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13 Aprile: Pronto, c’è Antonio?

Da Ginny @ginnyna

th3ZTQEBDESe ci soffermassimo a pensare quanto dipendiamo dalle invenzioni,  ci renderemmo conto che siamo bradipi del Paleolitico. Fondamentalmente dipendiamo da qualsiasi cosa che abbia un relais e che sia alimentato dall’elettricità; vero anche che siamo in grado di andare sulla luna, ma avendo Buddhina ad esempio, noto che meno opzioni hai, e più ti scervelli per inventarti qualcosa.
Finite le ovvietà, direi che in primis siamo tutti davvero riconoscenti al sig. Bic per averci risparmiati inutili tentativi con legnetti e pietre focaie, e lenti di ingrandimento. Chi a volte viene davvero un po’ lasciato nel dimenticatoio, è Antonio.
Ora, ci pensate come sarebbe il mondo oggi, senza il suo genio?
Saremmo finiti tutti come Leopardi, gobbi e ipovedenti, intenti a scrivere lettere su lettere, nella speranza che qualcuno prima o poi ci rispondesse. Bene, Antonio ha eliminato il problema, dandoci la possibilità tramite un disco, e l’utilizzo dell’indice, di metterci in contatto col mondo. Altro che osannare i vari Steve Jobs (per carità mito indiscusso), è il Sig. Meucci il nostro mostro sacro.
Dissidente politico, è costretto a scappare dalla sua Firenze e finisce a Cuba a lavorare come meccanico. Non pago, da qui si trasferisce definitivamente a NY con la moglie Ester, dove incontra il grande Garibaldi con cui stringe un’amicizia strettissima che li vedrà lavorare fianco a fianco nella sua fabbrica di candele.
Quello che forse non tutti sanno, è che dobbiamo la sua invenzione più grande, all’amore per la moglie Ester. Quest’ultima era affetta da una grave malattia invalidante, e Antonio volendo potersi mettere in comunicazione con lei dalla camera da letto allo studio, sviluppò e definì la sua macchina: il telefono.
Finito in disgrazia e costretto a vendere tutte le sue invenzioni, dopo una lunga convalescenza Antonio non demorde e nel 1871 decide di richiedere il brevetto, ma purtroppo non gli bastano i soldi e gliene viene rilasciato uno provvisorio. La storia di come sia andata a finire è nota,  5 anni dopo, Alexander Graham Bell depositerà il suo brevetto e a nulla varranno i tentativi di Antonio di rivendicarne la paternità, perché la Corte Suprema darà sempre ragione a Bell.
Quello che conta, è che oggi, grazie a internet (:-) ) noi siamo in grado di conoscere la verità e di apprezzarne i lati. Pertanto GRAZIE ANTONIO!

ANTONIO MEUCCI E’ NATO A SAN FREDIANO IL 13 APRILE 1808, SOTTO IL CREATIVO SEGNO DELL’ARIETE


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