10minuticon Emma D'aquino

Creato il 26 ottobre 2012 da Intervistato @intervistato
Qualche giorno fa abbiamo fatto una breve intervista con Emma D'aquino, giornalista e anchorwoman di Rai1.

In primo luogo abbiamo chiesto ad Emma quanto si tenga conto, nel mondo dell'informazione a larga diffusione, dei commenti e dei suggerimenti che arrivano dai social network, e se questi ultimi non vengano visti semplicemente come un ulteriore canale di broadcast: se il pezzo è di cronaca, i commenti non vengono presi in considerazione. Se invece si tratta di un pezzo di approfondimento, allora sì, ma dipende chiaramente dal tempo e dallo spazio che si ha a disposizione. Il lavoro del giornalista deve tener conto anche di questo aspetto.
Abbiamo chiesto ad Emma se è d'accordo con le politiche interne della Rai: a suo avviso quella delle pressioni politiche è una vecchia storia, ma del resto ci sono sempre state e ci sono dappertutto. Si ritiene comunque fiduciosa riguardo al nuovo CDA, che ha cominciato a fare molto bene il proprio lavoro.
Un'altra domanda riguardava l'importanza che ha il fatto che una notizia stuzzichi la morbosità popolare nella scelta della news agenda: Emma ha spiegato che questa moda della cronaca morbosa è iniziata con il delitto di Cogne e si è sviluppata con pezzi fatti e rifatti anche quando i particolari sono pochi. Purtroppo la notizia deve stuzzicare l'immaginario dell'audience, anche se non si tratta di cronaca: Emma ha fatto l'esempio delle fotografie in topless di Kate Middleton, che hanno occupato ampio spazio nei TG nei giorni successivi alla pubblicazione della notizia.
Emma ha specificato che, come tutte le televisioni e i giornali, anche la RAI tiene conto dell'audience, e in particolare del numero di persone che si sintonizzano con il TG all'ora in cui va in onda. La cronaca purtroppo ha comunque uno share molto alto, e quando una notizia "tira" non si può non parlarne. Certo, vengono così soddisfatte le richieste dei telespettatori, che vogliono vedere, sentire e leggere quel genere di notizie, ma per fortuna non si tiene conto solo di quell'aspetto, e il TG affronta tematiche molto più ampie.
Per quanto concerne l'integrazione tra nuovi e vecchi media, secondo Emma si tratta di uno scenario possibile. Ormai si fa già, in un certo senso, quando si segue un evento con i nuovi mezzi e tecnologie. I contenuti generati dagli ascoltatori vengono assorbiti ed integrati in alcuni pezzi, ma certamente si potrebbe fare di più e rendere la televisione ancora più interattiva.
Molto spesso il giornalismo è visto come una professione difficile ed elitaria, in quanto non permette facilmente di mantenersi a coloro che la scelgono come unica occupazione. Attira moltissimi giovani, ma la crisi economica, mondiale e dei giornali incide molto poi sulla ricerca e la disponibilità effettiva di posti di lavoro. Emma tuttavia non se la sente di scoraggiare chi vuole intraprendere questa strada, al contrario. A suo avviso bisogna seguire le proprie inclinazioni e i propri sogni, senza tener conto dei commenti pessimistici.
Un'altra domanda fatta ad Emma riguarda la cura che si ha per la sezione Esteri ed Economia, a partire dalla disposizione delle sezioni all'interno dei giornali. Abbiamo chiesto se a suo avviso la percezione che gli italiani hanno della situazione politica ed economica europea è omogenea a quella di altri cittadini europei. Secondo Emma si parla invece moltissimo di economia, ma chiaramente se un TG dura 29 minuti, bisogna dividerlo e dedicare più spazio a una notizia piuttosto che a un'altra. In questo modo i pezzi di politica estera sono 1, 2 al massimo. Ci sono anche periodi in cui queste ripartizioni saltano, come eventi eccezionali di grande rilevanza come l'attentato alle Torri Gemelle o la morte di Saddam.
In chiusura abbiamo parlato dell'esodo dei giornalisti dalla Rai: Emma ci ha confessato di sperare sempre che il posto ci sia, e che non ci sia alcun esodo, in quanto comunque si tratta di una sconfitta. Chi sceglie di allontanarsi per trovare spazio altrove è liberissimo di farlo, ed è giusto che possa farlo con serenità, se pensa di poter fare meglio in modo diverso da un'altra parte.
Vi invito naturalmente a visionare l'intervista integrale, molto più ricca di questa mia breve sintesi.
Buona visione!
Maria Petrescu | @sednonsatiata


10minuteswith Emma D'aquino
Firstly we asked Emma what the consideration is, in the world of massmedia information, of the comments and suggestions from social networks, and whether these are only seen as just another broadcasting channel. If it's news, then comments aren't considered. If it's a report, then yes, but it depends on the time and space available. The journalist must take that as well into account when preparing pieces.
We asked Emma whether she agrees with RAI's internal politics: she believes that the political pressures are an old story, but they have always been there and always will be. She trusts the new Administration Council to do some good work, since they have started so well.
Another question regards the relevance of the morbidity of the news in the choice of the news agenda: Emma explained that the fashion of morbid news has started with the Cogne crime, and continued with articles and shows done and redone even when the details were only a few. Unfortunately the news must excite the immagination of the audience, even when it's not crimes: Emma made the example of Kate Middleton's topless pictures, that have occupied the TG in the days following the publication of the news.
Emma specified that, as all newspapers and televisions, RAI takes audience into account, and in particular the number of people who synthonize on the TG when it goes on air. Crime always gets a high share, and when a piece of news is hot you can't ignore it. Of course, this is how you satisfy the viewers' requests, who want to see, hear and read that kind of news, but fortunately that's not the only thing that is taken into account, and the TG tackles much wider topics.
As for the integration of new and old media, Emma believes it's a possible scenario. It is already being done, in a certain way, when an even is covered thanks to new means and technologies. The contents generated by the audience are absorbed and integrated in some pieces, but much more could be done to make the television even more interactive.
Very often journalism is seen as a difficult and elitary profession, because it doesn't allow those who choose it as their only job to maintain themselves. It attracts many young people, but the economic crisis has a great influence on the real availability of jobs. She doesn't feel like discouraging those who want to start on this path, all the contrary. She believes one must follow their inclinations and dreams, without thinking about the pessimistic comments.
Another question we asked Emma regards the Foreign Affairs and Economy sections, starting from the disposition of the sections themselves inside newspapers. We asked whether the perception Italians have of the economic and political situation in Europe is the same other EU citizens have. Emma believes these topics are very well covered, but if a TG lasts 29 minutes, you need to divide the time and dedicate more or less space to one news or the other. This way the foreign politics pieces are one, maybe two. There are also times when these divisions aren't valid anymore, like 9/11 and Saddam's death.
Finally we talked about the exodus of journalists from Rai: Emma confessed she hopes that there will be space for everyone, and that there won't be any exodus, because it always means defeat. Those who decide to go away and find space elsewhere are free to do so, and it is right that they can do it with serenity, if they think they can do better differently somewhere else.
I invite you to view the full interview, much richer than my brief synthesis.
Enjoy!
Maria Petrescu | @sednonsatiata

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