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Creato il 16 marzo 2015 da Malvino

Se vogliamo dare un minimo di considerazione agli insegnamenti di Cristo, io ci andrei piano col definire cristiane le vittime degli attentati terroristici di Lahore. Laddove lo fossero allo stesso modo di chi ha pensato giusto vendicarle linciando e bruciando vivi due disgraziati che erano solo sospettati di essere complici degli attentatori, che fine mi fa il Cristo che ripetutamente raccomanda, dal lago Tiberiade all'orto di Getsemani, di non opporre violenza a violenza? Cristiani come Cristo comanda non dovrebbero limitarsi a pregare per i propri nemici? Qui, invece, le cronache parlano di feroci scontri tra manifestanti e polizia, di negozi devastati, di auto in fiamme. Atti poco commendevoli, anche se possiamo spingerci a ritenere comprensibile la reazione, frutto di un'esasperazione che non si fa fatica a compatire, certo, ma così che fine fa la tanto blaterata "differenza cristiana"? Non tanto per darle un minimo di sostanza, che sappiamo essere di per sé cosa assai ardua, ma almeno per evitare che una mancata condanna dei torbidi di piazza che hanno fatto seguito agli attentati ne possa essere considerata avallo, urge che le massime autorità religiose delle confessioni cristiane li stigmatizzino tempestivamente. Non dovrebbero mancar loro gli argomenti, perché Vangeli, Atti degli Apostoli e Patristica abbondano di esortazioni a farsi massacrare in letizia. Chessò, basterebbe rammentare ai cristiani di Lahore che "il sangue dei martiri è seme di cristiani", e dove mai s'è visto un seme lamentarsi della semina?


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