A cinque giorni dai referendum, due dei quali riguardavano le proposte Radicale e del Movimento della vita sull’aborto, fu compiuto un attentato al papa, Giovanni Paolo II. Con gli anni si cercò di stabilire la matrice che armò Mehmet Ali Ağca, terrorista turco di estrema destra dei bozkurtlar (Lupi grigi): secondo la commissione Mitrokhin del Parlamento italiano, presieduta da Paolo Guzzanti, dietro l’attentato al papa c’era l’Unione Sovietica, anche se si spiega male l’appartenenza politica di Ağca e la possibilità che a foraggiare i Lupi grigi ci fosse la CIA; secondo le dichiarazioni del pentito di Cosa Nostra Vincenzo Calcara [1] rese a Paolo Borsellino l’attentato sarebbe stato commissionato dall’imprenditore mafioso Michele Lucchese.
Ho ricordato all’inizio la concomitanza con i referendum del 18 maggio 1981 perché è bene non dimenticare che all’epoca si parlò di mandanti morali per questo attentato, ossia i laici impegnati a difendere la legge sull’aborto 194/78 e a respingere l’ingerenza del Vaticano sui temi dei diritti civili italiani. Comunione e Liberazione distribuì volantini avvalorando questa tesi vergognosa, Gustavo La Selva, all’epoca direttore del GR2 RAI, attraverso i microfoni della radio si unì al coro di chi definiva il tentato omicidio come frutto di una campagna di odio scatenata dai laici…
A trentuno anni da quel giorno gli interrogativi ci sono tutti, mancano ancora le prove per stabilire i reali mandanti e le interpretazioni religiose legate ai Segreti di Fatima si sono rivelate, com’è ovvio, farneticazioni mitologiche buone soltanto a trastullare qualche povero di spirito…
© Marco Vignolo Gargini
http://it.wikipedia.org/wiki/Attentato_a_Giovanni_Paolo_II