi mi accascio, piu' per riprendere fiato che per il resto. Sono talmente prostrato che non riesco a fare altro che fanculare Nizza, Gianni e l'Ironman, oltre che tranquillizzare gli infermieri. Per dare un'idea di cosa viene tributato agli ultimi ecco la foto del guida degli atleti
Appena mi alzo, partono i fuochi. Quello immediatamente dietro a me (una decina ancora sul percorso, comunque tutti arrivati e classificati. Ma non medagliati) non ce l'ha fatta per 8 secondi. Quindi si', stavolta sono proprio l'ultimo. Ma non pensavo certo di arrivare tanto piu' su. Speravo di arrivare un po' meno distrutto, quello si.
Nel frattempo, questa settimana e' arrivato pure il Certificato di Partecipazione ai Mondiali di Nuoto del 17.....
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