Magazine Società

10/2011 - Fascio victim

Creato il 13 marzo 2011 da L'Incertain Regard
10/2011 - Fascio victimDavanti il museo Rodin a Parigi per l'ultima sfilata Dior di Galliano
Si vede un pazzo ubriaco a rischio d'infiammabilità sussurrare che ama Hitler. Voce pastosa che riesce appena ad articolare. Le persone che filmano John Galliano sono quelle da lui insultate. Pertanto se ne fregano. Come si potrebbe ridere di un imbecille indebolito dall'alcol che non si rende nemmeno conto di essere ripreso in una via di Parigi: con crudeltà.
Tra l'altro in Francia quest'anno cade l'anniversario della morte di Louis-Ferdiand Céline, scrittore geniale e notorio antisemita, che firmò tre opuscoli di una violenza estrema contro gli Ebrei. In altre parole, istigazione a delinquere.
Il parallelismo è semplice: Galliano il Céline della moda? Tanto quanto le solite domande: si sarebbe dovuto annullare la sfilata di Dior? Bisognerebbe rifiutarsi d'indossare i vestiti e gli accessori che un orribile antisemita ha creato?
Come diceva Sartre, si può amare un romanzo scritto da un antisemita, non un romanzo antisemita. E un vestito non è mai antisemita. E anche se l'antisemitismo è ripugnante, condannabile, chiunque ha il diritto a pensare a quello che vuole. Galliano non ha sottoscritto istigazioni a delinquere, non ha scritto sui suoi vestiti “Morte agli Ebrei”.
E poi vederlo in uno stato così patetico, bruciato, ci si interroga sul grado di tensione e le pressioni che pesano sulle spalle di questi creatori alla testa d'immensi imperi della moda. Yves Saint Laurent il primo a finire drogato, represso e recluso; Alexander McQueen si è suicidato. Tom Ford confida nelle sue intervista d'averl lasciato YSL e il gruppo Ghucci, spossato, depresso, tossicodipendente. E lo stesso Christian Dior è morto fulminato da un attacco cardiaco a 52 anni.
Céline ha vissuto molto più a lungo.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine