Magazine Diario personale

117. amarsi un po'

Creato il 22 agosto 2014 da Mavi

Piccolo amore, piccolo amore, che pena quelli con un grande amore, quelli con la pistola in mano, se guardi un altro, oppure ci lasciamo ...Verrà l'inverno e chi ci vuol male, per noi non sarà niente di speciale, e se ci lasceremo sarà per poco sai, ci rivedremo ...Ma queste son parole che il giorno che ti ho perso, chissà che cada a pezzi l'universo, e non farei che dire e non saprei che fare di tutti i giorni che mi hai detto amore ...Adoro questa canzone di Vecchioni, perché è l'essenza della vita. I grandi amori, le forti emozioni, gli eccessi, le forti passioni e le grandi delusioni. Sofferenze estreme e folli sfoghi sessuali. Molti credono sia raro, invece è la quotidiana storia di tutti.Tutti amanti degli eventi e delle storie eclatanti, tutti in cerca di un po' di follia, per scoprire poi che non c'è niente di più appagante di un piccolo amore, di una "normalità" eccitante e confortante, della consapevolezza di una complicità che nessuno potrà spezzare. Nulla di più raro.Luca e Simona si erano conosciuti, per caso, scoprendo di essere complici prima ancora di raccontarsi, prima ancora di spogliarsi da stupidi formalismi. Luca aveva un'apparente sicurezza, un atteggiamento sfrontato, provocatorio. In fondo, però,  era un uomo pieno di insicurezze, si prestava al gioco di chi gli offriva un po' di compagnia, anche se finiva per essere carnefice delle sue predatrici. Si sa, quando la preda si ribella, il gioco dei ruoli diventa spossante, doloroso, rompe gli equilibri ed innesta un desiderio di vendetta che generalmente si consuma a letto. Questo era Luca, storie di sesso, di donne che lo usavano per sfogare le proprie frustrazioni, la propria incapacità di affrontare gli ostacoli della vita, che poi gli lasciavano un gran senso di colpa, facendogli credere di essere stato lui l'attore, la causa dei loro mali. E lui così voleva sentirsi,  non stimato, odiato e desiderato, come solo ciò che nuoce si può desiderare. Simona, una come tante, voglia di essere felice, tanta ironia e un pizzico di ben celata follia. Si erano incontrati ad una cena a casa di amici comuni, e si erano subito intesi. Luca aveva commentato il discorso di un amico con sarcasmo, ma pochi avevano colto il senso delle sue parole, Simona, invece, aveva preso a ridere senza ritegno. Lui l'aveva avvicinata con aria sorniona ed aveva proseguito nei commenti, lei gli rispondeva a tono e piano piano, tra uno sguardo interessato ed una risata genuina, si erano estraniati, nella casa erano solo loro due e nessuno più. Le sagome degli altri commensali erano diventate puro arredo. Dopo poche ore si erano ritrovati uno sull'altro nel letto di Luca, in una casa troppo vuota, che aveva visto troppi passaggi inutili. Era stato tutto talmente naturale, talmente piacevole, da non sembrare importante. Si erano rivisti altre volte nei mesi successivi ed avevano preso a raccontarsi, a confidarsi, come due vecchi amici, a commentare gli eventi della vita, a chiedersi il perché di alcuni comportamenti. Ma non erano amici, Luca e Simona, erano come due parti di uno stesso corpo, di una stessa mente, un'anima sola. Mai una parola d'amore, mai un complimento, mai un regalo, ma tante risate, tanto sesso, tanti sguardi più eloquenti di banali parole, tanti abbracci più preziosi di mille regali.  Sì tanto sesso, ma non sempre prevedibile, perché era un'esperienza nuova per entrambi, non era solo confrontarsi con un corpo nuovo, prendere le misure, adattarsi, conoscere i punti del piacere, era fare l'amore con anima, corpo e testa. Era una passione controllata. Una rara, indescrivibile emozione discreta, ma vitale, ossigeno puro. E l'ossigeno, si sa, siamo abituati a respirarlo. Per questo Luca, non si sentiva completamente appagato, continuava a cercare la donna giusta, a sperimentare corpi e odori nuovi. Simona, invece, sapeva di aver capito prima di Luca ciò che stava accadendo e che lui non credeva di meritare. Una mattina gli aveva inviato un simpatico messaggio al quale aveva invano atteso una risposta. Per tre giorni Luca non si era fatto sentire e lei aveva pensato che fosse arrivato il giorno dell'addio. All'improvviso, però, Luca si era fatto vivo, andando a prenderla all'uscita dell'ufficio e baciandola come non aveva fatto mai. Avevano fatto l'amore e si erano guardati negli occhi con un'intensità tale da far sentire i brividi. Poi, come se nulla fosse, si erano salutati. Simona era decisa ad interrompere quell'amicizia, ma ogni volta che ci provava, finiva per tornare sui suoi passi, bastava che Luca la chiamasse e le facesse capire che avevano bisogno l'uno dell'altra. Simona sapeva che Luca vedeva altre donne, che ogni tanto credeva di essere innamorato di qualcuna di loro, per questo, quando una sera il suo collega Raffaele le chiese di uscire, sapendo già come sarebbe andata a finire, accettò. Purtroppo, non sapeva essere quella che non era, e si pentì subito di quella scelta. Trascorsero altre settimane, tra momenti di piacere e forti sofferenze. Poi, all'improvviso, l'ossigeno finì: Simona aveva trovato la forza di allontanarsi da Luca. Aveva sperato per giorni che lui la chiamasse, ma invano. Dopo qualche mese, mentre osservava distrattamente una vetrina, si sentì raggiungere da una voce familiare alle spalle: "A te quel vestito starebbe benissimo, ma ti preferisco senza". Simona non aveva fatto in tempo a girarsi che Luca le aveva avvolto le braccia attorno e le aveva dato un bacio sul collo. "Ho cominciato a volermi bene e ad allontanare chi mi fa stare male. Pensavo fosse normale averti accanto, eri come una mia estensione, eri parte di me. Adesso sembra che mi manchi un braccio, un pezzo di me. Torna con me Simona, torna per restare." Si strinsero in un fortissimo abbraccio e sembravano non potersi staccare più. Avevano gli occhi lucidi ed un'unica certezza: tra loro non ci sarebbero più stati addii.

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