139 km a Nanchino..
Sono in autostrada e la macchina viaggia spedita. La velocità è costante e la guida è sicura. Il piede sull’acceleratore non trema di un millimetro.. sempre lì, fisso …inossidabile …
non c’è bisogno di premere di più ma allo stesso tempo rallentare sarebbe inutile..139 km a Nanchino.. non c’è fretta se si sa dove andare.
La strada è dritta e non accenna un benché minimo sussulto. E’ una strada austera questa, una strada senza se e senza ma, una di quelle strade che ama guardarti negli occhi intensamente prima di dispensare i suoi giudizi. Una strada che non ammette diritto di replica. Non esistono compromessi. Questa strada esige rispetto, va percorsa in un certo modo e soprattutto va percorsa con un fine ben preciso: non certo per ingannare il tempo o la noia. Al massimo sono loro che ingannano te. Il tempo e la noia se si incontrano rischiano di fare dei danni allucinanti. Dal tempo non si fugge ma dalla noia si può sempre stare alla larga. Basta imboccare la strada giusta e percorrerla in un certo modo.
Aldilà della luce dei fari c’è solo buio.. tanto buio. Poco male . L’oscurità del futuro non fa così paura se la luce della macchina scopre il suo misterioso velo di tanto in tanto..
97 km a nanchino.
Questo è il mio viaggio.
Procedo con velocità costante ..a volte i passi si accorciano, le gambe rallentano ed indugiano ad un bivio. Da un lato tante curve. Ipnotiche e seducenti come sirene in mezzo all’Oceano. Quante tentazioni: ma poi penso ad Ulisse, ai suoi marinai e alle parole della dea Circe: decido di darle ascolto e le evito: io tiro dritto.
Il vento è favorevole ed io so dove andare. Non c’è fretta.
Mi tornano in mente tante parole, riaffiorano vecchi pensieri offuscati dal tempo. Cartoline spedite e biglietti smarriti.
Ricordo gli aerei che ho preso, le cose lasciate , gli amori che ho avuto. Quanto asfalto lasciato alle spalle, quanto asfalto davanti ai miei occhi.
34 Km a Nanchino.
Un’audace Volkswagen vecchio stile, un’autista impagliato al volante, due saputelli colleghi cinesi, un esuberante sarto italiano ed io in mezzo a mediare.
Scenario intrigante, degno di una commedia Hollywoodiana senza pretese.
Ritagliarsi uno spazio così “autorevole” non è stato così facile, certo qualcuno potrebbe storcere il naso sul design della macchina ma francamente me ne infischio.
Per quel che mi riguarda il sedile su cui sto scrivendo è già di pregevole fattura.
E’ un ottimo inizio e non intendo fermarmi. Dal futuro mi aspetto giornate di sole e motori ruggenti. Ma per ora non c’è fretta.
12 Km a Nanchino.
Di tanto in tanto mi sento obbligato a sfoderare al mio compatriota pungenti quanto doverosi commenti sulle unghie della mia collega che, a giudicare dal look, ha scambiato una formale trasferta di lavoro per un pigiama party tra buffi tredicenni. Qui capita anche questo. Ad ogni modo sono tutte situazioni ricche di spunti interessanti e poi parlare una lingua che qui in Cina nessuno si è ancora sognato di imparare a volte presenta dei vantaggi.. Lo sfottò è sempre dietro l’angolo, rinvigorisce lo spirito e alleggerisce la mente. Grasse risate in compagnia del sarto.
Arrivato a Nanchino, il lungo e stretto corridoio dritto come l’autostrada appena percorsa si interrompe qui, sulla soglia della mia camera d’albergo.
Domani si riprende il cammino, un’altra città mi aspetta.
Tiro dritto e non mi fermo.
So dove andare e il vento è favorevole.