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110. gaia

Creato il 09 luglio 2014 da Mavi
Gaia è già lì, al tavolino del bar, che mi aspetta impaziente, osserva gli altri clienti distrattamente, mentre agita nervosamente la gamba destra. Mi aveva chiamato questa mattina perché voleva vedermi, voleva raccontarmi un ultimo strano episodio della sua vita. 'Strano, più che strano direi stronzo, se mai gli eventi si possano definire tali', così aveva detto Gaia, proprio così. Non è bella Gaia, ma è una donna magnetica, sorriso attraente e sguardo eloquente, un bell'incarnato olivastro, movenze eleganti. Ogni volta che la vita ci dice male, ci cerchiamo, proviamo ad aiutarci a superare i nostri piccoli insuccessi, le fregature che improvvisamente movimentano la nostra routine. Le ingiustizie sul lavoro, le delusioni che quotidianamente segnano i rapporti umani. 'Che disastro Mavi!' Mi dice appena mi vede. Mi siedo al tavolino con lei e le chiedo il motivo dell'incontro. 'Sono una perfetta idiota lo so, ma non guarirò mai! Alla tenera età di 45 anni, ho realizzato che non potrò guarire mai!' Beve un sorso del suo succo d'ananas e con un gesto rigido del braccio, riporta il bicchiere sul tavolo. 'Perché cavolo un uomo dovrebbe raccontare ad una donna appena conosciuta tutti i suoi casini sentimentali e sessuali? Perché dovrebbe confidarle tutte le sue pene d'amore come ad un amico, perché?' Credevo di piacergli un po' , in questo modo, invece, sembra abbia voluto specificare che di me non se ne frega niente.' Ordino anch'io un succo d'ananas e la guardo, se fossi un uomo per lei impazzirei.  'Chi ti dice che significhi questo?'. 'E cosa altro potrebbe voler dire, Mavi? Ci conosciamo da poco, anzi non ci conosciamo, ci frequentiamo da poco, ci piacciamo,  ci lasciamo andare in un rapporto quasi animalesco, istintivo, ma entrambi con consapevolezza, senza pretese. Facciamo l'amore, ed è bellissimo. È bellissima la naturalezza, l'alternanza degli attimi di piacere puramente fisico, senza inibizioni, di benessere mentale, con i momenti di ingenua, vera gratitudine. Sguardi complici e quasi affettuosi. Non lo so, ma io ho un mio personale metodo per misurare la qualità di un rapporto: se dopo aver fatto sesso, ci si guarda distrattamente con sorrisi da ebeti, non ne è valsa la pena, se invece ci si continua a guardare con occhi lucidi, emozionati, se ci si continua a sfiorare, allora sì.' Questo non vuol dire che ci si ami, ma che ci si è donati amore. Vuol dire che le anime si sono incontrate.' Dà un altro sorso al suo succo d'ananas e gli occhi le si velano di lacrime. 'Sei bella Gaia!' 'No Mavi, sono una stupida, neanche tanto bella, se fossi bella davvero, forse le cose andrebbero diversamente. Invece va così, sempre, mi mostro libera e vera, senza filtri, senza tattiche, senza strategie, e puntualmente perdo. Il solito cliché: ti lascio perché ti amo troppo, che ai nostri giorni equivale a 'bella scolpata, grazie, finiamola qui perché potremmo innamorarci e potremmo soffrire.' 'Gaia, io sono una che ama le parole, ama scrivere, sono una blogger, ma sono sempre più convinta che le parole spesso siano superflue, in certi casi addirittura dannose. Hai ragione tu, che necessità c'era di coinvolgerti nei suoi casini? Cos'è, non aveva soldi per una terapia? Voleva spaventarti ed allontanarti? Non so che dirti Gaia, magari si fotte dalla paura, più di te.' 'Stamattina ho trovato sul web un testo di una scrittrice sudamericana in cui si descriveva una donna come me, o meglio, come credo di essere io. Gliel'ho inviato con un messaggio, perché per un attimo ho creduto realmente che si fottesse  dalla paura, come hai appena detto tu, ma è stato un grosso, grossissimo errore. E sai perché? Perché la sua paura, è vera, c'è, ma non ha il mio nome. Ha il nome di una zoccola davanti alla quale perde ogni forza, ogni potere sul suo corpo, sulle sue emozioni, ogni minimo autocontrollo! Dopo aver ricevuto il mio messaggio, si è emozionato e l'ha girato a lei, alla zoccola, e mi è anche stato grato! Ma tu ti rendi conto? Quella ero io, era la mia descrizione cazzo!'  'Gaia, tu sbagli i tempi, non ti hanno insegnato niente i miei post? Dopo una scopata, appena lui viene, magari durante, devi alzarti di scatto, guardarlo con sguardo compassionevole e dirgli: mi dispiace, non posso, ho paura di farti del male, non vediamoci più! E poi basta con questo succo d'ananas, prendiamoci un mojto e brindiamo alle zoccole che puniscono questi uomini come meritano!'

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