Jomo Kenyatta, dalla rete
Il 12 dicembre 1963, il Kenya diventa il 34° stato indipendente dell'Africa e a guidarlo sarà Jomo Kenyatta, l'uomo che aveva preso in mano le redini del paese dopo la sanguinosa rivolta contro l'impero coloniale britannico. Quella dell'indipendenza del Kenya - ed in particolare la rivolta dei Mau-Mau - è stata una storia complessa, in parte mai raccontata in modo veritiero, e che ha lasciato sul campo oltre 10 mila morti, molti dei quali torturati e trucidati. Al tempo stesso è forse una delle macchie più infami della storia coloniale britannica.Il Kenya entra nell'orbita dell'impero britannico fin dalla fine del 1800, divenendone un protettorato nel 1895. Il colonialismo inglese diede vita ad uno sfruttamento sistematico delle terre (soprattutto i fertili altopiani) a seguito del "Land Acquisition Order" del 1902, in cui i coloni bianchi poterono acquistare terre e ottenere la supremazia politica nel Consiglio coloniale. Naturalmente le terre che acquistavano erano quelle abitate, da sempre, dalle popolazioni locali, in particolare di etnia kikuyu (la stessa di Kenyatta e maggior gruppo etnico del paese). Agli africani non rimeneva che essere la manodopera a basso costo (chiamati squatters) che, anche grazie al potere politico, era sempre più discriminata e ghettizzata. Alla fine della prima guerra mondiale i bianchi erano l'1% della popolazione e possedevano il 25% delle terre. Per i Kikuyu la terra aveva un alto valore simbolico e si inseriva all'interno di una ricca e complessa organizzazione rituale tribale.bandiera del Kenya
Nel marzo 1922 a seguito dell'arresto di Harry Thuku, capo dell'Associazione dei Giovani Kikuyu e delle successive proteste represse nel sangue dall'esercito britannico, iniziò la rivendicazione territoriale dei movimenti che seppur di matrice spirituale intrapresero una vera e propria battaglia politica. Di questa associazione faceva parte anche Jomo Kenyatta (nato come Kamau wa Ngengi, divenuto poi Johnstone Kamau e infine Jomo Kenyatta), trentenne figlio di contadini, abbandonato dalla famiglia, cresciuto in una missione e che aveva svolto svariati lavori manuali, che nel 1924 divenne segretario del neonato movimento KCA (Kikuyu Central Association). L'ascesa politica di Jomo (che significa "lancia fiammeggiante", mentre Kenyatta è il nome della cintura di perline che egli portava sempre con se) è repentina e negli anni '30, grazie ad una colletta delle sua tribù, si reca in Europa dove si laurea in antropologia a Oxford nel 1937 e dove viene a contatto con personaggi della cultura, del movimento per i diritti dell'uomo e dell'ideologia socialista. Nel 1946, quando dopo oltre 15 anni, rientra in Kenya, è un'altro uomo ed è pronto per la lotta politica per l'indipendenza. In Kenya ritrova Harry Thuku che da quell'anno guida il Kenya Africa Union (KAU) evoluzione del movimento creato da Eliud Mathu (primo africano a sedere nel Consiglio Legislativo) Kenya African Study Union. Il gruppo, nonostante sia composto da persone di quasi tutte le etnia del paese, è di fatto guidato dall'etnia kikuyu. Nel 1951 nasce in seno all'etnia kikuyu il movimento Mau Mau, una sorta di società segreta (era previsto un giuramento "per combattere per le terre che sono state prese con la forza dall'uomo bianco") di tipo militare allo scopo di resistere al colonialismo bianco. In breve i guerriglieri Mau Mau furono oltre 15 mila e il loro scopo fu quello di terrorizzare i coloni europei con violenze e distruzioni. Ma assieme a loro crescevano i gruppi di protesta contro la politica coloniale inglese, che aveva assunto, anche a Nairobi, una forma di segregazione razziale sempre più simile a quello che accadeva in Sudafrica.Al crescere della ribellione Mau Mau, cresceva anche la repressione inglese. Il 21 ottobre 1952 il governatore, Sir Evelyn Baring, dichiarò lo "stato di emergenza" e fece arrestare Kenyatta accusandolo di dirigere le file dei Mau Mau. Kenyatta, pur sostenendo la legittimità della lotta Mau Mau, negò di essere coivolto nell'organizzazione, ma nonostante questo l'8 aprile 1953 fu condannato a 7 anni di reclusione e ai lavori forzati (sarà liberato solo nel 1960) e il movimento KAU fu messo fuorilegge.campo concentramento vicino nairobi (dalla rete)
La tensione crebbe e i britannici - dopo aver decretato la pena di morte per chiunque giurava per i Mau Mau - iniziarono una repressione inaudita contro i militanti Mau Mau e contro i civili simpatizzanti. Nel 1955 solo intorno a Nairobi vi erano 20 campi di concentramento (dello stesso stile di quelli nazisti) dove si praticava ogni sorta di tortura e violenza, fisica e sessuale. Contemporaneamente si descrivono i Mau Mau come criminali violenti, cannibali e stupratori che uccidono donne e bambini, al fine di legittimare la dura repressione.I numeri esatti non si conoscono (tutta la documentazione sui campi di prigionia fu distrutta prima dell'indipendenza quando anche in Inghilterra gruppi di pressione politica chiedevano luce su questi fatti), ma nel periodo 1952-1960 (quanto durerà l'emergenza) furono uccisi oltre 10 mila guerriglieri Mau Mau e giustiziati oltre 1000 "indigeni simpatizzanti". Mentre 333 furono le vittime europee, di cui "solo" 32 direttamente riconducibili alle violenze dei Mau Mau. La storia dei Mau Mau si concluse il 18 febbraio 1957 quando fu impiccato Dedan Kimathi, ultimo comandante Mau Mau rimasto nella foresta.Nel 1960 - dopo che il governo britannico aveva tentato di concedere alcune concessioni governative alle popolazioni locali - fu liberato Kenyatta (che dal 1959 era stato mandato al confino) e già l'anno dopo nel novembre 1961 egli guidò la delegazione del Kenya African National Union (KANU), nuovo nome del KAU, a Londra per trattare per l'indipendenza, che arriverà appunto il 12 dicembre 1963. Kenyatta guiderà con moderazione e senza nessuna "vendetta" nei confronti degli inglesi il paese fino al 22 agosto 1978 quando morirà a 88 anni. Il suo successore, già vice-presidente, Daniel Arap Moi guiderà il paese fino al 2002 in modo decisamente diverso.La ribellione Mau Mau ebbe il merito di accelerare il processo di indipendenza. Vai alla pagina di Sancara sulle Date storiche per l'Africa