Che cosa ci vuole per far rispettare le regole in Comune, nel caso di Sandro Merli? Non bastano regole e diritti, norme e princìpi, non basta l’umana sensibilità, il desiderio di giustizia? Pubblico una lettera di Gabo56, pseudonimo di un professionista cremonese che nota la differenza tra Sandro Merli e la concittadina Maria, subito aiutata. Merli ha chiesto un anticipo di cento euro, dico cento euro: ha bisogno di farmaci e alimentazione. E’ invalido e malato. Analisi ed esami medici lo dicono chiaramente.
In data 9 ottobre u.s., diciassette cittadini cremonesi hanno scritto al sindaco Perri per informarlo della situazione di Sandro Merli, esortandolo ad intervenire. Da allora nessuna risposta.
E’ bastato, invece, che l’avvocato Monia Ferrari scrivesse su CremonaOggi in data 17 settembre 2013 (http://www.cremonaoggi.it/2013/09/17/senza-acqua-ne-riscaldamento-“la-mia-cliente-privata-della-dignita-umana”/), segnalando i problemi di una sua assistita, tale Maria, perché l’assessore Amore, sollecitato dal sindaco Perri, si sentisse in dovere di intervenire e di rispondere pubblicamente (http://www.cremonaoggi.it/2013/09/18/utenza-acqua-tagliata-il-comune-corre-in-aiuto-di-maria).
Evidentemente Sandro Merli e i diciassette cittadini cremonesi che si sono interessati al suo caso sono figli di un dio minore. Minore, ma sempre migliore del dio a cui certi personaggi si rifanno con le loro parole, ma che svergognano con i loro comportamenti.