Inutile guardare l’angelo dorato che sul campanile più alto di Udine indica la direzione del vento: Al Far East Film Festival non può che soffiare da Oriente, anzi, dal lontano Oriente. L’appuntamento più importante d’Europa col cinema popolare asiatico, diretto da Sabrina Baracetti, è giunto alla sua 15ma edizione e ha premiato con il Gelso d’Oro la commedia romantica sudcoreana How to use guys with secret tips (“Come usare gli uomini con qualche trucco segreto”, 2013) di Lee Won-suk, che oltre ad avere un titolo intrigante, è ben congegnata, ben interpretata e divertentissima (“sembrava che venisse giù il teatro dalle risate!” esclama addirittura una spettatrice). Interessante notare come il genere comedy si sia evoluto, nel continente asiatico, negli ultimi anni: “Le coppie cinematografiche del passato non facevano molto, oltre a tenersi per mano, ma le commedie di oggi sono più a proprio agio di fronte all’idea che le coppie giovani effettivamente fanno sesso” commenta Darcy Paquet, curatore della sezione sudcoreana del festival. E aggiunge: “Questi film continuano ancora ad essere carichi di melensaggine e ritrosia, ma i protagonisti maschili sono diventati un po’ più rilassati e capaci di fare un passo indietro, mentre i personaggi femminili hanno acquistato maggior dignità”.
Il secondo e il terzo premio del Far East sono andati rispettivamente al thriller thailandese Countdown (2012), opera prima di Nattawut Poonpiriya che mescola elementi di cristianesimo e buddismo con simboli orientali e occidentali, e all’hongkonghese Ip Man-The final fight (2013) diretto dal regista Herman Yau, che nel 2010 aveva già realizzato The legend is born-Ip Man, ennesimo raffinato biopic sul maestro di arti marziali che ha ispirato anche l’ultimo film di Wong Kar Wai.
Infine, il riconoscimento dei Black Dragon (sostenitori del festival che hanno il posto fisso riservato in sala) è stato assegnato al drammatico Touch of the light (2012) di Chang Jung-chi, proveniente da Taiwan, mentre il premio dei web-giurati di Mymovies è andato al giapponese It’s me, it’s me (2013) di Miki Satoshi, che prende le mosse da un furto di identità destinato a trasformarsi in un incubo.
Oltre ai lungometraggi vincitori e ai loro registi presenti al completo, questa bella edizione del Far East ci ha fatto conoscere una galleria di memorabili personaggi: La compagna Kim, sorridente ed intraprendente minatrice del film nordcoreano Comrade Kim goes flyng, che aspira a diventare trapezista e compirà il suo “volo” con l’aiuto di tutti i colleghi della miniera; Il commovente giovane Satoru (interpretato da Hamada Gaku, attore feticcio del regista giapponese Nakamura Yoshihiro), che in See you tomorrow, everyone non riesce a uscire dal quartiere dove è nato (quasi come Novecento non riusciva a lasciare la sua nave, con la differenza che alla rassegnazione del leggendario pianista sull’oceano, Satoru contrappone i suoi sforzi per acchiappare il coraggio “a quattro mani” e scendere dalla scala che gli apre il resto del mondo); La protagonista femminile della commedia giapponese Key of life, così desiderosa di sposarsi da pianificare tutti i dettagli delle nozze prima ancora di aver trovato un partner; L’attivista democratico Kim Geun-tae che viene sequestrato e torturato dal regime sudcoreano alleato degli Usa, protagonista del film National security (tratto da una storia vera finita col ribaltamento dei rapporti di forza e l’incarceramento del carnefice); Il ribelle Lupo, figlio di un libraio assassinato dall’imperatore, che nel kolossal hongkonghese The guillotines predica l’uguaglianza e costruisce la terra promessa; Infine, la madre dei sette fratelli che nell’ultima epica visione del festival (il dramma in costume Saving general Yang), affronta il rischio di perdere tutti i famigliari in battaglia, pur di salvare il marito ferito sul campo.
Per concludere in bellezza dopo nove giorni di full immersion orientale, prima di salutare Udine, torniamo alle tradizioni occidentali assaporando il frico con la polenta e ammirando le opere dei tre fratelli Basaldella al nuovo museo di arte moderna e contemporanea, aperto lo scorso ottobre (su progetto della compianta Gae Aulenti) all’interno della “Casa Cavazzini”.
Lady L. Hawke