“EXPO 2015. Dove sono finiti l’energiaenergia
Fisicamente parlando, l'energia è definita come la capacità di un corpo di compiere lavoro e le forme in cui essa può presentarsi sono molteplici a livello macroscopico o a livello atomico. L'unità di misura derivata del Sistema Internazionale è il joule (simbolo J) e i cambiamenti climatici? Appello per una sessione centrale e permanente su questi temi sotto l’egida di UNESCO e FAO”
Noti esponenti del mondo ambientalista, dell’associazionismo e del mondo del lavoro, dietologi, alimentaristi, ricercatori universitari e scienziati, direttori di di Istituzioni e artisti compaiono tra i primi firmatari di un appello promosso da Mario Agostinelli e Massimo Scalia e rivolto ai Presidenti della Repubblica, del Consiglio dei Ministri, della CNI-UNESCO, della FAO - Italia e del Comitato Scientifico di Expo 2015. Che cosa hanno chiesto, nella conferenza con la quale hanno dato il via alla raccolta di firme per l’appello?
“La parola ‘Energia’ che compare nel logo dell’Esposizione sembra di fatto sparita e con essa il link con i cambiamenti climatici in corso, certo drammatici ma proprio per questo già segnalati dieci anni fa da uno statement delle Accademie delle Scienze dei più grandi Paesi del mondo, Cina e India incluse – rilevano i firmatari. La stessa Unione Europea, accogliendo quell’esortazione, ha varato il suo obiettivo dei tre 20% al 2020, che è diventato il punto di confronto dei 195 governi di tutto il mondo che proprio alla fine di Expo si riuniranno quest’anno a Parigi per prendere decisioni.”
“Possibile che un evento che vuol essere globale, come Expo 2015, ignori questo tema gobale che è stato universalmente riconosciuto come una spada di Damocle che incombe sul nostro comune futuro? Eppure – continuano i firmatari – proprio il mondo dell’agricoltura e del cibo è quello che sta più soffrendo le conseguenze del cambiamento climatico, dai danni legati agli eventi meteorologici estremi al crescente diffondersi di agenti patogeni e insetti nocivi su aree sempre più vaste, dalle alterazioni delle pratiche e del calendario agricolo all’impatto sul ciclo delle acque dolci, ancora più grave per un mondo agroalimentare che è tributario di quel ciclo per l’80% della disponibilità mondiale!”
“Pensare, osserva Giorgio Parisi, premio Planck della Fisica mondiale e tra i primi firmatari dell’appello, che a proposito d’energia su scala mondo, al settore agroalimentare va il 30% dei consumi totali d’energia ed è responsabile del 24% delle emissioni di gas serra, soprattutto CH4 e N2O.” “Il cammino verso un cibo sostenibile, gli fa eco un altro firmatario, Gianni Silvestrini, direttore del Kyoto Club, richiederà che i profondi mutamenti di tecnologie, comportamenti e politiche avvengano nel contesto e in armonia con la trasformazione del sistema energetico, cioè verso produzioni decentrate e con fonti direttamente reperibili sul territorio.” E Alfredo Vanotti, coordinatore dei dietologi svizzeri, ammonisce: “Lo sconvolgimento climatico avrà conseguenze proprio sull’agricoltura e sull’alimentazione per tutti gli abitanti del pianeta, non solo per il miliardo di persone già oggi al di sotto del livello di sopravvivenza”. “L’appello poi non risparmia critiche, sottolineano Agostinelli e Scalia, a una gestione che non parla di diritto all'acqua potabile e di acqua per l'agricoltura familiare, non parla di diritto alla terra e all'autodeterminazione a coltivarla, privilegiando così un’interlocuzione con le fasce di popolazione ricca e gli interessi preminentemente commerciali.”
“Per questo – conclude l’appello – chiediamo che durante tutto il periodo dell’esposizione Expo dedichi a questi temi – i quattro “elementi” energia, acqua, terra, biosfera e il link con i cambiamenti climatici – una sessione centrale e permanente, sotto l’egida dell’UNESCO e della FAO e all’insegna degli “obiettivi del Millennio”, aperta al confronto tra gli esperti e le esperienze e le proposte che cittadini e portatori di interessi vorranno mettere a confronto.”
di firma...