13 assassini – Takashi Miike

29 maggio 2012 Lascia un commento

Come ho gia’ avuto modo di scrivere, Miike tratteggia meravigliosi ritratti di cattivi psicopatici perche’ resto della ferma convinzione che in lui non tutto sia in perfetto equilibrio. Potrei sbagliare ma lo immagino come un Tarantino con gli occhi a mandorla e ancora voglia di fare cinema, uno che ti fa un film coi soldi che gli dai, mettendo sempre in primo piano l’idea rispetto il budget.
Un vero assatanato di cinema e sicuro per conoscenza diretta, Miike ci ricorda che i pazzi furiosi non sono esclusiva del XX secolo e che anche nel 1800 se ne potevano trovare in quantita’. Pero’ quando il piu’ pazzo di tutti e’ il fratello minore dello Shogun al comando, il suo abuso di potere puo’ spingere alla ribellione ed avviene cosi’ che tredici potenti temerari tra samurai e ronin, sfideranno l’esercito che difende il malvagio sovrano, per porre fine alle sue follie.
Altra cosa che a Miike riesce particolarmente bene, e’ saper shockare lo spettatore con situazioni e immagini forti oltre le attese, inventando stilemi di una nuova estetica horror. In fondo e sia chiaro, siamo di fronte all’ennesimo rifacimento de "I sette samurai", con la differenza che il regista ne mette 200 contro 13 e come il Necchi, anche lui ha l’hobby della distruzione dei paesetti. Non a caso un sano quaranta percento del film e’ centrato sullo scontro finale, laddove senza raggiungere l’insensatezza omicida di "Izo", di gente se ne affetta in quantita’.
Cio’ malgrado e qui forse il miglior pregio del regista, dopo un massacro senza eguali e una conclusione drammatica come piu’ non si potrebbe, Miike sa donarci un piccolo motivo di ilarita’ con l’amore per l’assurdo che lo contraddistingue.
Non solo ultraviolenza ma pura passione per il cinema. Ce n’e’ abbastanza per accontentare chiunque.
Be like Miike!

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