San Francesco 1998 di Stefano Armellin
Sivestri : Dunque di quale Mondo stiamo parlando quando diciamo che è in crisi ? Ritengo sia assai delicato e improprio dichiarare la crisi attuale come crisi per tutti. In realtà è la crisi delle vecchie economie; crisi del Mondo Occidentale. Non di tutti! Crisi di chi è diventato troppo ricco o ricco troppo in fretta. Crisi di chi ha già raggiunto un troppo alto tenore di vita, dimenticando però i veri valori che danno qualità alla vita. E credo anche che sia una crisi pilotata da qualcuno che vuol far pagare agli altri il prezzo del mantenimento del proprio elevato tenore di vita. E questo non è giusto.Armellin: il Mondo oggi è così interdipendente che la definizione di Mondo Occidentale possiamo considerarla obsoleta. C'è piuttosto una crisi dell'Anima del Mondo. I popoli forti sono quelli che vivono in armonia con la natura, rispettando la natura, con poco ottengono tutto. I popoli deboli consumano tutte le risorse del Pianeta per avere ancora di più, non rispettano la natura, con tutto non ottengono nulla. San Francesco insegna a togliere per non appesantire l'Anima ; accogliendo in sè l'Amore di Dio. Compito della Chiesa Cattolica è la cura delle anime, perciò il Vostro Convegno è giusto, perchè affronta il tema cardine di sempre : come curare l'Anima del Mondo.
Silvestri: Noi Frati Minori Conventuali ci stiamo interrogando. Circa un anno fa, in occasione di un grande convegno internazionale di riflessione interna a Nairobi, in Kenya abbiamo individuato un filone di riflessione sul tema : " Un Ordine interculturale per formare alla condivisione e alla solidarietà", convinti che questa, per noi religiosi francescani, è la sfida del momento. Possiamo però anche soffermarci al contesto di crisi a noi più vicino. Del resto l'Italia è la Patria di Francesco d'Assisi e San Francesco è Patrono d'Italia, e l'Italia è stata la culla del francescanesimo e potremmo anche dire la Patria dei campioni del risparmio.
Armellin : ricordiamoci dell'interdipendenza del Mondo contemporaneo.
Silvestri : Osserviamo allora che, in questo tempo chiamato di crisi, le imprese stanno scoprendo che solo chi sa internazionalizzare la produzione e la distribuzione avrà un futuro.
Armellin: in Europa lo si sapeva dall' Impero Britannico ma possiamo andare più indietro fino all'Impero Romano ! vivendo a Pompei mi rendo conto del cosmopolitismo presente già duemila anni fa. Nel 2000 ho partecipato ad un corso Crea Impresa dove si ribadiva questo concetto ad ogni lezione. Forse le imprese stanno scoprendo una forte aggressività della concorrenza cinese ad esempio; oppure hanno scoperto l'acqua calda pensando di portare in altri Paesi la produzione, perchè laggiù il costo del lavoro è più basso, così in Italia crescono i disoccupati; ma gli immigrati in Italia abituati a sacrifici maggiori, riescono a trovare un'occupazione. Le nostre Università preparano decine di migliaia di giovani con una guida minima per trovare una occupazione nella Città del Mondo. Manca un progetto nazionale d'inserimento occupazionale per i giovani laureati, più innovativo delle proposte esistenti; un tema questo che dovrebbe essere preso a cuore dal Ministro per lo sviluppo economico.
Silvestri : Noi francescani, dicevo, crediamo che la sfida del momento sia ancora più in là: del resto noi non abbiamo un prodotto uguale per tutti da omogeneizzare ovunque. La sfida è entrare rispettosamente e attentamente in ogni contesto locale in maniera interculturale, perchè ogni cultura possa sperimentare la comunione, la pace: vogliamo poter dire la speranza del Vangelo in tutte le lingue e in tutte le culture. E siamo convinti che l'opera di pace e l'attenzione ai bisogni dell'uomo è da sempre la prima ricetta del francescano di ogni tempo.
Armellin: Per la prima volta nella storia dell'uomo oggi si presenta all'attenzione mondiale la necessità di curare un prodotto vitale per tutti : il nostro Pianeta. Stiamo consumando più risorse di quelle che produciamo e l'ambiente climatico è seriamente compromesso. Come autore de IL VOLTO DEL MONDO E LA CROCE 1993/2013 condivido l'annuncio del Vangelo di Gesù Cristo, ma mi rendo conto che il Pianeta creato da Dio per accogliere la Sua Parola è seriamente violentato. Attuale la richiesta di Gesù a Francesco : va e ripara la mia Chiesa che, come vedi, è tutta in rovina !
Silvestri : Vorrei riprendere brevemente qualche flash dalla storia francescana perchè in essa il contributo dei francescani spesso si è rivelato come risposta non solo teorica, ma anche molto concreta. Anzi direi il contributo dei francescani vuole essere sempre concreto, efficace, attuale. Lì dove si reca, il francescano incontra l'uomo e i bisogni del suo tempo.
Armellin : espandere questa attenzione onesta, al prossimo, è fondamentale.
Silvestri : Porto qualche esempio del passato : Sant'Antonio di Padova, illustre francescano, uomo dotto che volle farsi vicino ai più poveri ed umili, ancora nel medioevo ebbe il coraggio di scrivere ai governanti di allora per denunciare il fenomeno dell'usura e lui stesso personalmente si adoperò per ammonire gli stessi usurai. Rimane celebre l'episodio miracoloso del cuore dell'usuraio ritrovato dopo la morte nel forziere del suo denaro. Sant'Antonio glielo aveva preannunciato con le parole stesse del Vangelo : "la dove è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore".
Armellin: i tesori perciò possono essere usati ma usati bene; a Padova dal 1303 al 1305 è stato il ricco banchiere Enrico Scrovegni a patrocinare la Cappella di Santa Maria della Carità dove Giotto (con qualche aiutante) affrescò le storie di Cristo fino al Giudizio Universale. Qui siamo sicuri della presenza del Maestro, mentre per gli affreschi di Assisi il critico d'arte Federico Zeri scrisse: "Io non credo nemmeno che il ciclo francescano di Assisi sia di Giotto, penso davvero si trattasse d'un artista romano. Il problema è che non si sa più nulla di quel momento così decisivo per l'arte italiana ". Oggi con internet tutto rimane in memoria.
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