Il Titanic, fiore all'occhiello di inizio secondo dell'ingegneria navale Britannica, salpò da Southampton il 10 Aprile del 1912 con una sfavillante inaugurazione in quanto era al tempo la nave più lussuosa mai realizzata per viaggi di questo tipo: in effetti aveva il compito di collegare il vecchio con il nuovo continente con viaggi settimanali.
Finanziata dall'armatore americano J.P. Morgan, era lunga 269 metri e larga 28 e permetteva di trasportare fino a 3500 persone incluse merci di ogni tipologia e addetti al servizio navale, il tutto per un peso complessivo di circa 46000 tonnellate.
Sulla affidabilità e robustezza della nave gli ingegneri e lo stesso armatore che hanno voluto e realizzato il progetto non avevano dubbi, al punto che dichiaravano con orgoglio alla stampa dell'epoca che "era praticamente inaffondabile".
Dichiarazioni che ovviamente con i fatti accaduti da li a qualche giorno, hanno indotto e scaturito polemiche e le dovute inchieste per accertarne le responsabilità anche e soprattutto di natura tecnica.
Il comandante incaricato del viaggio inaugurale Edward John Smith, è ormai noto a tutti per il coraggio dimostrato durante l'inabissamento della nave: da molte testimonianze dei superstiti della disgrazia si evince un profilo eroico del capitano, in quanto ha sacrificato la sua stessa vita per cercare di salvare molte più persone possibili.
Lo stesso Smith aveva rilasciato una dichiarazione sulla inaffondabilità di questo tipo di colossi navali, in quanto realizzati nel modo più impeccabile e preciso possibile.
Anche la sua dichiarazione stride con fatti avvenuti, tra l'altro per lui era l'ultimo viaggio prima del suo pensionamento.
Suddivisa in tre classi in base allo status sociale, era formata da una parte più elegante posta in alto, riservata alla nobiltà e alle persone più in voga di quel tempo, una parte intermedia riservata al ceto medio come insegnanti, commercianti ed infine nella parte più bassa a ridosso delle stive e della sala motori, erano posizionati gli immigrati che cercavano fortuna in America, soprattutto irlandesi ed italiani.
Come anticipato dopo il varo iniziale ed inaugurale, il Titanic fece una sosta in Francia e poi una finale in Irlanda per poi partire finalmente verso New York.
Durante la navigazione arrivarono alcuni messaggi al capitano e al suo vice che segnalavano una forte presenza di ghiaccio proprio sulla loro rotta ma, questo non è stato chiarito del tutto, si decise comunque di proseguire con una leggera variazione e al massimo della potenza, per arrivare alla meta con un giorno di anticipo.
Ulteriori messaggi vennero praticamente ignorati o quanto meno presi alla leggera, inoltre il mare era molto calmo e quindi non si potevano nemmeno notare increspature d'acqua nelle vicinanze dei blocchi di ghiaccio come disse Lightoller, ufficiale di turno durante l'inchiesta:
«...l'oceano era liscio come la superficie di un tavolo o di un pavimento; era un fatto veramente eccezionale»Questo non bastò a far suonare campanelli di allarme al punto che il primo avvistamento alle 23.40 in piena notte e con una temperatura di circa zero gradi centigradi, fece si che ogni tentativo di far ridurre la velocità sostenuta della nave risultò vano e lo scontro inevitabile.
L'impatto aprì profonde feritoie sullo scafo dalle quali moltissima acqua iniziò a riempire tutti i vani posti nella parte più bassa a ridosso delle sale macchine.
La chiusura repentina di alcune paratie allungarono di qualche ora l'inevitabile inabissamento dello scafo e permise a molte persone di trovare una via di uscita e di salvezza.
Purtroppo però la nave, come accennato, aveva imbarcato circa 3500 persone ma era stata progettata con sole 16 scialuppe per l'emergenza che permettevano il salvataggio di solo 1600 persone, quindi assolutamente inefficaci.
Il prezzo più alto in termini di vittime fu pagato dalle persone che si trovavano in terza classe, in quanto ebbero notevoli difficoltà di risalire fino al ponte per poi imbarcarsi sulle scialuppe: solo un terzo di loro di salvò dalla tragedia.
Ormai l'acqua era penetrata in tutti i punti più bassi della nave e per questo motivo, iniziò a spezzarsi nel punto centrale fino a quando una delle due parti, non si alzò in verticale e iniziò a inabissarsi seguita successivamente dalla rimanente porzione.
Fu cosi che alle 2.20 dopo alcune ore dall'impatto il transatlantico inaffondabile, colò a picco verso i profondi fondali del gelido Oceano Atlantico, portando con se innumerevoli vite.
Successivamente la sciagura ebbe una notevole eco in tutto il mondo, giunta fino ai giorni nostri con innumerevoli testimonianze dei superstiti e sopravvissuti che piano piano ci stanno lasciando, quindi è compito nostro mantenere il ricordo.
Una testimonianza ancor più cruda, è anche data dagli oggetti ritrovati nel tempo appartenuti a persone che hanno viaggiato quella drammatica notte su quella sfortunata nave, come il ritrovamento e la ricostruzione di un carillon appartenuto ad una bambina che potete approfondire su questo link,
Interessante curiosità su questo evento è legata all'ipotesi che il famoso personaggio Jack, interpretato da Leonardo Di Caprio nel film Titanic, sia ispirato ad un italiano tal Emilio Portaluppi, potete approfondire la sua storia su questo articolo.
Fonti delle immagini e del testo
EMILIANO DI PLACIDO
Amministratore e autore del sito
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