15) Racconto: Il pozzo

Da Angivisal84

Il Pozzodi Giada PellegrinettiCreatura: Fantasmi
Sono solo una povera pazza?
Nessuno capisce il mio delirio.
Maledico il mio peggior nemico!!! il mio cuore.
Non posso fuggire vengo comunque trovata.
Sogni agitati e orride visioni infestato la mia povera devastata e stanca mente delirante.
Gli spiriti mi fanno compagnia.
Ho le gambe addormentate ed intorpidite, sono seduta su sassi e fango umido. Le mie pallide e gracili braccia abbracciano le mie gambe ferite. C'è ombra, ormai non distinguo più di che colore sono i miei capelli arruffati e sporchi e ahimè a stento li rammento tra i fievoli ricordi che a sprazzi tentano di farsi largo nella mia mente. Non sento più ne freddo ne caldo, ho perso la cognizione del tempo. Mi nutro di insetti e bevo l'acqua piovana che si raccoglie sul pavimento in piccole pozzanghere. Chiudo leggermente gli occhi, passo la lingua sulle labbra secche e screpolate, poi osservo in alto come spesso faccio, non trapassa luce adesso. Non c'è maniera di uscire ho provato e riprovato. Oh miei spiriti...voi non potete aiutarmi, eppure è per voi che sono qui. La gente ha paura, e le streghe vengono scovate e bruciate vive. Non so cosa sarebbe stato meglio. Ricordo il terrore negli occhi di mia madre quando le dissi che potevo vedere li spiriti. Il panico porta ad azioni irrazionali. Mi voleva bene e non voleva che venissi bruciata viva. Cosi per nascondermi mi getto nel pozzo vicino casa nostra. Non so più nulla di lei, forse è stata uccisa, ed io sono rimasta imprigionata qui. A stento sopravvivo, la ragione non mi ha ancora abbandonata del tutto. Di tanto in tanto mi fanno visita gli spiriti irrequieti delle povere presunte streghe bruciate, si lamentano e piangono. Spesso mi domando se sono ancora viva o sono soltanto un fantasma. Poi quando grattando disperata le pareti vedo fuoriuscire il sangue dalle mani mi rendo conto di non essere ancora morta. Spesso ho pregato le tenebre di aiutarmi, di darmi forza ed io in cambio l'avrei sempre servite fedelmente. Ma nessuna risposta risuonò mai dentro il tetro pozzo. Deve esser sorto il sole ormai. Scorgo un lieve raggio di luce che infastidisce i miei occhi stanchi, li chiudo coprendomi il viso con le mani. Mi scanso trascinandomi cercando l'ombra. Butto lo sguardo verso l'alto. Scorgo una figura affacciata al pozzo. Una visione? Pazzia? Quest'ombra all'improvvisò parlò: < C'è qualcuno laggiù?!> Non so che pensare... Non rispondo. Forse è reale, sarei uscita. Calò giù una scala di legno e mi invitò a salirvi. Non dovevo farlo. Non potevo fidarmi probabilmente. Non sapevo se la caccia alle streghe fosse finita. Ma mi trovai già a salire li scalini. L'istinto di sopravvivenza prevalse e volli credere d'esser salvata. All'improvviso la luce accecante, mi bruciavano gli occhi. Quasi mi spaventai del pallore della mia pelle. A stento mi reggo in piedi. L'uomo alto e grosso molto scuro di pelle che mi ha tirato fuori dal pozzo mi sta sorreggendo. Il mio braccio sparisce totalmente nella sua grande mano possente. Mi guarda. < Sei la figlia della donna che abitava quella casa?> Non so cosa rispondere. Mi guardo attorno, vedo quella che era la mia casa, in macerie! era stata bruciata. Nonostante la grande confusione nella mia testa ora all'improvviso capisco tutto. <l'avete bruciata!!> <proteggeva te! una strega! tu osi dire di vedere gli spiriti!> guardo il pozzo e sento l'irrefrenabile desiderio di gettarmi dentro e ritrovare quella tetra tranquillità. Ma ormai mi hanno scovata. Dalla mia gola escono grida strozzate <maledetti!!!> Cerco invano di opporre resistenza, io sono debole e lui è forte, mi trascina via come una bambola di pezza. Mi trascina dentro una casa nel villaggio vicino e mi getta dentro una specie di gabbia. Di nuovo rannicchiata e intrappola. L'uomo senza troppe spiegazioni mi abbandona li ma improvvisamente al suo posto scorgo una figura piccola sull'uscio della porta che si avvicina titubante. É una bambina, ha i capelli color del miele, ha la pelle diafana e delicata. Accenna un sorriso e mi porge una ciotola con dell'acqua. <Sei una strega?> mi chiede, <Strega? Secondo te cosa è una strega?> <una cattiva che fa magie brutte, lo dice sempre il mio papà> <Capisco...senti perchè non mi dici il tuo nome?> <mi chiamo Lene, e tu come ti chiami signora strega?> < Hero....almeno è quello che mi pare di ricordare> Questa bambina che mi asserva mi fa pena, dovrei provare pena per me stessa che stò per esser bruciata viva. Una strega che non sa come uscire da una specie di gabbia è quasi divertente a dirsi. Un tonfo! La porta sbatte e l'uomo scuro compare di nuovo, <Lene cosa fai ancora qui! Vai subito fuori non parlare alla strega>
la piccola mi osserva quasi triste, chissà se l'hanno mai lasciata assistere ad una esecuzione e chissà se sa cosa stanno per farmi. Senza disubbidire a quello che penso sia il padre Lene mi rivolge l'ultimo sguardo colmo di compassione per una bimba cosi piccola e poi si allontana dalla stanza. Ora siamo rimasti io e lui.. Colui che da salvatore si stà per trasformare in carnefice. Chiudo gli occhi, non voglio assistere. Mi sento di nuovo trascinare come una bambola e spero e mi concentro con tutta me stessa affichè possa perdere i sensi. Mi stanno legando ad un tronco di legno e gettano altre legna ai miei piedi. <L'abbiamo trovata!!!! lei è l'ultima!!>. La folla mi osservava fiera e divertita. <Brucia Brucia!!!> gridano. Le corde mi stringono e non posso muovermi. Chiedo supplicante aiuto agli spiriti che continuano a volteggiarmi attorno. Una sola melodia emisero. Raggiungici raggiungici... Poi scorgo tra la folla divertita e urlante la piccola figura dai capelli color miele che mi osserva e all'improvviso mi sorride. Un sorriso quasi furbo e malizioso. Un brivido improvviso mi percuote la spina dorsale. Non voglio più assistere, chiudo gli occhi mentre lo stesso uomo che mi aveva trovata accende il fuoco che svelto arriva a me. Provo terrore e mi sento arresa, ormai è andata, ormai ci siamo, questa è la mia morte. Dolore lancinante parte dai piedi e sale avvolgendomi completamente. Dopo una lunga agonia mi trovo insieme agli spiriti a guardare il mio corpo carbonizzato. 

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