Secondo Wikipedia il seascape è la fotografia, il dipinto o qualunque altra produzione artistica che riguarda il mare.
In altre parole -continua la definizione- il seascape è un esempio di arte marina.
Questa parola promette, però, di trasformarsi in inglesismo vero e proprio (essere assorbita, cioè, dalla nostra lingua) per l’uso frequente che ne viene fatto sui forum e sui siti di fotografia italiani.
Ma siccome l’Accademia della Crusca ha iniziato una campagna contro l’inutile ricorso alle parole straniere, diciamo semplicemente che in questo articolo parleremo di fotografia di paesaggio marino.
Fotograficamente parlando, si tratta di un genere perfettamente inquadrabile nell’ambito della fotografia di paesaggio (landscape), ma che è dotato di alcune sue forti specificità.
La fotografia di paesaggi marini, infatti, ha a che fare con alcuni problemi ricorrenti in fase di scatto, come il riverbero della luce sull’acqua e la particolarità di certe condizioni atmosferiche, prima tra tutte, ovviamente, l’umidità.
Prima di iniziare…fai attenzione!
Fotografare in sicurezza (per sé e per la propria attrezzatura) diventa in questo caso una giusta preoccupazione del fotoamatore. Se non hai questa preoccupazione dovresti cambiare atteggiamento, per esempio leggendoti tutte le disavventure vissute dai fotografi specializzati in paesaggio marino durante le loro sessioni.
Uno di questi in particolare, Anton Gorlin, ti consiglia di:
- indossare scarpe adatte a camminare su scogli scivolosi e taglienti;
- portare con te un ricambio di calze e maglietta conservati in un involucro impermeabile;
- fare sempre sapere a qualcuno la location in cui ti stai recando a fotografare (ma se sei accompagnato è anche meglio);
- non togliere mai la cinghia della fotocamera dal collo, nemmeno quando la stessa è su treppiede;
- controllare sempre il meteo e prestare attenzione, in particolare, alla direzione del vento: in caso di venti forti e rafficati evitare le scogliere, preferire le spiagge sottostanti, se invece il vento è forte e soffia dal mare verso la terra non porsi mai allo stesso livello del mare.
Se adesso ti senti ispirato dal buon senso e prometti di mantenerti in sicurezza, possiamo procedere con qualche consiglio sulla fotografia di paesaggi marini: ti presento in questo articolo 16 foto eccellenti che questi consigli li hanno seguiti.
Non basterà per ottenere subito gli stessi risultati, ma è un inizio. Provare per credere.
1. Usa un grandangolo spinto
Sto iniziando con una banalità? Forse. Ma nella fotografia di paesaggio marino l’uso di un grandangolo veramente spinto è ancora più consigliato che per il paesaggio di altro tipo.
Questo perché l’obiettivo è spesso quello di forzare la prospettiva, cercando di includere nell’inquadratura elementi di interesse (come tronchi sulla spiaggia o rocce particolarmente curiose) che si aggiungano alla semplice, noiosa, linea azzurra all’orizzonte.
Se non hai un grandangolo così spinto potresti fartelo prestare ma, se sei irresistibilmente attratto da questo tipo di fotografia come alcuni, è proprio il caso di acquistarlo.
2. Tieni l’orizzonte sempre dritto
Errore piuttosto comune tra i principianti, eppure questa è davvero la prima cosa alla quale devi prestare attenzione: un orizzonte storto può rovinarti una foto bellissima e non sempre questo difetto è recuperabile in post produzione, senza far danni.
Per ottenere un orizzonte dritto usa le griglie compositive che puoi richiamare dal menù della tua fotocamera e allinea quindi l’orizzonte con una delle linee.
Alcune fotocamere sono dotate di livella elettronica che compare nel mirino o sullo schermo in live view. Un’altra possibilità sono le livelle che si inseriscono direttamente nella slitta del flash e che puoi comprare per pochi euro.
3. Aspetta le maree
Le maree creano quelle belle linee formate dall’acqua in movimento che puoi facilmente catturare, usando una lunga esposizione. Riescono particolarmente bene quando la marea è in ritirata cioè l’acqua si allontana da te, che sei sulla riva.
Se scatti durante l’alta marea avrai la possibilità di fotografare le onde che si infrangono sulle rocce o l’acqua che scorre tra gli scogli esposti. Durante la bassa marea, invece, esce allo scoperto l’incredibile vita marina e questo potrebbe rappresentare un ottimo spunto per includerla nella fotografia (un gruppo di granchi tra le rocce o le conchiglie).
Condizioni di alta o bassa marea possono anche scombinare i tuoi piani fotografici, ti consiglio quindi di informarti in anticipo, anche eventualmente utilizzando app per smartphone a ciò dedicate.
4. Usa i filtri
Sto parlando al plurale perché la scelta migliore è spesso sommare più filtri insieme. Per fare questo devi disporre di un sistema di montaggio dei filtri che ti permetta di sovrapporli come, per esempio, nel caso delle mascherine sulle quali si inseriscono i filtri a lastrina.
I filtri da usare sono il polarizzatore, che satura i colori e rende il cielo più scuro e drammatico in giornate particolarmente luminose (e permette anche di usare tempi più lunghi di esposizione, se quello che stai cercando è l’effetto movimento dell’acqua) e il filtro a densità neutra (ND), disponibile da 1 a 10 stop.
Padroneggiare l’uso di quest’ultimo, in particolare, può fare veramente la differenza e se l’argomento ti appassiona dovresti forse considerare l’acquisto di una guida vera e propria.
Puoi anche usare un filtro UV il cui scopo fondamentale è quello di proteggere la lente dagli schizzi e dai graffi per cadute accidentali.
5. Prova un seascape zen
Ecco un’alternativa al paesaggio marino ricco e frastagliato. Se la scena di fronte a te non offre abbondanza di elementi grafici, se tutto quello che hai a disposizione è una distesa piatta di sabbia, seguita da una distesa piatta di acqua, prova con lo stile zen, come l’autore dello scatto qui sopra.
In questo caso cerca un solo elemento che faccia da protagonista e ponilo al centro, tra il cielo e la terra.
6. Prova un seascape notturno
Sì: questa è materia veramente da professionista! Forse non approderai subito alla fotografia di paesaggi marini in notturna, perché dovrai prima impratichirti con le difficoltà della diurna, ma quanto straordinarie possono essere le foto che includono il movimento delle stelle, i bagliori della Luna o le luci della città vicina, a picco sul promontorio?
Se ti senti coraggioso inizia a fare qualche tentativo, ma prima leggi questo articolo sulla fotografia notturna, oppure acquista un ottimo ebook sull’argomento.
7. Includi la fauna marina
Le spiagge sono le case di moltissime strabilianti creature: includerle nella foto è sicuramente un valore aggiunto.
Aspetta, per esempio, il tramonto per fotografare i gabbiani che atterrano sulla spiaggia per banchettare. A questi orari del giorno devi impostare un’ ISO molto alta.
8. Cerca i riflessi
Quando il mare è calmo e l’acqua scorre su una spiaggia piatta, hai la possibilità di rintracciare riflessi molto interessanti, creati dal cielo e dalle nuvole o da qualunque altra cosa si rifletta sull’acqua, per esempio le luci di una struttura balneare o delle case in prossimità della riva.
Altri possibili soggetti che risultano fotogenici nel loro riflesso sono gli alberi o le luci delle giostre, spesso fatte montare dalle amministrazioni comunali proprio a ridosso delle spiagge.
In questo caso è ai colori dei riflessi che devi dare il giusto risalto, eventualmente saturandoli in post produzione.
9. Cerca contrasti di texture
Ecco una finezza che può davvero dare una marcia in più alle tue foto di paesaggio marino. Fai caso alla texture offerta dall’acqua, se essa è schiumosa, increspata, liscia o tormentata dalla pioggia e poi cerca di mettere in relazione queste textures con gli elementi del primo piano.
Per esempio: un’acqua molto movimentata che circonda dei massi lisci e solidi crea un bel contrasto.
Stessa cosa può dirsi di una scena in cui il mare è una tavola e questa monotonia è però rotta da scogli molto frastagliati, come quelli vulcanici, quando la lava si è raffreddata molto in fretta.
10. Cerca le rocce ricoperte da alghe verdi
Poco da dire in questo caso: semplicemente il contrasto cromatico ne guadagna enormemente e con esso tutta la forza della scena.
La presenza delle alghe conferisce, inoltre, un che di vitale, testimonia la presenza dell’ecosistema marino, a corollario di acqua e roccia.
11. Cerca l’insolito
È vero: molte fotografie di paesaggio e moltissime fotografie di paesaggio costiero risultano noiose, monotone. Se impari a comporre bene sei già a metà dell’opera per evitare che riescano così anche le tue foto.
Ma oltre a questo devi cercare di proporre qualcosa di diverso da quello che propone chiunque altro. Questa capacità di intercettare nel paesaggio e poi sapere offrire agli altri visioni straordinarie è sicuramente frutto di menti particolarmente fantasiose e anche di tanta esperienza, ma non è mai troppo presto per iniziare ad esercitarti.
12. Abbassa il punto di ripresa
Quando componi, valuta per prima cosa quale sarebbe il risultato finale se abbassassi il punto di ripresa fino a comprendere le rocce o i ciottoli in primo piano: per fare questo potrebbe essere necessario abbassare la colonna del treppiede più che puoi.
Questo genere di riprese ti salvano soprattutto quando la scena si presenta troppo piatta, senza elementi stimolanti da includere come faraglioni o barche sull’orizzonte.
Abbassare il punto di ripresa apre a nuove possibilità compositive, di cui non ti stavi accorgendo finché ti concentravi solo sulla distesa d’acqua.
13. Regola la profondità di campo…
…in modo che tutto sia ben a fuoco, con dettagli taglienti. Per esempio, potresti cominciare prendendo la messa a fuoco a 1/3 circa del primo piano e selezionando un’apertura del diaframma intorno a f/16 o più.
L’ideale è comunque usare una messa a fuoco manuale, altrimenti la fotocamera continuerà a confondersi alla continua ricerca di un punto in cui focheggiare.
Può esserti utile a questo proposito sapere cos’è e come si usa l’iperfocale.
14. Usa la regola dei terzi
La regola dei terzi divide l’immagine in 9 quadranti identici e questo ti permette di posizionare in modo gradevole gli oggetti presenti sulla scena (secondo la regola, per ottenere una composizione armonica, dovresti posizionarli in corrispondenza dei punti di intersezione delle linee).
Questo è di grandissimo aiuto nella fotografia di paesaggio in generale.
15. Non usare la regola dei terzi
Nella foto qui sopra il faro non si trova in corrispondenza dei punti di intersezione delle quattro linee. In questo caso il fotografo ha preferito potere includere ed esaltare a dovere nell’inquadratura le alghe della riva, riservandogli tutto il primo piano.
A volte seguire una regola preimpostata, invece che dare impatto alla tua foto, può toglierlo, se per seguirla rinunci a fotografare qualcos’altro di importante.
16. E il bianco e nero?
Non esiste nessuna regola che impedisca di fotografare i paesaggi marini in bianco e nero. In questo caso la scena acquista un tono più drammatico e il risultato finale è forse un’immagine più artistica, o che aspira ad essere tale.
Questa scelta cromatica può funzionare, in particolar modo, se si riprendono scene di tempesta.
Potresti decidere, però, di convertire in bianco e nero una foto scattata a colori, in un secondo momento. In questo caso ti sarebbe molto utile questo videocorso.
Conclusione
In breve: nella fotografia di paesaggi marini c’è tanto da imparare! Una volta risolte le questioni sulla messa in sicurezza tua e dell’attrezzatura e sulla gestione dell’esposizione, diventa principalmente tutto un fatto di composizione.
Come stanno andando i tuoi tentativi? Parlacene nei commenti, ti aspetto.
Immagine di copertina