Dico due volte perchè parlo dei saldi. E la prima comincerà tra poche ore. Un sabato, prima della fine delle feste, folle sovraumane si accalcheranno per le strade dei centri città alla ricerca di magliettine improponibili o gonne giro-inguine, pensando che il costo ridotto giustifichi il peccato grave di mancanza di gusto. Assisterete a scene bestiali che pensavate non si verificassero dal paleozoico.
Detto questo, se siete pronti ai saldi, potreste anche essere pronti alla lista delle 13 cose che potrei comprare nei saldi e che probabilmente non toccherò.
1) Pullover in cashmere intarsiato, Burberry.
Divino. Da quando l'ho visto, al top nella mia personale wishlist invernale. Non troppo concettuale, un sempreverde al contempo unico. Uno di quei capi di cui ci si innamora. Lo sbatti sopra una camicia, un jeans attillato e hai l'outfit. E guardate il cane. Mi sta osservando. Anzi, mi sta supplicando con quello sguardo tenero: "comprami, compramiiii...".
Insomma, mi devo solo convincere che sia un investimento, trovarlo in un negozio in giro per l'Italia (ma per questo bastano i miei scagnozzi del negozio di Roma) e (tasto dolente) svuotare abbondantemente il portafogli.
Probabilità d'acquisto: medie (se lo trovassi!).
2) Un classico e sempreverde maglione in baby cashmere di Loro Piana. Proprio il fatto che sia sempreverde mi frega: ogni volta che ci faccio un pensierino mi dico: "ma tanto lo puoi comprare anche la prossima stagione...che fretta c'è?". E anche quest'anno andrà così. Sicuro.
Probabilità d'acquisto: molto basse.
3) L'orami famosa blusa di Cèline in lana e seta stampa legno, di cui ho già parlato diffusamente. Visto che sembra sparita da ogni negozio online di questo piccolo e insulso pianeta, e che naturalmente un outlet in prossimità di Roma alla signora Phoebe Philo (che nome, poi...) fa schifo, anche questa sembra esclusa dalla lista. Il mio portafogli ringrazia, ma ecco l'improvviso colpo di scena: mai dire mai, infatti, perchè sto progettando un raid nella valle dell'
Probabilità d'acquisto: inesistenti...o quasi.
4) Galeotti furono una maledetta vetrina e il Tumblr di Hermès. Un giorno stavo allegramente passeggiando per via Condotti, senza nessun pensiero consumistico in mente, e mi sono ritrovato davanti questo maglione. Bellissimo, illuminato scenograficamente ed esposto senza pudore con tanto di prezzo, che è come sparare sulla croce rossa. Capirete voi che una qualunque anima bella sensibile al valore dell'estetica non può essere immune dal richiamo atemporale dell'oggetto e bla bla bla. Insomma, il maglione mi piaceva, e tanto. Anche perchè è il migliore esempio di quell'effetto degradè di tessuti tanto di moda quest'inverno. In questo caso la pelle si trasforma in spessa lana d'agnello, creando delle forme di H sulla maglia, a rievocare sottilmente il nome della maison. E poi, scusatemi il ragionamento grezzo, ma quanto sono fichi i maglioni di Hermès!
Nonostante questo, però, ero riuscito a farmelo uscire dalla testa, convincendomi che questo colore proprio non facesse per me.
Finchè, pochi giorni fa, non ho scoperto l'esistenza del sopracitato Tumblr di Hermès. Gli ho dato un'occhiata (se il vostro portafogli è più cospicuo del mio ve lo consiglio, altrimenti forse dovreste rinunciare) e mi sono imbattuto in lui. E, checchè me ne tenti di convincere, il colore non è un brutto viola scuro. E' un affascinante prugna. Inoltre è anche in boutique a Roma, cosa abbastanza rara. E' inevitabile, insomma. Un segno del destino.
Probabilità d'acquisto: basse (ma solo per il prezzo).
(A proposito: Hermès con questo ha vinto. Guardatelo, ma solo dopo aver finito di leggere il post, eh!)
5) Sempre a proposito di sofisticati effetti degradè, troviamo questo maglione pesante di Yves Saint Laurent (chissene frega di come la chiama Slimane. Tiè!). Adocchiato su internet senza dargli troppa attenzione, l'ho rivalutato dopo averlo visto dal vivo, proprio perchè la "stampa" centrale è in verità un effetto della lana. Un effetto molto particolare, che mi ispira una certa violenza. Ed effettivamente la collezione prendeva a spunto l'opera di Robert Mapplethorpe. Le sue foto non danno anche a voi un'idea di violenza ed erotismo molto pronunciate?
Il problema della maglia è il boxy fit da rapper del Bronx incazzato con Dio che mi fa pensare un po' a una tunica di guerre stellari (lo vedrei bene su Darth Vader, per la precisione). E' anche vero che sul davanti c'è una sorta di bavaglino removibile, che, una volta tolto, gli darebbe un aspetto un po' più normale. So che non avete capito niente, ma è difficile da spiegare. Il succo è che lo dovrei provare per capire come mi sta.
Probabilità d'acquisto: basse. Però insomma, un pezzo dell'ultima sfilata di Pilati per YSL (tralaltro l'unica che mi sia piaciuta), perdipiù ispirata da un fotografo che stimo molto... eh, quasi quasi...
(ok, lo so che fa schifo come ritocco. Ma ci ho messo pure tanto! Uffa!)
(Megadettaglio) Interessanti anche gli altri maglioni in pelle e cashmere di YSL in vendita su SSENSE, naturalmente già finiti coi saldi.
6) A parte Burberry, che si è cimentata in esplorazioni su volumi superslim, quest'anno a farla da padrone è stato il taglio un po' squadrato ("boxy", "a scatola") delle maglie, come abbiamo appena visto. Uno che se ne intende di queste costruzioni è il giovane (ma artisticamente maturo) stilista cinese Yang Li, di cui vi avevo parlato qualche tempo fa.
Nonostante la maglia in questione sia bella e pregiata (in cashmere), per citare Mario Monti, "convince ma non vince". La mia preferita (di Yang Li) la potete trovare sul link subito sopra, ma ormai è andata, venduta, e meglio così.
Probabilità d'acquisto: molto basse.
7) Al settimo posto la camicia stampata meduse di Paul Smith. Una stampa affascinante, brillante, che colpisce, sicuramente. Ma non proprio sobria. La metterei? Non la metterei? Esiste anche in versione tshirt con una stampa simile, ma è molto meno particolare, oppure ci sono i pantaloni. Ma se ho difficoltà a mettermi la camicia, immaginatevi se riuscirei a uscire con l'acquario di genova alle gambe. NO, NO e NO. Più fattibile, e forse non è da escludere, un maglione in alpaca con disegno di animali marini preistorici. Ispirato alle classiche e tremendamente natalizie maglie in lana (rigorosamente oversized) con renne, questo simpatico maglione presenta tutto un decoro di mostri delle profondità degli abissi, come il pesce lanterna o enormi piovre dal sapore antico e mitologico.
Probabilità di acquisto: basse per la camicia, diventano medio-basse per il maglione.
8) (Compilare questa lista sta diventando stancante). Camicia di Valentino con borchiette. Bella l'idea della classica camicia button down in cui ai bottoncini del colletto si sostituiscono due piccole borchie coperte e ingentilite dal cotone. Rende un po' modaiola la camicia e dà una simpatica interpretazione delle borchie, altrimenti abusate e stantie.
Probabilità d'acquisto: medio-basse.
Passiamo alle giacche, e siamo già al #9 (fiuuuu -sospiro di sollievo). Tornando a Burberry, c'è questa giacca militare che mi ronza in testa da quando sono andato a Parigi. Un classico bomber militare rivisitato nelle proporzioni, estremamente striminzite (ergo "lo devo provare dal vivo"). Sarebbe interessante sapere di cosa sono fatti i bottoni, che scintillano come stelle (ho tentato di trovare metafore più originali, ma niente. Chiedo venia).
Probabilità d'acquisto: basse.
10) Le probabilità sono un po' più alte per questo bomber in tessuto di Dior Homme, col motivo ricorrente di questa FW di corvi che spiccano il volo. Affascinante, un po' inquietante, qua lo vedete addosso a Isaac di IsaacLikes. Probabilità: medio-basse.
11) L'undicesimo capo è un generico blazer trapuntato in lana. Sembra facile da trovarsi, ma ho sudato sette camicie per farmi un'idea di cosa offrisse il mercato. Tra le offerte troviamo: Moncler, che mi ha fatto nascere questa passione. Bello, con alcuni dettagli interessanti, come i bottoni a pressione sullo spacco dietro o sulle maniche, ne ho visto uno l'anno scorso ma i bottoni erano di quelli in plastica un po' gommosi, e aveva un enorme patch col logo appiccicaticcio sulla manica. Insomma, NO! Quindi ho sondato un po' il mercato: Boggi e Montecore (quest'ultima è specializzata in piumini et similaria) li fanno. Poi però ho anche trovato un bel Moncler grigio con bottoni dorati online. Ma lo vorrei vedere dal vivo. Il sogno sarebbe in cashmere! *.* (occhiucci lucidi e scintillanti).
Probabilità: basse (se non lo trovo).
12) Mi sono tenuto per dodicesimo il punto forte. Ieri stavo gironzolando per il centro e sono entrato da LV, approfittando:
a) Del numero insolitamente alto di clienti che c'era (che poi erano sempre pochi, quel negozio incute terrore),
b) Del fatto che la "maison" sia così enorme che nessun commesso:
I) Si ricordi di me,
II) Mi molesti chiedendomi insistentemente se "ha bisogno di un aiuto?" e mi spii di sottecchi.
Sapete come non ami troppo LV, ma, se c'è una cosa che tocca le mie corde, è quando una maison, in un modo o nell'altro, rievoca le idee e le immagini del viaggio. E in questo Vuitton (ma anche Hermès) è particolarmente brava. Così, quando sono entrato in negozio, speravo di trovare lei, questa bella giacca mezzastagione (di cui, come al solito, avevo già parlato qui). Molto semplice, in satin di cotone (o comunque cotone un po' sbrilluccicante) con varie patch che ricordano quelli che si vedevano sulle valigie a inizi del secolo scorso. Ecco che, parli di viaggi e Belle epoque, mi hai preso il cuore.
La giacca costicchia, ma ho notato che il prezzo esposto sui cartellini era coperto, oscurato. Forse si stanno preparando a un eccezionale saldo con tutto il menswear al 70% (probabilmente è solo un mio film mentale, ma vabbè)? Ecco, farebbero bene. In tal caso è mia. L'unica pecca? Che su tutti i patch c'è scritto Vuitton. Non proprio sobria. Però è così bella... così "me"!
Probabilità: medie
(questa foto da Nob).
Per ultimo (#13), last but not least, ("e mmo avemo finito") le scarpe. Qualche tempo fa sono stato a Milano e mi sono innamorato di queste belle Margiela. Le trovavo geniali. Pulite (si fa per dire), anticonvenzionali, semplici con un twist e tutti gli aggettivi che si usano per descrivere qualcosa che piace. Interessanti e molto Margiela, bello il contrasto della pelle candida con gli schizzi di colore, che le rendono uniche.Probabilità d'acquisto: medie (once again: se le trovo le arraffo).
Ci sarebbe, a dire la verità, anche un'altra cosa che potrei comprare. Anzi, dovrei. Dovete sapere che tra un po' di giorni ho una festa. Una festa a tema. E già la cosa si mette male. In più il tema è "shine". "Shine", brillante, diamine! Che caz...piterina mi metto di brillante a una schifofesta che poi possa riciclare o che non costi più di 20 euro!? Il papillon. Ma l'unico papillon brillante che ho visto in questi giorni era di Tom Ford. 170 euro.
Ps.: Per evidenti ragioni di spazio (e portafogli), non ho incluso nella lista molti oggetti come il bavaglino di Cèline (che ora miro un po' meno), un maglione di Burberry bordeaux dal collo sciallato enorme, un altro maglione di Burberry con motivo a lisca di pesce e ancora un collo strano, un mega maglione handmade di Hermès, un cappotto di Burberry Ivy league e tanta tanta altra roba. L'ultima nota va alle Common Project, le mie scarpe cult della stagione. Quelle sono abbastanza sicuro di volerle, saldi o meno, blu o verdi.
Pps.: E se mi candidassi come IT blogger di Grazia?
Sbarcherei anche su Twitter per l'occasione. Una possibilità imperdibile: prendi due, voti uno!