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106. fuori dal rifugio

Creato il 11 giugno 2014 da Mavi

AmoreQuanto vorremmo parlare di amore? Quanto ci piace leggerlo, raccontarlo, viverlo! Storie d'amore, di passioni, di separazioni e di ritrovamenti, di amori impossibili e di attese interminabili, di finti innamorati e di amanti predestinati. Storie di amori che nascono in sordina, senza pretese, che vivono solo di presente e che durano una vita. Storie di amori che hanno momenti e luoghi avversi, amori ostinati, forti quanto un dolore. Amori fasulli, ingannatori. Amori fatti solo di sesso e di risate, che nessuno chiamerebbe amore. Siamo tutti amanti dell'amore, tutti intenti a capire l'incomprensibile, a cercare l'introvabile, ad aspettare che accada l'imprevedibile! Certo non pensava a classificare la sua storia Anna, quando lui la lasciò, sentiva solo un grande dolore dentro, una sensazione di svuotamento. Marco aveva portato via con sé qualche valigia, un mare di emozioni, di ricordi e di rassicurante complicità. Perché se n'era andato? Come aveva potuto essere così duro, così freddo, così razionale? Come aveva potuto restare insensibile alla sua sofferenza, al suo pianto? Adesso Anna era triste, ma anche arrabbiata. Nei primi giorni dell'abbandono non riusciva neanche a camminare bene, come un puledro appena sbucato dal corpo della cavalla madre. Respirava a fatica, sentiva di dover impegnarsi tanto per fare cose che fino a quel momento erano stati automatismi, semplici, trascurabili gesti quotidiani. Come poteva essere accaduto? Quale evento, quale insospettabile avvenimento aveva dato a Marco la forza di andar via, di dirle addio? Quale forza ignota gli aveva indurito il cuore? O forse non c'era nessun evento, forse non c'era più niente tra loro, non c'era più amore, passione, complicità, non c'era più la voglia di vivere assieme ogni momento, di raccontarsi le ore della giornata vissute singolarmente, non c'era più la voglia e l'esigenza di rifugiarsi l'uno nell'altro. Forse era proprio questo il punto: Marco si era accorto che per troppo tempo Anna si era rifugiata in lui, perdendo a poco a poco il fascino della donna sicura che lo aveva fatto innamorare. Erano trascorsi oramai tanti giorni da quando lui se ne era andato, Anna non aveva più voglia di piangere e di trascinare il suo corpo per casa, non aveva più voglia di nascondere il suo dolore ai colleghi, agli amici, si spogliò lentamente lasciando cadere i suoi vestiti a terra, si diresse verso il bagno e fece la doccia più lunga della sua vita! Si toccò quel corpo non più giovanissimo, morbido e sinuoso. Scoprì che aveva una bella pelle liscia, delle belle gambe toniche, una naturale, leggera curva sul ventre, un seno generoso ed un volto dai lineamenti decisi, non banali. I suoi lunghi capelli bagnati le sembrarono più lisci e morbidi di un velluto prezioso. Le sue labbra pronte per esplorare nuovi luoghi. Uscì dalla doccia e guardandosi allo specchio si sorprese sorridente. Il puledro era pronto per cavalcare libero, solo, con sguardo fiero e con l'eleganza di un corpo padrone di ogni singola parte di sé, consapevole della propria unicità.

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