12 anni schiavo: 5 curiosità su uno dei grandi favoriti all’Oscar

Creato il 17 febbraio 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

12 anni schiavo, il nuovo film di Steve McQueen (Hunger, Shame), è la storia di Solomon Northup (tratta dal suo libro), un uomo nato libero, un abile violinista, che venne rapito e venduto come schiavo in Louisiana, dove rimase 12 anni prima di ricongiungersi alla sua famiglia. 12 anni schiavo ha vinto il Golden Globe per il miglior film drammatico e ha ottenuto 9 nomination all’Oscar: film, regia, attore protagonista, Chiwetel Ejiofor, sceneggiatura non originale, miglior attore e attrice non protagonista, Michael Fassbender e Lupita Nyong’o, scenografia, costumi e montaggio. Nel cast c’è anche Brad Pitt, che è anche tra i produttori del film con la sua Plan B. 12 anni schiavo sarà nelle nostre sale dal 20 febbraio 2014.

1. È impossibile immaginare 12 anni schiavo senza il suo protagonista, Chiwetel Ejiofor. Eppure l’attore ha accettato il ruolo dopo parecchie esitazioni, perché si sentiva intimidito dal copione. “Sapevo che sarebbe stato un ruolo difficile da interpretare, fisicamente, psicologicamente ed emotivamente” ha spiegato. “Ho detto a Steve che dovevo pensarci. Ma ormai la storia mi era entrata dentro, e in fondo sapevo che per niente al mondo avrei rinunciato a quella parte”. Ejiofor si è preparato immergendosi totalmente nelle piantagioni della Louisiana, dove tutto è rimasto com’era allora, e nella loro cultura, e ha imparato a suonare il violino come Solomon.

2. Il film è pieno di sequenze molto forti. Una di queste è quella in cui Solomon viene lasciato appeso a un cappio con i piedi che sfiorano appena il terreno. Resta così per ore, lottando per non soffocare, sfiorando la terra con la punta dei piedi per non cadere e non soffocare. “Per tutto il tempo in cui Solomon resta appeso a quel cappio, sfiorando la terra con la punta dei piedi, la sua mente è attraversata dai pensieri più diversi” ha dichiarato il protagonista Chiwetel Ejiofor. “Volevo che il pubblico percepisse le sensazioni di Solomon, mentre si dibatte agonizzante nell’indifferenza del mondo che gli gira intorno. È una scena chiave e volevo che fosse coinvolgente. Durante le riprese, sul set è calato un grande silenzio, c’era un’atmosfera grave. Ma sapevamo di dover andare fino in fondo”.

3. Il primo giorno di riprese, nel campo di cotone scelto per girare la scena, la temperatura arrivava quasi a 45 gradi. E non c’era un filo d’ombra. “Mi chiedevo come avremmo fatto a girare con quel caldo pazzesco” ha spiegato Dede Gardner, una delle produttrici. “E allora mi sono resa conto che era proprio quello che raccontava Solomon nel libro, quello che aveva passato lui”. Anche questo aspetto ha aiutato gli attori a immedesimarsi nelle loro parti, e ha contribuito alla riuscita del film.

Ejiofor e Nyong’o protagonisti di 12 anni schiavo

4. A spiccare in un cast eccezionale c’è Lupita Nyong’o, che interpreta Patsey, schiava e oggetto del desiderio da parte di Epps (Fassbender), il padrone della piantagione dove viene portato Solomon. Lupita è nata in Messico e cresciuta in Kenya, e si è laureata alla scuola di cinema di Yale. McQueen l’ha scoperta dopo lunghe audizioni, in cui ha incontrato più di mille candidate. Per prepararsi al ruolo, Lupita ha letto molto, ed è salita sulla nave schiavista esposta al museo di Baltimora, un’esperienza che l’ha sconvolta. Ma ha anche imparato a fare alcune delle attività tradizionali che le schiave facevano all’epoca, come costruire delle bambole con le bucce di mais. “Ho imparato a farle ed è diventata la mia passione” ha raccontato l’attrice.

5. I primi manifesti italiani di 12 anni schiavo sono stati accusati di razzismo da parte dei media americani (ha iniziato il blog Buzzfeed ed è stato ripreso da The Wire e dall’Huffington Post) perché vedono campeggiare le foto dei due attori bianchi, Brad Pitt e Michael Fassbender, invece del protagonista di colore, Chiwetel Ejiofor. Ma si è trattato semplicemente di marketing, e del tentativo di lanciare un film con l’immagine di due attori più conosciuti. Il distributore italiano, Bim, si è poi scusato.

Di Maurizio Ermisino per Oggialcinema.net


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