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11 SETTEMBRE 1973, golpe in Cile: Nixon e la Pepsi Cola

Creato il 10 settembre 2013 da Maria Carla Canta @mcc43_

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11 SETTEMBRE 1973, golpe in Cile: Nixon e la Pepsi Cola

11 settembre 1973: Un golpe militare  guidato da Augusto Pinochet  assalta il Palazzo della  Moneda e rovescia il governo democraticamente eletto. Muore il Presidente  Salvador Allende. Queste  le sue ultime parole

Viva il Cile! Viva il Popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano. Ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia, il tradimento”

La dittatura Pinochet durerà 17 anni e violerà sistematicamente  i diritti umani.
Il golpe  cileno, nel codice CIA denominato  Option Extrema,  avvenne per volontà di Richard Nixon, presidente in carica degli Stati Uniti,  su consiglio di Henry Kissinger che riceveva forti pressioni per un intervento americano contro Allende da Donald Kendall, direttore esecutivo della PEPSI COLA . Kendall era socio in affari di Agustin Edwards, potente banchiere e imprenditore cileno, proprietario del quotidiano El Mercurio, acerrimo nemico del fronte social-comunista Unidad Popular di Allende.
Nove pagine di documenti declassificati nel 35º anniversario dal National Security Archive di Washington rivelano come si era arrivati al golpe di Pinochet. 

da Repubblica 12 settembre 2008; Dagli archivi segreti le prove dell’intervento Usa  di  Omero Ciai

In una telefonata registrata la mattina del 12 settembre Henry Kissinger, allora consigliere per la sicurezza nazionale, chiama il direttore della Cia, Richard Helms, e gli chiede di organizzare una riunione urgente del “Comitato dei 40″, un gruppo di funzionari di alto rango che supervisionava le operazioni segrete del governo americano. Riferendosi alla vittoria di Allende Kissinger dice: «Noi non permetteremo che il Cile diventi una fogna». Ed Helms risponde: «Io sto con voi». Circa trentacinque minuti dopo Kissinger vede Nixon nello Studio Ovale alla Casa Bianca. Parlano di un aereo sequestrato dai palestinesi ad Amman, in Giordania. Poi Kissinger dice: «Il grosso problema di oggi è il Cile». E informa Nixon che Donald Kendall, direttore esecutivo della Pepsi Cola, sta facendo forti pressioni per un intervento americano contro Allende. Kendall è amico e socio in affari di Agustin Edwards [...]
Edwards sta arrivando a Washington e Kissinger avvisa Nixon che lo incontrerà.
Nixon è preoccupato: «Evitiamo che venga pubblicato un grosso articolo sul fatto che stiamo cercando di abbattere quel governo. Cerchiamo di capire da lui quante possibilità ci sono di fermare l’ elezione di Allende» [...].
Nella stessa conversazione declassificata Kissinger spiega a Nixon che al Pentagono pensano di non far nulla finché il Parlamento cileno non ratifichi l’ elezione di Allende. Il leader dell’ Unidad Popular è arrivato primo ma non ha la maggioranza assoluta, ha bisogno dei voti della Democrazia cristiana. Di fronte all’ ipotesi attendista Nixon s’ inalbera: «Vogliono ripetere quello che è già successo con Castro? [...] .
Kissinger: «L’ unico dubbio è l’ esatta definizione di boomerang».
Rogers: «Che ci scoprano. Se la prima volta che un comunista vince le elezioni l’ America cerca di bloccarlo ci facciamo una figuraccia terribile».
Il giorno dopo, 15 settembre 1970, Nixon ordina alla Cia di fare tutto il possibile «per evitare che Allende assuma il potere».
Altre trascrizioni delle conversazioni declassificate riguardano i giorni successivi al golpe dell’ 11 settembre 1973. Il 16 settembre Nixon chiede a Kissinger: «La nostra mano è rimasta nascosta?». Kissinger: «Non abbiamo fatto noi il golpe. Li abbiamo aiutati. Abbiamo creato le migliori condizioni possibili. Fossimo ancora ai tempi di Eisenhower saremmo considerati due eroi».

11 SETTEMBRE 1973, golpe in Cile: Nixon e la Pepsi Cola

§§§§§§§§  COINCIDENZA  2011 §§§§§§§§

In un video dei combattimenti di Tripoli : un ribelle armato sul terrazzo di una casa viene sorprendentemente immortalato dietro una bandiera con il logo della PEPSI COLA .
Tecnicamente è  ”pubblicità occulta” , di solito un’ astuzia commerciale,  nel caso della Pepsi appare più come la firma sotto un colpo di stato. Non si dimentichi che la Pepsi Cola è una delle major che finanziano il Booking Institute il think tank dedicato allo studio dei piani per la destabilizzazione dei governi. L’Iran, per esempio.

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